G7, svolta per l'Ucraina 50 miliardi dai beni russi Mosca minaccia ritorsioni Cronaca di Claudio Tito
Testata: La Repubblica Data: 14 giugno 2024 Pagina: 2 Autore: Claudio Tito Titolo: «G7, svolta per l'Ucraina 50 miliardi dai beni russi Mosca minaccia ritorsioni»
Riprendiamo da LA REPUBBLICA di oggi, 14/06/2024, a pag. 2, con il titolo "G7, svolta per l'Ucraina 50 miliardi dai beni russi Mosca minaccia ritorsioni", la cronaca di Claudio Tito.
BARI— Cinquanta miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina. Da consegnare entro il 2024. E da finanziare con gli interessi maturati dalle proprietà russe “congelate” in Occidente. Il G7 trova l’accordo su una misura che sembrava sull’orlo del fallimento. Oltre ai 60 miliardi di euro già stanziati dall’Ue, i 50 miliardi di dollari approvati di recente dal Congresso Usa. Ora si aggiunge quest’altro pacchetto che potrebbe ulteriormente salire fino a 55 miliardi in base al tipo di tassazione che ogni singolo Paese applicherà. Sebbene sia stata utilizzata una formulazione piuttosto vaga: «circa» 50 miliardi. Si tratta di un provvedimento che consentirà a Kiev di avviare la ricostruzione e indirettamente di difendersi meglio dagli attacchi russi. La tempistica scelta non è casuale: in concomitanza con il periodo estivo in cui le battaglie saranno ancora più cruente e in vista delle elezioni presidenziali americane che potrebbero segnare un cambio della guardia alla Casa Bianca. Il ritorno di Donald Trump viene considerato un rischio da cui mettersi al riparo facendo in anticipo tutto il possibile. Per il magnate americano, dunque, sarà più difficile fare marcia indietro. Non è un caso che la reazione del Cremlino sia stata immediata. I tentativi da parte dell’Occidente di appropriarsi dei proventi dei beni russi congelati «sono criminali e porterebbero a una risposta da parte di Mosca molto dolorosa per l’Unione europea», ha avvertito la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. «Abbiamo raggiunto un accordo politico – ha annunciato Giorgia Meloni in qualità di presidente di turno dei “Grandi” – Non si tratta di una confisca ma di profitti che maturano. Era un risultato non scontato di cui vado particolarmente fiera. Ora dovrà essere definito dal punto di vista tecnico». Gli aspetti tecnici riguardano la corretta formulazione giuridica per evitare ricorsi che negli Stati di diritto sono sempre possibili e le garanzie da prestare in caso di impossibile utilizzo degli stessi asset “putiniani”. Il meccanismo infatti è semplice e punta a evitare che siano i contribuenti a pagare il prezzo degli aiuti: questi 50 miliardi di dollari verranno rimborsati con gli interessi maturati ogni anno (circa 3,5-5 miliardi di euro ogni anno) dai beni russi sequestrati (fondi, titoli di Stato, azioni etc, dal valore di oltre 350 miliardi di dollari). Sostanzialmente per restituire la cifra ci vorranno almeno una decina di anni. Ma se quei beni non dovessero più produrre interessi (ad esempio perché si raggiunge una tregua o la pace e vengono riconsegnati a Mosca) chi garantirà? Gli Usa avrebbero voluto una manleva dell’Ue, considerata più affidabile. Alla fine ogni Stato garantirà in base alla dimensione del Pil. Ma non è escluso che l’Unione possa prevedere una rete protettiva collettiva su questo punto specifico. Tutte questioni di cui i leader hanno discusso direttamente anche con il presidente ucraino Zelensky. Questo «accordo formidabile», ha sottolineato il presidente statunitense Biden, dimostra che «non stiamo facendo marc ia indietro e che Putin non ci logorerà, né ci dividerà». «Ci troviamo in un momento critico della brutale e illegale invasione dell’Ucraina da parte della Russia. È tempo che gli Usa e i nostri alleati – ha detto la segretaria Usa al Tesoro, Janet Yellen – sblocchino il valore dei beni russi in modo che l’Ucraina possa ottenere il sostegno finanziario di cui ha urgentemente bisogno». Secondo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, «sosterremo Kiev per tutto il tempo necessario. È anche un segnale forte per Putin: non può vincere». Tra i più entusiasti il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sebbene formalmente questi fondi non dovrebbero essere direttamente destinati agli scopi militari. Per questo ripete che servono altri 40 miliardi di euro l’anno per la difesa. A margine del G7 Usa, Canada e Gran Bretagna hanno sottoscritto un altro documento contro la Russia. La loro preoccupazione si concentra sui tentativi del Cremlino di inquinare e influenzare le campagne elettorali occidentali. Si cita la Moldavia ma il riferimento concreto è il prossimo voto in America in cui nello scontro tra Biden e Trump Putin sta chiaramente tentando di sostenere il secondo.
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