Francia, il socialista Glucksmann aggredito dai pro-Palestina Cronaca di Mauro Zanon
Testata: Libero Data: 03 maggio 2024 Pagina: 3 Autore: Mauro Zanon Titolo: «Gli studenti francesi alzano lo scontro»
Riprendiamo LIBERO di oggi, 03/05/2024, pag. 3, con il titolo "Gli studenti francesi alzano lo scontro", la cronaca di Mauro Zanon
Mauro Zanon
Parigi. La violenza verbale della sinistra radicale francese guidata da Jean-Luc Mélenchon, leader della France insoumise (Lfi), rischia sempre di più di degenerare in violenza fisica. Mercoledì scorso, Raphaël Glucksmann, capolista alle Europee del Partito socialista (Ps) e di Place publique, ha provato sulla sua pelle i metodi squadristi della gauche giacobina, che dall’inizio della campagna elettorale aizza i suoi elettori contro gli altri candidati, e in particolare contro i principali competitor a sinistra. Arrivato a Saint-Étienne per manifestare accanto ai lavoratori, Glucksmann, accreditato nei sondaggielettorali davanti a “France insoumise”, è stato accerchiato da una cinquantina di facinorosi affiliati al partito mélenchonista, che lo hanno insultato al grido di «Glucksmann, vattene» e «socialista bastardo», lanciandogli vernice, uova e lattine. Mélenchon ha smentito qualsiasi partecipazione dei suoi militanti, nonostante i responsabili delle intimidazioni stessero sventolando bandiere della Palestina e di Lfi al momento dell’aggressione, parlando di «espulsione organizzata»: insomma accusando Glucksmann di messinscena. Dal canto suo, il capolista del Ps e di Pp ha dichiarato che questo è «il risultato di mesi di attacchi e di calunnie» fomentati dagli Insoumis, che l’episodio dell’1 maggio è la conseguenza di una «brutalizzazione del dibattito pubblico», di una «violenza verbale» che finisce per «trasformarsi in fisica». Da settimane, il figlio del filosofo André Glucksmann è infatti al centro di una campagna intimidatoria da parte di Lfi, e in particolare da parte di Rima Hassan, candidata palestinese alle Europee con i mélenchonisti, nota per le simpatie pro Hamas.
Il capolista di Lfi è accusato dai seguaci di Mélenchon di essere sottomesso a Israele, di non sostenere la causa palestinese e di essere «complice del governo genocida di Netanyahu». In realtà, Glucksmann cerca solo una posizione di equilibrio, denunciando le derive antisemite cui stiamo assistendo in questi giorni, con occupazioni di scuole e istituti al grido di «Israele assassino» (così urlavano la scorsa settimana gli studenti pro palestinesi di Sciences Po). E la temperatura sta salendo ancora: atenei bloccati in tutto il Paese, richieste - respinte di stop agli accordi e ai master con Tel Aviv, con la ministra dell’Università, Sylvie Retailleau, che invita i rettori «a garantire l’ordine». C’è stata anche una nuova evacuazione di studenti che bloccavano la Sorbona, in 300 si erano riuniti organizzando un accampamento di una ventina di tende: «Siamo tutti figli di Gaza», «la Palestina vivrà, la Palestina vincerà» recitavano alcuni degli slogan.
Ieri, la direzione di Sciences Po Lille ha deciso di chiudere la scuola, inizialmente fino a mezzogiorno, dopo un «tentativo di blocco da parte di studenti “in parte esterni” a Science Po», ha dichiarato la direzione in un comunicato stampa.
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