Sinagoga bruciata a Rouen, a Stoccolma sparano all’ambasciata israeliana Cronaca di Mauro Zanon
Testata: Libero Data: 18 maggio 2024 Pagina: 14 Autore: Mauro Zanon Titolo: «Il fronte europeo di Gaza. Sinagoga bruciata a Rouen, a Stoccolma sparano all’ambasciata israeliana»
Riprendiamo LIBERO di oggi, 18/05/2024, pag. 14, con il titolo "Il fronte europeo di Gaza. Sinagoga bruciata a Rouen, a Stoccolma sparano all’ambasciata israeliana", la cronaca di Mauro Zanon
Mauro Zanon
Dalla Francia all’Inghilterra fino alla Svezia, Hamas prosegue con l’importazione del conflitto con Israele sul suolo europeo. Ieri mattina, a Rouen, un clandestino algerino di 29 anni ha tentato di dare fuoco alla sinagoga di rue des Bons Enfants, lanciando una molotov dal tetto del luogo di culto dove si era arrampicato con l’aiuto di un cassonetto dell’immondizia. Le forze dell’ordine sono arrivate sul posto attorno alle 6.50 in seguito alla chiamata di un abitante che aveva notato del fumo proveniente dalla sinagoga. Dopo aver rotto una finestra ed essersi accorto dell’arrivo dei poliziotti, è saltato giù dall’edificio e si è scagliato contro di loro con una spranga di ferro e un coltello di 25 centimetri. L’immigrato ha provato ad accoltellare uno degli agenti, che, dopo aver indietreggiato, ha estratto la sua arma e sparato più volte verso l’individuo, uccidendolo.
RICERCATO
Il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha salutato «la prontezza e il coraggio» delle forze dell’ordine, prima di recarsi sul posto e denunciare un «atto antisemita che ha preso di mira un luogo sacro della Repubblica», e più in generale l’ennesimo episodio di violenze «inaccettabili, ignobili» contro gli ebrei di Francia. Il piromane non aveva documenti d’identità con sé, non era noto ai servizi segreti, ma era iscritto da alcune settimane nel registro delle “persone ricercate”, secondo quanto riportato dal ministro Darmanin. E aveva presentato una richiesta d’asilo “étranger malade” (straniero malato), ossia per ricevere cure mediche, nel 2022. La richiesta era stata respinta dalla prefettura dopo la consultazione di un medico e da meno di un anno era oggetto di un Oqtf, ossia di un mandato di espulsione dal territorio francese.
Secondo quanto precisato al Figaro, non era tuttavia «eseguibile» nell’immediato, in quanto il 29enne aveva presentato ricorso dinanzi «alle giurisdizioni amministrative» competenti. «La polizia ha evitato l’ennesima tragedia contro gli ebrei», ha dichiarato Élie Korchia, presidente del Consistoire central israélite, il massimo organo di rappresentanza dell’ebraismo francese.
Dal 7 ottobre 2023, giorno dei massacri di Hamas, il clima di antisemitismo in Francia si è fatto più pesante. Nel Quattordicesimo arrondissement, lo scorso autunno, vennero dipinte una sessantina di stelle di David sui muri di case e negozi gestiti da cittadini di confessione ebraica.
Altri casi si registrarono a Saint- Ouen-sur-Seine, Saint-Denis e Aubervilliers. E tre giorni fa, il Muro dei Giusti del Memoriale della Shoah a Parigi è stato vandalizzato con le mani rosse, riferimento al massacro da parte della folla palestinese di due riservisti israeliani a Ramallah il 12 ottobre 2000, all’inizio della Seconda Intifada. La scorsa settimana, alla cena del Crif, il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia, il primo ministro francese, Gabriel Attal, ha promesso «fermezza esemplare» da parte della République contro la «barbarie islamista». E ha annunciato i numeri spaventosi degli atti antisemiti: 366 nel primo trimestre del 2024, ossia un aumento del 300% rispetto allo scorso anno.
CONDANNE ED ESPULSIONI
La Svezia, il paradiso multietnico tanto decantato dai progressisti dove la scorsa settimana la candidata israeliana all’Eurovision, Eden Golan, è stata costretta a muoversi con la scorta, non sta meglio della Francia. Nella notte tra giovedì è venerdì, la polizia svedese è intervenuta nei pressi dell’ambasciata israeliana in seguito a una serie di spari. Secondo quanto riportato dal quotidiano Expressen, perla sparatoria, sono state arrestate diverse persone, tra cui un 14enne. Sul posto è stata inoltre trovata un’arma da taglio. Ieri, intanto, è stato condannato all’ergastolo dalla giustizia britannica Ahmed Alid, 45enne richiedente asilo marocchino che il 15 ottobre scorso, a Hartlepool, nel nord dell’Inghilterra, accoltellò e uccise al grido di «Allah Akbar» un anziano, Terence Carney. Per giustificare il suo attacco, parlò di vendetta per «i bambini palestinesi» uccisi nella Striscia di Gaza. Alid, ammise in seguito di aver colpito una «vittima innocente» come Carney solo per punire il Regno Unito, colpevole, ai suoi occhi, di aver storicamente «creato l’entità sionista», cioè Israele.
Tolleranza zero anche nei confronti di Dana Abuqamar, studentessa palestinese di giurisprudenza all’Università di Manchester, che aveva esultato per i massacri di Hamas del 7 ottobre: il governo britannico, per motivi di «sicurezza nazionale», ha deciso di revocarle il permesso di soggiorno. La diciannovenne, ora, sta facendo la vittima sui media progressisti, dicendo di essere stata fraintesa. Ma Londra non ha alcuna intenzione di fare passi indietro dinanzi a una persona che si era detta «full of joy» per l’attacco di Hamas.
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