Ucraina, missili a lungo raggio inviati dagli Usa Analisi di Marta Serafini
Testata: Corriere della Sera Data: 26 aprile 2024 Pagina: 11 Autore: Marta Serafini Titolo: «Gli Atacms a Kiev. Così cambia il fronte»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/04/2024, a pag. 11, con il titolo "Gli Atacms a Kiev. Così cambia il fronte" la cronaca di Marta Serafini
Marta Serafini
Lo ha confermato anche la Casa Bianca. Gli Atacms, i missili a lungo raggio, sono già arrivati a Kiev, in segreto, all’inizio del mese. «Non è stato annunciato che stiamo fornendo all’Ucraina i nuovi Atacms perché si voleva mantenere la sicurezza operativa per l’Ucraina, come ci hanno richiesto», ha spiegato il colonnello Garron Garn, portavoce del Pentagono.
Non si sa esattamente quanti Atacms siano stati forniti all’Ucraina, ma il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan ha già detto che Washington intende inviarne altri. Nell’autunno dello scorso anno, gli Stati Uniti avevano fornito all’Ucraina la versione «mid-range» del fiore all’occhiello di Lockheed-Martin, capace di colpire obiettivi a circa 160 chilometri di distanza. La preoccupazione era che Kiev potesse utilizzarli per attacchi su suolo russo, scenario che l’amministrazione Biden da sempre tenta di scongiurare per non essere direttamente coinvolta nel conflitto. Ora, i nuovi Atacms possono cambiare il quadro sul campo visto che possono essere lanciati ad oltre 300 chilometri. Le caratteristiche delle armi consentono all’Ucraina di usare un approccio diverso.
Negli ultimi mesi le forze di Kiev sono state costrette a cedere terreno lungo il fronte orientale, a causa dell’inferiorità in termini di uomini e munizioni. Ma i nuovi Atacms possono fornire una maggiore copertura all’esercito ucraino e possono complicare i piani di Mosca, che nelle ultime settimane è stata libera di colpire quasi quotidianamente le città ucraine con raid pesantissimi. Inoltre — ed è questo che preoccupa di più Mosca — gli Atacms danno agli ucraini la capacità di colpire più in profondità basi, strutture di stoccaggio e hub logistici. Il Cremlino come da prassi ha sminuito l’impatto che queste nuovi armi potrebbero avere sul conflitto: «Raggiungeremo il nostro obiettivo, ma ciò causerà ulteriori problemi alla stessa Ucraina», ha detto il portavoce Dmitry Peskov.
Gli occhi sono puntati anche sull’est dell’Ucraina. La Russia continua a premere, guadagnando terreno nell’area di Ocheretyne, particolarmente importante per lo snodo ferroviario, e il villaggio di Novobakhmutivka. Le forze di Mosca cercano di conquistare posizioni nella zona di Chasiv Yar, una quarantina di chilometri più a nord, ma sono state fin qui respinte. L’ingresso ufficiale degli Atacms a lungo raggio sul teatro di guerra costringe inevitabilmente Mosca a rivedere i propri piani. Oltre un mese fa, il presidente Vladimir Putin ha fatto riferimento all’ipotesi di creare una zona cuscinetto per proteggere le regioni che Mosca ha annesso. Nel mirino è finita la regione di Kharkiv, «candidata» a diventare l’obiettivo dell’offensiva che la Russia potrebbe lanciare tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate.
Come nel caso di molti altri sistemi d’arma sofisticati forniti all’Ucraina, l’amministrazione Usa, proprio mentre si avvicinava la luce verde ai 61 miliardi bloccati al Congresso, ha valutato se il loro utilizzo potesse aggravare ulteriormente il conflitto ma gli indugi sono stati rotti dopo che la Corea del Nord a sua volta ha fornito alla Russia missili a lungo raggio. I nuovi Atacms sono stati utilizzati per la prima volta la scorsa settimana per colpire un aeroporto russo nella Crimea occupata, poi martedì notte in un raid contro le truppe russe nella città portuale occupata di Berdyansk sul Mar d’Azov. I primi di una serie di colpi che gli ucraini si preparano a mettere a segno, dopo mesi di svantaggio.
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