Israeliani (e ebrei) “non graditi” alla fiera francese su difesa e sicurezza Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 17 giugno 2024 Pagina: 12 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Israeliani (ed ebrei) «non graditi» alla fiera francese su difesa e sicurezza»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 17/06/2024 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein con il titolo: "Israeliani (ed ebrei) «non graditi» alla fiera francese su difesa e sicurezza".
Fiamma Nirenstein
Forse al prestigioso evento di difesa e sicurezza Eurosatory, una mostra- mercato intitolata alla “Guerra contro il terrorismo” verrà risparmiato il capitolo in cui domani, aprendo, deve esporre al suo ingresso un cartello in cui proibisce agli israeliani, tutti gli israeliani e anche alla fine agli ebrei, ovvero chiunque possa essere un mallevadore per Israele, di entrare. Con risveglio tardivo, rendendosi conto che qui si stava esagerando davvero e che nella storia altri cartelli con scritto “ingresso vietato agli ebrei” hanno avuto significati e conseguenze repugnanti, gli organizzatori della mostra hanno presentato un appello perché riveda la decisione della Corte di Giustizia di sbarrare l’ingresso alle compagnie di armi di Israele, o almeno l’ulteriore decisione della Corte di Bobigny che estende il divieto d’ingresso ai possibili intermediari, i quali, non essendo identificabili, possono essere gli israeliani o persino gli ebrei di qualsiasi nazionalità. La mostra doveva ospitare 74 su 2000 espositori, i biglietti erano fatti, gli alberghi prenotati, come le complesse operazioni che il trasporto di oggetti delicati richiede: ma circa due settimane fa, dopo che Macron aveva richiesto con toni persino più aspri di Biden di non entrare a Rafah. La critica, con quella di tutta Europa, è divenuta accusa quando un’esplosione ha fatto alcune decine di morti palestinesi in un incendio. L’indagine ha dimostrato che Israele aveva mirato su due capi terroristi, ma che l’esplosivo di Hamas nelle tende aveva causato il disastro. Il clima dell’accusa si è infuocato, le folle l’hanno applaudito, il ministro della difesa Sebastien Lecornu è stato accusato di favorire l’esportazione di armi a Israele, il governo francese ha deciso di boicottarne la presenza con i famosi sistemi di difesa e di armi di precisione. Subito dopo, eccitate, le ONG come l’Associazione di Solidarietà Franco palestinese (AFPS) e Al Haq, organizzazione filopalestinese “per i diritti umani”, hanno chiesto di bloccare l’ingresso di tutti gli israeliani e gli ebrei: il cartello che lo annuncia, se il ricorso di Eurosatory non verrà accolto, costituirà una bella soddisfazione per Hamas, una bandiera per gli antisemiti e un segnale sulle guerre giuste e su quelle da odiare, un tema che occupa l’ Europa non poco alla vigila del nuovo Parlamento. Lo stand vuoto perché era stato affittato da Israele, diverrà un sito di pellegrinaggio per gli antisemiti francesi; l’organizzatore dell’evento Coges, non sembra affatto soddisfatto che la sua mostra diventi un’esibizione di antisemitismo. Israele è già stata esclusa dalla mostra aerea in Cile, dove governa l’antisraeliano Gabriel Boric. Ma a Parigi, si può prevedere che le grandi compagnie israeliane non soffriranno: Elbit, che ha ordinato ai suoi di astenersi da ogni visita, ha una lista di ordini per 20.4 miliardi di dollari, IAI, ha ordini per 19.1 miliardi, Rafael dai suoi 15.1 miliardi è cresciuta di 250 milioni nei primi tre mesi del 2024. Compagnie svedesi come Elbit Svezia, così come tedesche (German Unite Dynamite Noble Defence) miste, faranno parte della mostra, come anche le Syngapore Technologies Engeineering collegata alla Proteus israeliana che ha sviluppato il missile di difesa navale Blue Spear. Le piccole compagnie, piuttosto, temono una ricaduta dall’esclusione. Macron ha un accordo altalenante con Israele: ha dichiarato guerra all’antisemitismo in un discorso molto appassionato; ha alzato i suoi aerei in volo ad aprile contro i missili iraniani, sostiene le sanzioni all’Iran. E di questi giorni una controversa proposta per una soluzione diplomatica col Libano che auspica una triade America Israele USA, di cui il ministro della difesa Gallant non vuole sentir parlare, mentre il ministro degli esteri Katz sostiene che Francia e Israele hanno a volte opinioni diverse, ma non c’è inimicizia. Macron come dal tempo di De Gaulle la Francia, che ebbe vaste responsabilità mediorientali dopo la fine dell’Impero Ottomano, a volte pretende un ruolo che la guerra del 7 di ottobre ha sconquassato. A causa della sua vasta popolazione islamica che è tutta aggressivamente filopalestinese, l’antisemitismo sale vertiginosamente: la Francia vede la sua antichissima comunità perseguitata e sofferente. La cura e la difesa degli ebrei e di Israele, non il pacifismo, aiuteranno Macron e la sua credibilità internazionale.
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