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Libero Rassegna Stampa
26.06.2024 Israele: gli ortodossi dovranno fare il servizio militare
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 26 giugno 2024
Pagina: 14
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Anche gli ortodossi dovranno fare il servizio militare»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 26/06/2024, a pag. 14, con il titolo "Anche gli ortodossi dovranno fare il servizio militare", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Esistono già "ultra-ortodossi" nell'esercito israeliano, su base volontaria. La Corte Suprema israeliana non ha fatto altro che rendere obbligatorio anche per loro il militare. Come per i non "ultra ortodossi".

Quando la politica non decide, spesso i giudici sopperiscono al vuoto legislativo con le loro sentenze. È successo ieri in Israele con una decisione della Corte suprema secondo cui tutti gli studenti delle scuole religiose (le yeshivot) abili all’arruolamento devono prestare servizio militare. E la naja in Israele non è cosa da poco: 32 mesi per i ragazzi e 24 per le ragazze. Immediatamente dopo, la procuratrice generale di Israele, Gali Baharav-Miara, ha ordinato alla Difesa di reclutare immediatamente 3.000 ultra-ortodossi nelle Forze di difesa israeliane.
Mettendo fine a un lungo tira e molla poco fruttuoso fra conservatori e progressisti – nessuna delle due parti è mai riuscita a imporsi sui partiti religiosi quasi sempre necessari per formare una maggioranza – il massimo organo giurisdizionale dello Stato ebraico ha stabilito che le esenzioni concesse dal governo ai haredim (letteralmente «i timorati») non abbiano più base legale, ordinando quindi la coscrizione dei “timorati” e il congelamento dei fondi delle yeshivot renitenti. Tutti e nove i giudici (dei 15 che compongono la corte) chiamati a decidere si sono espressi nello stesso modo.
La pronuncia arriva nel mezzo di una guerra conclamata – a sud, contro Hamas – e di una che appare inevitabile – al nord, contro Hezbollah.
L’ultima legge per sollevare i “timorati” dalla naja risaliva al 2014 ma la Corte l’aveva già cassata nel 2017 come “ingiusta”, concedendo un anno al governo per legiferare in materia. A partire dal 2018 però Israele è andato a elezioni anticipate, e ravvicinate, per cinque volte consecutive: la relativa stabilità del sesto gabinetto Netanyahu è dunque una delle concause del maremoto politico. La guerra a Gaza e l’alto numero di caduti hanno fatto il resto. Dura la reazione dei religiosi nelle parole del leader del partito Shas, Arye Dery: «Il popolo ebraico è sopravvissuto a persecuzioni, pogrom e guerre grazie al mantenimento di Torah e mitzvot (i precetti). Non c'è forza al mondo che possa separare Israele dallo studio della Torah. Chiunque abbia cercato di farlo in passato ha fallito miseramente». Molto infastidito anche Netanyahu: «È strano che l'Alta Corte, che per 76 anni si è astenuta dall’imporre la coscrizione militare, lo stia facendo ora, quando siamo sul punto di approvare uno storico disegno di legge sulla coscrizione». Giorni fa la sua maggioranza ha riapprovato un vecchio ddl della sinistra che prevede l’ingresso graduale di giovani timorati nelle forze armate.

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