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Il Giornale Rassegna Stampa
09.05.2024 L’errore Usa. Lo stop alle armi
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 09 maggio 2024
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «L’errore Usa. Lo stop alle armi»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 09/05/2024 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein con il titolo: "L’errore Usa. Lo stop alle armi".


Fiamma Nirenstein

Joe Biden, stop alle armi per bloccare l'offensiva israeliana su Rafah. Così gli Usa, per la prima volta, si schiera in difesa dei terroristi di Hamas pochi mesi dopo il pogrom del 7 ottobre. E questo nonostante Hamas continui a colpire le città israeliane, dimostrando che l'organizzazione terrorista è ancora operativa.

Due giorni or sono Israele fece a Hamas una proposta “di incredibile generosità” parole firmate da Blinken. Poi ha aspettato, ha aspettato, ed è venuto un bel “no”. Proprio nelle stesse ore, da Rafah, dove Hamas nel profondo delle gallerie nasconde la sua leadership e forse anche decine di rapiti che la proteggono, e dove ancora sono in forza quattro battaglioni, sono partiti dei colpi di artiglieria molto accurati contro le postazioni israeliane e hanno ucciso quattro soldati e feriti altri undici. di cui due gravi.

Anche la capitale del sud Sderot è stata bombardata, e ancora ieri a testimoniare che Hamas è viva e vegeta dentro Rafah, una ventina fra missili e grossi proiettili sono piombati proprio sui kibbutz su cui il 7 ottobre Hamas ha compiuto le sue atrocità. Poteva Israele esimersi dal rispondere? Israele finalmente dopo mesi di preparazione e lo spostamento verso Khan Yunis di centomila persone di Rafah, mentre si cerca di riaprire quanto più velocemente il valico di Shalom per fare entrare aiuti umanitari, come Biden richiede, agisce. Miracolo, contro tutte le previsioni dei buoni che credono nel cessate il fuoco come in una potentissima aspirina mediorientale, Hamas annuncia che accetta “il cessate il fuoco”. Davvero? Israele benché scettica, pur avendo capito ormai che Hamas non è interessata altro che a tenersi i poveri rapiti stretti a difesa di Sinwar, riapre, manda la sua delegazione al Cairo, e scopre in quelle ore di che cosa è fatta la proposta di Sinwar: di frasi tragicomiche. È pronto a dare 33 ostaggi, dice lui, di cui, si dice, solo 18 vivi. Il resto, corpi, e anche, si dice, “parti di corpo”. Il primo ostaggio di rivedrà solo dopo 3 giorni e poi 3 a settimana, solo prigionieri “umanitari”, ciascuno in cambio di 20 prigionieri anche supersanguinari, e nel secondo stadio 40 contro ciascuna donna-soldatessa. Sulla seconda fase, comunque sia andata la prima, Israele deve giurare subito che la accetta, mentre scorrono le settimane e Hamas si rimpannuccia di armi e soldi iraniani e qatarini.

La terza fase, in cui solo corpi di povere creature straziate vengono restituiti, deve di fatto portare a un cessate il fuoco definitivo. È mai possibile? Oltretutto, Hamas ha già rifiutato ieri ogni cambiamento alle sue idee geniali. E adesso, come si può seguitare a pretendere una tregua che ha la caratteristica principale di garantire la sopravvivenza del mostro senza garanzie? Come può Biden seguitare col bastone e la carota? Come può avviare un restringimento della fornitura di indispensabili proiettili a Israele, mentre lo minaccia e lo isola, e insieme, però dice a tutto il mondo durante la cerimonia contro l’antisemitismo, che lui ricorda molto bene cos’è successo il 7 di ottobre, nei particolari? D’accordo, ha le elezioni, vuole la pace, ma non capisce che non dipende dal ritegno di Israele, quanto dall’aggressività di Hamas. Se non lo si fermerà, essa aumenterà, e spareranno con Sinwar anche gli Hezbollah, e i Houty, e gli Iracheni mentre l’Iran con l’aiuto di Putin sosterrà tutta la compagnia? Israele agisce per ora con molta cautela verso la popolazione di Rafah, Biden lo vede; e quindi se ricorda il 7 ottobre, lasci che Hamas non possa agire di nuovo.

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