L’uso indiscriminato di un diritto porta all’ingiustizia Commento di Michelle Mazel
Testata: Informazione Corretta Data: 20 maggio 2024 Pagina: 1 Autore: Michelle Mazel Titolo: «L’uso indiscriminato di un diritto porta all’ingiustizia»
Israele è sotto attacco da quasi otto mesi. Mentre i sanguinari terroristi di Hamas compivano i loro abomini entro i confini internazionalmente riconosciuti di Israele, l'organizzazione terroristica lanciava centinaia di missili contro questo Paese. Non è stato quindi lo Stato ebraico a prendere l'iniziativa di questa guerra, a quanto pare per vendetta. Come non è stato lui a decidere di aprire un secondo fronte al nord, bensì Hezbollah, altra organizzazione terroristica al soldo dell'Iran. Gli Houthi nello Yemen, finanziati dall’Iran, hanno aperto un terzo fronte “per solidarietà”. Infine, gli Ayatollah di Teheran hanno lanciato una profusione di missili di ogni tipo per colpire lo Stato ebraico. All'Aja, invece, ai venerabili giudici in costumi d'altri tempi, non importa nulla di queste gravi violazioni del diritto internazionale, del diritto di guerra e del diritto umanitario.
Il ruolo dell’Iran, un Paese che sul proprio territorio non rispetta i diritti umani, nè quelli delle donne, che imprigiona e tortura i propri cittadini, non merita il loro intervento. Evidentemente, direte, non si è trovato nessuno Stato che sporgesse denuncia contro questo Stato che non esita a inviare i suoi sicari per eliminare gli oppositori all'estero. No, il bersaglio della Corte Internazionale di Giustizia è Israele e solo Israele. Per la cronaca, istituita nel giugno del 1945 dalla Carta delle Nazioni Unite, la Corte Internazionale di Giustizia, con sede all'Aia nei Paesi Bassi, è il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite. È composta da quindici giudici, eletti per un mandato di nove anni dall'Assemblea Generale e dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Non penso che questa sia una garanzia di obiettività. Nel caso specifico, la Corte Internazionale di Giustizia è intervenuta su richiesta del Sudafrica, che accusa Israele di genocidio.
Oggi essa vorrebbe intimare a Israele il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e di smettere di difendersi da un'organizzazione che continua ad attaccarlo.
Abbiamo capito: fin dall’inizio di questo confronto voluto e avviato dall’Iran e dai suoi satelliti, si è posta solo la questione del destino delle popolazioni civili della Striscia di Gaza. Popolazioni che tuttavia avevano esaltato a gran voce le atrocità del 7 ottobre alle quali molti avevano partecipato.
E gli israeliani morti e feriti? Le decine di migliaia di famiglie costrette a lasciare le proprie case, i villaggi devastati ancora sotto il fuoco dei razzi? Tutto questo non ha nessuna importanza!
E gli ostaggi? Coloro che aspettano disperatamente di essere rilasciati? E quelli che sono stati torturati e assassinati, le cui spoglie “abbandonate senza lacrime e senza sepoltura?”