Le vie dell’ipocrisia Editoriale di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 21 giugno 2024 Pagina: 1 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Le vie dell'ipocrisia, dal Nord a Latina»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 21/06/2024, a pag. 1, con il titolo "Le vie dell'ipocrisia, dal Nord a Latina", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Le vie dell’ipocrisia della sinistra sono infinite, da Monza a Latina. Ilaria Salis si è confortevolmente blindata nella casa di famiglia in Brianza: la rivoluzione la farà un’altra volta, un saluto ai compagni pure, il pagamento per l’immobile occupato a Milano chissà quando. Nel frattempo, Sant’Ilaria evita perfino di fare un salto al bar: rischierebbe di essere presa a male parole dai concittadini.
Trasferiamoci a Latina. A scanso di equivoci, sono inaccettabili le dichiarazioni di Renzo Lovato, padre del datore di lavoro di Satnam Singh, il bracciante morto dopo un’atroce mutilazione e un imperdonabile mancato soccorso. Dare la sensazione di attribuire alla vittima la responsabilità della disgrazia è osceno: vogliamo forse incolpare della sua stessa morte un povero cristo pagato 4 euro l’ora e in condizioni di oggettivo sfruttamento?
Ma due cose ci paiono altrettanto indegne.
Per un verso, il tentativo della sinistra di fare sciacallaggio scaraventando “sulle destre” non si sa quali colpe. Per inciso, è stato il governo Meloni a reintrodurre il reato di somministrazione illecita di manodopera che era stato abrogato nel 2016. Eppure non occorre troppa fantasia per immaginare che il trio Schlein-Conte-Landini trasformerà il presidio di sabato a Latina in una chiassata antigovernativa, usando il corpo del povero Satnam come un’arma da scagliare.
Per altro verso, fa orrore la malafede di chi finge di non capire che queste tragedie sono figlie dell’immigrazione incontrollata, che ha portato in Italia legioni di persone destinate o a ingrossare le fila della criminalità o (come in questo caso) a essere sfruttate, abbassando gli standard di tutela di tutti i lavoratori, visto che un irregolare è per forza di cose propenso ad accettare qualsiasi condizione. Chi ha creato il contesto in cui possono realizzarsi episodi come questi è dunque proprio chi ha voluto un’accoglienza senza limiti.
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