Rai troppo pro-Israele Editoriale di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 20 giugno 2024 Pagina: 1/12 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «I grillini chiedono par condicio tra israeliani e palestinesi, tra sequestrati e sequestratori»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 20/06/2024, a pag. 1/12, con il titolo "I grillini chiedono par condicio tra israeliani e palestinesi, tra sequestrati e sequestratori", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Troppo poco, onorevole Carotenuto, lei può fare molto meglio. Direte voi: e chi è l’onorevole Carotenuto? Ma con questa domanda - amici lettori- esibite una vostra gravissima lacuna: come fate a non conoscere il brillantissimo capogruppo grillino in Commissione di vigilanza sulla Rai?
Dunque, l’imprescindibile Carotenuto ieri ha tuonato per chiedere che sulla Rai ci sia nientemeno che “par condicio” tra israeliani e palestinesi. E a prima vista ci sarebbe quasi da prenderlo alla lettera e ringraziarlo, visto quel che accade sulle tv pubbliche e pure su quelle private, dove (con eccezioni che si contano su poche dita di una sola mano di un grande mutilato) a parlare sono solo i pro-Pal.
Che si tratti di conduttori-inviati-corrispondenti-opinionisti, dal 7 ottobre in poi, dopo una mezza giornata di sbrigative condoglianze agli israeliani, stiamo assistendo a un festival di ostilità e di odio antiebraico senza precedenti. Lo spettacolo lo conoscete: letture sacrali dei comunicati dell’“ufficio stampa di Hamas” (sic), mescolati con smorfie di disgusto nei confronti di Bibi Netanyahu: e quindi, di slancio, si potrebbe essere orientati a dar retta all’onorevole pentastellato e invocare “parità”.
Ma - ahinoi - non era questa l’intenzione dell’illuminato grillino.
Sentite qua: «Nel dramma quotidiano della Striscia di Gaza, chiediamo venga fatta chiarezza sul racconto che i nostri media stanno facendo del massacro operato dall’esercito israeliano ai danni della popolazione civile palestinese».
EQUIDISTANZA, PLEASE
Chiaro, no? Non c’è mica il terrorismo di Hamas, ci sono solo i massacri firmati Idf: «Per questo abbiamo chiesto, con un’interrogazione, alla Rai quali siano i tempi dedicati alla crisi in Medio Oriente nelle testate giornalistiche come nei programmi di approfondimento e, in rapporto alle stesse, quali siano le proporzioni tra il tempo di parola concesso ai rappresentanti della comunità palestinese rispetto ai portavoce della comunità israeliana».
Se avete resistito alle insidie della prosa grillina, beccatevi il resto, illustrato con il consueto zelo burocratico: «Abbiamo depositato oggi l’interrogazione per avere chiarezza e per sapere quali strumenti intenda mettere in campo la Rai per garantire l’equilibrio del racconto».
E allora proviamo a tirare le somme: se abbiamo capito bene, si richiede una sorta di “TeleGaza” con tanto di par condicio. E qui però il grillino ci delude: è per questo che prima dicevamo che un tipetto come lui poteva far di meglio. Applicandosi più intensamente, poteva arrivare a definire linee guida decisamente più stringenti.
Esercitiamoci noi: sia garantita parità di condizioni tra democrazia e terrorismo, tra un esercito regolare e una banda di tagliagole, tra stuprate e stupratori, tra sequestrati e sequestratori.
Scriviamola qui ’sta delibera:sia assicurata dal servizio pubblico radiotelevisivo un’adeguata rappresentanza nei tg e nelle trasmissioni di approfondimento agli esponenti del movimento denominato “Hamas”. La Rai ne senta almeno due al giorno: uno da inserire nei “panini” dei tg, con sfondo di Montecitorio, ad esempio dopo l’onorevole Bonelli e prima del senatore Licheri (e l’intervistato abbia il regolare sottopancia “Hamas” per renderlo riconoscibile e presto familiare ai telespettatori).
GAZISTICAMENTE CORRETTI
E un altro esponente sia sentito nei talk-show, possibilmente in contrapposizione ai familiari degli ostaggi israeliani. «Lasciamo concludere l’esponente di Hamas», dirà il conduttore gazisticamente corretto. E, alle eventuali proteste delle famiglie israeliane, l’uomo di Hamas potrà replicare: «Io non l’ho interrotta, mi lasci finire. Altrimenti mi toccherà passare agli sgozzamenti». E di nuovo il conduttore farà: «Uno alla volta, per favore, altrimenti a casa non capiscono. Riprendiamo dopo la pubblicità».
Da ultimo, una raccomandazione. Se si decide di assicurare spazio ad Hamas, occhio agli eventuali ricorsi (in Italia c’è sempre un Garante...) degli altri gruppi terroristici dell’area che potrebbero sentirsi discriminati ed esclusi. Secondo alcune indiscrezioni, Hezbollah e Jihad islamica sarebbero già pronte a interpellare l’Agcom: anche i loro razzi e i loro kalashnikov hanno diritto a essere sparacchiati sulle nostre tv.
Tanto – dicono – un po’ di italiani non sanno più distinguere tra una vittima e un criminale.
Ps: A beneficio di alcuni parlamentari, preciso che i contenuti dell’articolo sono sarcastici: si tratta di paradossi, non di suggerimenti. Meglio specificarlo, di questi tempi. Non si sa mai.
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