Università e antisemitismo Commento di Francesco Carella
Testata: Libero Data: 19 maggio 2024 Pagina: 12 Autore: Francesco Carella Titolo: «La mala educazione dei prof che negano le verità storiche, come negli anni Trenta»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/05/2024, a pag. 12, con il titolo "La mala educazione dei prof che negano le verità storiche, come negli anni Trenta", il commento di Francesco Carella
L’antisemitismo è come un fiume carsico, a volte sembra che sia scomparso, quando invece è solo silente, pronto a manifestarsi in tutta la sua forza non appena se ne presenti l’occasione. È quel che si ricava osservando il doppio standard con cui si continuano a giudicare gli attacchi perpetrati dalla Russia verso l’Ucraina e le brutalità commesse da Hamas il 7 ottobre scorso contro Israele. Eppure, si tratta di due democrazie brutalmente assaltate l’una da uno Stato autocratico e l’altra da un feroce gruppo terroristico. Nondimeno, ai due Paesi viene riservato un trattamento diametralmente opposto da larga parte delle pubbliche opinioni occidentali.
In direzione di Kiev fin da subito sono partite armi sempre più sofisticate con aiuti, anche se mai ammessi ufficialmente, direttamente sul campo ad opera di militari occidentali.
Mentre, a pochi giorni dal massacro dei civili israeliani per mano di Hamas e addirittura prima che Israele avviasse le operazioni di guerra nella striscia di Gaza, verso Gerusalemme sono state lanciate accuse di “pulizia etnica e genocidio” fino a giungere al pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia.
Zelensky viene incoraggiato a combattere “per tutto il tempo necessario”, mentre Bibi Netanyahu deve, senza ricevere contropartite, anche secondo una risoluzione dell’Onu, “cessare il fuoco”.
FALSE NARRAZIONI
Ciò che sta accadendo è il risultato di una falsa narrazione storica la cui responsabilità non può che essere riportata in capo a coloro che per professione, docenti e opinionisti, dovrebbero concorrere ad educare i cittadini alla verità dei fatti, per cercare di sconfiggere antichi pregiudizi. Infatti, da mesi ormai non è infrequente imbattersi nei più importanti Atenei dell’Occidente (con le Università italiane che interrompono addirittura le collaborazioni scientifiche con gli istituti israeliani) in professori che nell’occuparsi dei due fronti di guerra esprimono piena solidarietà agli ucraini e, nel contempo, completa e dura condanna di Israele.
CIÒ CHE NON SI DICE
«Da quelle cattedre», ha scritto recentemente lo storico Niall Ferguson in un suo breve saggio «è davvero difficile apprendere la verità su ciò che accadde trent’anni or sono, quando lo Stato di Israele concordò con l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina l’inizio dell’autogoverno palestinese nell’ambito degli accordi di Oslo. Così come non viene mai ricordato che il primo ministro Ehud Barak cercò di andare oltre quegli accordi (nel 2000 a Camp David) per arrivare a una definitiva soluzione della questione israelo-palestinese. Incontrò, però, la resistenza del leader dell’Olp Yasser Arafat e il vertice fu un fallimento».
In questi giorni di alta tensione coloro che hanno responsabilità pubbliche dovrebbero per onestà intellettuale partire dalla giusta collocazione di quegli eventi, per spiegare le ragioni a causa delle quali la statualità palestinese non è mai decollata, creando le condizioni per la successiva ascesa di Hamas. Purtroppo, si continuano a preferire i falsi storici con i quali si alimenta l’antisemitismo.
IL PASSATO CHE NON PASSA
In tal senso, le tendopoli studentesche nei piazzali degli Atenei ne sono un esempio inquietante. Il giurista americano, Alan Dershowitz, in un articolo pubblicato su Proposta Radicale (n.16-17) ricorda che «negli anni Trenta molti studenti e docenti universitari non solo in Germania, ma anche a Harvard, Yale, Georgetown e in tante altre Università americane (non furono da meno altri Atenei europei, ndr) sostenevano la Germania di Hitler. I nazisti di oggi sono quelli di Hamas. Gli odierni fiancheggiatori del nazismo sono gli studenti e i professori che sostengono Hamas. La storia li giudicherà allo stesso modo in cui ha giudicato i collaborazionisti del nazismo».
Parole più chiare su quanto profondo e pericoloso sia il pregiudizio antiebraico non si possono scrivere.
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