Milano, alla Statale zittiti gli studenti anti-Hamas Cronaca di Giorgia Petani
Testata: Libero Data: 25 aprile 2024 Pagina: 9 Autore: Giorgia Petani Titolo: «Zittiti alla Statale gli studenti anti-Hamas»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 25/04/2024, a pag. 9, con il titolo "Zittiti alla Statale gli studenti anti-Hamas", la cronaca di Giorgia Petani
Sono stati derisi, sbeffeggiati e interrotti continuamente i due studenti dell’Università Statale di Milano che nel corso della giornata di ieri hanno preso parte all’assemblea pubblica sulla situazione in corso in Medio Oriente.
Eppure, si sostiene spesso che le università dovrebbero essere luoghi in cui è possibile discutere civilmente, rispettando le opinioni di tutti.
Tuttavia, sembra che i giovani presenti all’assemblea non la pensino allo stesso modo. L’aula è gremita di persone, con alcuni in piedi e altri che cercano spazio in fondo alla stanza. Una lunga fila di giovani si è formata per poter prendere la parola al tavolo dove sono seduti due moderatori, il rettore uscente Elio Franzini e la neo-eletta rettrice Marina Brambilla, che è arrivata poco dopo.
La richiesta degli studenti rimane costante: la sospensione degli accordi universitari con gli atenei israeliani e una conseguente presa di posizione da parte dell’Università Statale di Milano. «Assistiamo all’incapacità delle istituzioni di schierarsi davanti a evidenze così chiare.
Riteniamo che non ci basta soltanto rescindere accordi con le università israeliane», ha spiegato una delle moderatrici dell’assemblea pubblica. Per la ragazza, attivista di Rebelot, tuttavia «un’azione burocratica, se non è inserita in un contesto politico, perde il suo valore. È necessario avviarsi verso una presa di posizione accademica su quello che sta succedendo a Gaza».
Ma tra folla c’è chi non sembra pensarla allo stesso modo. La voce fuori dal coro si chiama Pietro Balzano, ha 23 anni e studia Scienze Politiche Internazionali. «Anche se è vero che questa è una moderazione di parte, si può intuire come mai (una certa parte di studenti) abbia deciso di non presentarsi», ha osservato il ragazzo. «Questa moderazione di parte ha cominciato con il dire che noi diamo per assodati dei dati di fatto che dati di fatto non sono». Per il 23enne «non possiamo definire quanto sta accadendo in Israele genocidio quando l’organo che esiste per farlo non si è espresso. Siamo tutti innocenti fino a prova contraria. Ho sentito dire che le università israeliane si sono schierate con le azioni dell’esercito», ma «questo non è vero», ha ribadito. Sono bastate queste parole per agitare la folla di studenti presenti in aula. Fischi, risate e battute hanno reso difficile l'intero intervento del ragazzo, che a margine dell'assemblea alla domanda se si presenterà ancora a questo tipo di iniziative ha detto: «Dopo oggi viene a mancare la fiducia nel fatto che si possa organizzare un vero dibattito sull’argomento» perché il dibattito «deve venire dai fatti».
Il giovane nel corso del suo intervento in aula aveva anche affermato di non aver mai sentito citare Hamas, «tutti abbiamo visto qual è stata la reazione dell’aula quando ho detto di non aver sentito una parola su Hamas». Già, perché la moderatrice al termine del suo intervento ha spiegato al ragazzo che non avrebbe avuto la possibilità di replicare. «Non ti faccio rispondere», ha tuonato la ragazza. Per Pietro Balzano «sono gli stessi che criticano poi le università israeliane perché non permettono la libertà di espressione e sono allineati al regime» quando «invece quelle università stesse, come ho detto nel mio intervento, ma è passato inosservato, scendono in piazza con diverse migliaia di persone per contestare le azioni di Israele a Gaza». Intanto, per quanto riguarda le richieste avanzate dagli studenti riguardo agli accordi con le università israeliane, il rettore uscente Elio Franzini ha annunciato che verrà istituita una nuova commissione. «Abbiamo stabilito nell’ultimo senato accademico di fare una commissione che prenderà in esame, con criteri chiari, gli accordi con Paesi in stato di belligeranza o che abbiano violazioni espliciti di diritti umani o civili». Per quanto concerne invece la presa di posizione da parte dell’Ateneo, Franzini è stato netto: «Noi non prendiamo parti, ma ascoltiamo tutti».
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