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Informazione Corretta Rassegna Stampa
16.06.2024 Gay Pride senza ebrei. Gli omosessuali discriminano come le femministe
Diario di guerra di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 16 giugno 2024
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Gay Pride senza ebrei. Gli omosessuali discriminano come le femministe»

Gay Pride senza ebrei. Gli omosessuali discriminano come le femministe
Diario di guerra di Deborah Fait

Gay Pride di Roma: sì alla bandiera palestinese, ma no alla partecipazione degli ebrei. Come le femministe, che hanno cacciato le donne ebree dalle loro manifestazioni, anche il movimento gay discrimina. Si rendono conto che Israele è il paese più gay friendly al mondo? Però il PD Alessandro Zan va a Gaza, a portare la sua solidarietà. A Gaza: dove i gay sono puniti con pene che vanno dalle 100 frustate alla morte.

A Bergamo gli organizzatori del Gay Pride hanno diramato una nota per informare che non saranno tollerate bandiere israeliane. Il sindaco Gori ha tolto il patrocinio alla manifestazione e ha fatto molto bene. Il Pride continua a coprirsi di vergogna esattamente come le femministe, o sedicenti tali, che, dopo aver cacciato le donne ebree dai loro cortei, non hanno detto una sola parola sugli stupri seguiti da femminicidio, avvenuti il 7 Ottobre. Quello che sta accadendo è uno schifo, omosessuali, lesbiche, trans, da sempre discriminati dalla società, discriminano a loro volta delle persone innocenti, con il torto tremendo di essere ebree, quindi legate in qualche modo all’odiato Israele. Disgustoso ma non solo, anche profondamente idiota. Si rendono conto questi del LGBTQ+++ che Israele è il paese più gay friendly del mondo? Si rendono conto che i palestinesi omosessuali fuggono in Israele per salvarsi la vita? Lo sanno che a Gaza li gettano dai tetti dei palazzi, che in Iran li impiccano, che in tutti i paesi arabi e islamici essere omossessuali significa essere morti? In Israele gli omosessuali, donne e uomini, trans e tutto il mondo LGBT nelle sue tante sfumature, godono di pieni diritti, di essere quello che sentono e che vogliono, anche all’interno dell’esercito.  I soldati gay in libera uscita possono camminare mano nella mano, baciarsi in pubblico, senza problemi, senza conseguenze, senza essere nemmeno guardati male. All’asilo delle mie nipoti c’è una coppia di ragazze con i loro due bambini, nessuno ha detto, come è giusto che sia,  una sola parola. Questa è inclusione, questa è civiltà, non quella che dimostrano gli organizzatori del pride italiano.  Si, a Gaza li ammazzano, non so quanti sono volati giù dai tetti per sfracellarsi al suolo quando Hamas ha preso il potere. Però il parlamentare del PD ,  Alessandro Zan, anche lui omosessuale, mesi fa è andato a Gaza per portare la solidarietà a chi? A Hamas! È incredibile, pura sindrome di Stoccolma mista a imbecillità galoppante. Questi mesi, seguiti alle atrocità commesse dai palestinesi il 7 Ottobre,  sono stati per gli ebrei la prova che Hitler non è mai morto, che l’odio non è stato sepolto ad Auschwitz, che non c’è posto per noi nel mondo e che non c’è differenza tra l’oggi e i secoli in cui gli ebrei d’Europa venivano bruciati vivi nelle sinagoghe, o quando venivano messi sui carri della morte verso i crematori nazisti. Se potessero lo farebbero ancora perché l’odio è lo stesso. Per questo vorrei dire ai miei fratelli ebrei, in Italia, in Europa, in America, smettiamola di essere così buoni e così educati, difendiamoci. Non dico di affrontare i cortei di scalmanati in kefiah e bandiere di un paese che non c’è, anche perché sono così violenti, ossessi e pieni di odio che avremmo la peggio. Ma bisogna protestare fermamente con le autorità, contro i sindaci delle città che espongono la bandiera palestinese, andando anche contro la legge che vieta di esporre bandiere straniere se non con accanto quella italiana. Bisogna protestare sonoramente, dobbiamo incazzarci di brutto, basta essere tanto educati e civili. Più noi lo siamo più quelli che manifestano se ne approfittano, abusano di noi, ci discriminano, ci augurano di morire col gas come un tempo. Basta! Come dice Nicola Porro nella sua Zuppa: “ Le bandiere arcobaleno con in mezzo la Stella di Davide dovrebbero essere in prima filo in tutti i cortei del gay Pride” perché quelle bandiere rappresentano la libertà l’inclusione, la giustizia e l’orgoglio!  

Aspetto il prossimo Pride a Gaza, o magari in Iran, o in Afghanistan. Abbiate coraggio e andateci, vigliacchi. Troppo comodo fare i coraggiosi in Europa.

Deborah Fait
Deborah Fait


takinut3@gmail.com

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