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Libero Rassegna Stampa
21.05.2024 L’Iran dopo Raisi, finisce all’uomo che arma i russi
Analisi di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 21 maggio 2024
Pagina: 1/13
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «Interim all'uomo dei droni russi. Mokhber può restare al potere»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/05/2024, a pag. 1/13, con il titolo "Interim all'uomo dei droni russi. Mokhber può restare al potere" l'analisi di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

Mohammad Mokhber, vicepresidente ed ora presidente ad interim dopo la morte di Raisi. E' l'uomo-chiave delle forniture delle armi ai russi, soprattutto i micidiali droni Shahed, con i quali Putin fa strage di ucraini. 

Non è chiaro se il 63enne Ebrahim Raisi fosse un ayatollah o un hojat-ol-eslam, rango appena inferiore. Esibiva comunque un turbante nero da discendente diretto di Maometto, aveva sempre un mantello da religioso, e c’era la diffusa opinione che alla morte presumibilmente non lontana dell’85enne Ali Khamenei avrebbe lasciato l’incarico di presidente per sostituirlo come Guida Suprema.
Mohammad Mokhber, il vicepresidente ora insediato come capo dello Stato ad interim, sembra più giovane del predecessore perché ha i capelli ancora scuri ma in realtà è di cinque anni più anziano. Poi è un laico, e come tale impossibilitato ad aspirare alla successione della Guida Suprema. In compenso, di Khamenei è considerato un fedelissimo, anche perché prima di salire al vertice della struttura di potere del regime degli ayatollah era stato a capo del Setad, un fondo di investimento legato al leader supremo.

BLOCCO MILITARE-INDUSTRIALE

Nato il 1 settembre 1955 a Dezful, nella provincia sud-occidentale del Khuzestan, era diventato primo vicepresidente nell’agosto 2021 quando Raisi è stato eletto presidente.
Faceva anche parte di una squadra di funzionari iraniani che visitò Mosca in ottobre e accettò di fornire missili superficie-superficie e altri droni all’esercito russo per la sua guerra in Ucraina, riferirono all'epoca fonti a Reuters. La delegazione iraniana comprendeva anche due alti funzionari della Guardia rivoluzionaria e un funzionario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale, ma è lui in particolare che sembra essere legato a questo tipo di asset. Nel 2010, l’Unione Europea lo aveva infatti incluso in un elenco di persone ed entità sanzionate per il loro presunto coinvolgimento in «attività legate ai missili nucleari o balistici», salvo due anni dopo toglierlo dalla lista. Tre anni dopo, però, nel 2013 fu il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti a includere il Setad e altre 37 società da esso supervisionate in un elenco di entità sanzionate. Il Setad, nome completo Setad Ejraiye Farmane Hazrate Emam (cioè Quartier generale per l’esecuzione dell’ordine dell'Imam) era stato creato dal fondatore della Repubblica islamica, Ayatollah Ruhollah Khomeini, per vendere e gestire le proprietà presumibilmente abbandonate negli anni caotici successivi alla rivoluzione islamica del 1979, destinando la maggior parte dei profitti in beneficenza.
Nel novembre 2020, l’organizzazione United Against Nuclear Iran ha dichiarato che gli Stati Uniti avevano sanzionato la Fondazione Mostazafan, anch’essa precedentemente gestita da Mokhbar e proprietaria della maggioranza delle azioni della Banca Sina.
Non è in realtà molto, ciò che si sa. In particolare, non è chiaro se Mokhber è vicino alla Guida Suprema perché gode della stessa considerazione che aveva Raisi, o se sia semplicemente uno scagnozzo fedele mero esecutore di ordini. Il tutto nel dubbio se dopo Khamenei sarà un altro religioso a prernderne il posto, o se i Pasdaran tenteranno di formare una nuova coalizione di intermediari del potere per strappare un maggiore controllo alla classe clericale. Teniamo contro che tra le 8 vittime dell’incidente con Raisi c’era anche il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian. Raisi e Hossein Amir-Abdollahian erano stati entrambi in prima linea nella politica di utilizzare milizie di proxies per estendere un corridoio di influenza fino al Mediterraneo e così arrivare alle frontiera di Israele per colpirle con raid e missili. Una politica di cui il raid del 7 ottobre è stato un culmine.

MISTERI

Può essere che ci siano i Sevizi israeliani dietro alla caduta dell’elicottero? Israele lo nega, ma il bello è che pure l’Iran smentisce: il che non vuol dire niente, perché d’altra parte ammettere un tale fallimento dei Servizi incaricati di proteggere la vita dei vertici della Repubblica Islamica rappresenterebbe uno screditamento micidiali, anche agli occhi degli alleati. I Pasdaran potrebbero inoltre acconsentire a celare il fallimento della sicurezza proprio per cogliere l’occasione di scalare il potere.
Il prossimo presidente potrebbe essere lo stesso Mokhber, ma nell’incertezza risalta fuori anche Ahmadinejad; che era stato escluso dalle ultime elezioni, ma che aveva cercato di riciclarsi con l’appoggiare strumentalmente l’ultima ondata di proteste. Un paio di settimane fa era riemerso nelle cronache, invitato a sorpresa dall’Università di Budapest come esperto ambientalista.
Per conto suo, l’opposizione del Consiglio nazionale della resistenza iraniana per bocca del suo presidente Maryam Rajavi ha espresso fiducia in rapidi cambiamenti. «La morte di Ebrahim Raisi infligge un colpo strategico monumentale e irreparabile per il leader supremo dei mullah, Ali Khamenei. e l'intero regime, noto per le sue esecuzioni e i suoi massacri», ha detto. «Ciò scatenerà una serie di ripercussioni e crisi all’interno della tirannia teocratica, che stimoleranno i giovani ribelli all’azione».

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