La ‘pace’ svizzera: solo chiacchiere Cronaca di Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 16 giugno 2024 Pagina: 7 Autore: Carlo Nicolato Titolo: «Berlino vuole i russi alle trattative di pace»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/06/2024, pag. 7, con il titolo "Berlino vuole i russi alle trattative di pace", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Una pace senza compromessi, ma anche senza speranza. Con questa premessa è iniziata ieri la conferenza di pace per l’Ucraina in Svizzera a cui partecipano un centinaio di Paesi, ma non la Cina e la Russia. «Indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina, questa è la base del piano», ha detto il capo dell’ufficio del Presidente Yermak, che ha fatto sapere che in ogni caso Kiev è aperta alle proposte degli altri Paesi presenti al consesso.
«Stiamo valutando la possibilità, una volta che si arriverà a un piano congiunto, di presentarlo ai rappresentanti della Russia e pensiamo che questo possa accadere al secondo vertice per la pace».
Vista la mancanza di una controparte e dei suoi alleati la conferenza rischia infatti di rappresentare una virtuosa conta dei Paesi che, come ha detto Zelensky, «rappresentano prospettive diverse ma unite dal rispetto del diritto internazionale e l’uno dall’altro». La conferenza è visibilmente zoppa e non a caso già si parla della prossima. Tuttavia Berna, che ospita l’evento, crede che in qualche modo si possano almeno mettere le basi per un negoziato.
Aprendo i lavori Viola Amherd, presidente della Confederazione Svizzera, ha sottolineato che «la carta dell’Onu forma la base del diritto e la Russia l’ha attaccata nel modo più brutale». «Se vogliamo ispirare lo spirito di pace», ha aggiunto, «Mosca deve essere a un certo punto coinvolta, tutti ne siamo consapevoli. Come comunità internazionale possiamo preparare il terreno per i negoziati fra le due parti in guerra».
ATTIVISMO SAUDITA
Secondo indiscrezioni il prossimo appuntamento potrebbe tenersi di nuovo in Arabia, come dimostrerebbe tra le altre cose la presenza molto attiva al vertice del ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan Al Saud. In proposito il cancelliere tedesco Olaf Scholz, è stato chiaro e inequivocabile: «Alla prossima dovrà esserci anche la Russia». Scholz peraltro, riferisce Politico, si sarebbe messo di traverso anche su nuove eventuali sanzioni alla Russia.
Ma cosa ne pensa appunto Mosca? Non è una novità che fin dall’inizio il Cremlino abbia cercato di screditare l’iniziativa con una certa indisponente sufficienza e ieri lo ha ribadito più che altro ignorandolo. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha notato come in proposito ci siano «molte reazioni ufficiali, dichiarazioni ufficiali di natura non costruttiva» e ha fatto sapere che il suo Paese non ha nulla da trasmettere ai partecipanti al vertice svizzero sull’Ucraina nella speranza «che la prossima volta il conflitto venga discusso in un evento più costruttivo». Tuttavia poco prima dell’inizio del vertice Vladimir Putin dopo aver sparato a zero sullo stesso (lo ha definito «un trucco per distogliere l’attenzione») ha provocatoriamente avanzato la sua proposta che parte da un presupposto completamente opposto a quello di Kiev, insistendo sostanzialmente sul fatto che la Russia sarebbe anche pronta a negoziare ma solo qualora le truppe ucraine si «ritirassero completamente» dal territorio delle regioni annesse di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, e l’Ucraina stessa rinunciasse all’adesione alla Nato in futuro.
Un’idea rispedita al mittente con sdegno da Volodymyr Zelensky. «Un ultimatum, non diverso da quelli di prima», ha commentato il presidente ucraino. Il Cremlino tuttavia la definisce una «vera proposta di pace» preparata «sulla base della situazione attuale». Come è evidente le posizioni non possono essere le più distanti ed è praticamente impossibile che si arrivi a un compromesso se non ci si mette di mezzo almeno l’intercessione della Cina, l’alleato imprescindibile di Putin. Per questo Zelensky ha corteggiato più volte Xi Jinping cercando almeno di coinvolgerlo nelle sue iniziative come quella in Svizzera.
PRUDENZA CINESE
Pechino tuttavia ha glissato, lamentando tra le altre cose l'assenza «della partecipazione paritaria di tutte le parti coinvolte e di una discussione equa di tutte le proposte disponibili». Alla conferenza manca peraltro anche Joe Biden impegnato in un importante evento per la campagna elettorale e sostituito per l’occasione dalla vice Kamala Harris. Il presidente americano ha comunque fatto ampiamente la sua parte al G7 in Puglia, durante il quale ha firmato con Kiev un accordo bilaterale di sicurezza che avvicina ulteriormente l’Ucraina nella Nato.
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