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Libero Rassegna Stampa
12.05.2024 Odiano l’Occidente, amano la violenza
Editoriale di Mario Sechi

Testata: Libero
Data: 12 maggio 2024
Pagina: 1
Autore: Mario Sechi
Titolo: «Odiano l’Occidente, amano la violenza»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/05/2024, a pag.1 con il titolo "Odiano l’Occidente, amano la violenza" l'editoriale di Mario Sechi.


Mario Sechi

Piazze impazzite a Malmo, in migliaia hanno manifestato per chiedere il ritiro della cantante israeliana Eden Golan dall'Eurovision. Sono sempre le stesse scene in tutta Europa: ormai si chiede apertamente che Israele venga distrutta. Gente che odia l'Occidente e vuole la dittatura.

Quando finisce la guerra? La risposta è facile: quando l’avversario è sconfitto, piegato, senza volontà. Questa elementare regola non viene digerita da chi sostiene che Israele deve fermare la sua offensiva nella Striscia di Gaza. Prima si è detto che l’esercito non doveva intervenire a Gaza City, ora si dice che mai e poi mai bisogna dare la caccia alle belve di Hamas a Rafah.
Si diceva anche che a Gaza gli israeliani avrebbero fallito, in realtà l’operazione militare ha ottenuto il risultato atteso, cioè mettere all’angolo Hamas e i palestinesi che si riconoscono in questa gang criminale. Ora la vulgata è che entrare a Rafah non serva a niente e che Hamas resterà sempre in piedi e dunque la guerra non finirà mai. Se così fosse, la storia non sarebbe andata come predicano oggi gli utili idioti di Hamas che abbiamo visto in azione al Salone del Libro di Torino e perfino nel festival canoro di Eurovision, trasformato per l’occasione in EuroGaza. Se seguissimo questi pericolosi pifferai dei tagliagole islamisti, Adolf Hitler non sarebbe mai stato sconfitto, il Terzo Reich sarebbe ancora in piedi, i tedeschi dominerebbero il mondo, gli ebrei sarebbero sterminati e la storia dell’Europa sarebbe stata completamente diversa, rovesciata, un’ucronia. Sferrare il massimo della forza contro la Germania, questo ha chiuso la guerra. Senza la determinazione di Churchill, Roosevelt e Stalin (che certo non aveva in mente la democrazia, ma era stato minacciato da Hitler con l’Operazione Barbarossa) i nostri libri di storia sarebbero diversi.
È la mancanza di cultura, di senso storico, che oggi brilla nelle piazze. È emblematico che questo gigantesco buco nero sia visibile proprio al Salone del Libro di Torino e in una manifestazione canora europea, cioè dove dovrebbero esaltarsi la cultura, l’arte, l’immaginario, il sapere. L’estremismo dei nuovi chierici è esposto, visibile, si ritiene naturale essere non antagonisti, ma addittura ferocemente contro le idee liberali, fino all’esercizio della forza. Se Israele, l’unica democrazia del Medio Oriente, viene dipinto come una dittatura saltano tutti i canoni della conoscenza, non si distingue più tra il bene e il male. Di tutto questo, i primi colpevoli sono gli intellettuali che odiano l’Occidente nel loro intimo fino a esaltare la dittatura. Per gli altri, mentre loro si lamentano sui giornali del loro esilio a Capri.

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