Netanyahu accelera: più pressione contro Hamas Analisi di Mirko Molteni
Testata: Libero Data: 22 aprile 2024 Pagina: 13 Autore: Mirko Molteni Titolo: «Israele innalza la pressione su Hamas»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 22/04/2024, a pag. 13 con il titolo "Israele innalza la pressione su Hamas" la cronaca di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
Resta alta la tensione fra Israele e palestinesi. Ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che «nei prossimi giorni aumenterà la pressione su Hamas». E si apre un nuovo fronte di attrito fra Gerusalemme e Wahashington. Gli scambi di fuoco tra Iran e Israele sembravano ricompattare fra loro lo stato ebraico e l’America, contraria alla progettata offensiva di terra su Rafah, roccaforte di Hamas nel Sud della Striscia di Gaza, ma anche rifugio di profughi. Anche se la Camera di Washington ha approvato 26 miliardi di dollari di aiuti a Israele, una nuova incrinatura è emersa ieri. Il giornalista Barak Ravid di Axios, basandosi su «tre fonti americane», ha anticipato che il governo Usa si appresterebbe, per la prima volta, a comminare sanzioni a un reparto militare israeliano. Si tratta del 97° Battaglione Netzah Yehuda (che in ebraico significa Eternità di Giuda), parte della 900° Brigata Kfir e accusato da Washington di «violazioni dei diritti umani in Cisgiordania». Il battaglione, composto da 1000 uomini e guidato dal comandante Shlomo Shiran, è un’unità speciale per consentire agli ebrei ultraortodossi di servire nell'esercito. Vietato al personale militare femminile, pare vi militino coloni ebraici di ultradestra rifiutati da altri reparti. Potrebbe vagamente ricordare una sorta di “battaglione Azov” israeliano, fatti i debiti distinguo con il noto reparto ucraino. Impiegato in Cisgiordania, il Netzah Yehuda avrebbe la mano pesante nei campi profughi intrecciati con covi di Hamas. Ancora ieri operazioni antiterrorismo dell’esercito di Israele hanno causato 14 morti, presunti miliziani, nel campo di Noor Shams. Le sanzioni si configurerebbero come un divieto, per quel battaglione, a ricevere dagli Usa materiale militare e addestramento. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu non ci sta e diffida l'alleato dal sanzionare l'esercito: «Le forze armate non devono essere sanzionate. È il massimo dell’assurdità e il punto più basso dal punto di vista morale. L’esecutivo agirà con tutti i mezzi contro queste mosse». L’esercito israeliano si dice ignaro: «Non siamo al corrente di tale decisione degli Usa. Se verrà presa, sarà esaminata. L'esercito lavora per indagare ogni incidente inusuale, basato su fatti, in accordo con la legge». Il ministro Benny Gantz, chiedendo al segretario di Stato americano Anthony Blinken di soprassedere, ha osservato: «È un pericoloso precedente che trasmette il messaggio sbagliato ai nostri comuni nemici in tempo di guerra».
VIGILIA DI PASQUA
E Netanyahu, parlando alla vigilia della Pasqua ebraica, che dura fino al 29 aprile, ha promesso nuovi colpi su Hamas, per demolirne le capacità e spingerla a trattare alle condizioni di Israele per liberare gli ostaggi ebrei: «Nei prossimi giorni aumenteremo la pressione militare e politica su Hamas perché è l’unico modo per liberare i nostri ostaggi e vincere. Finora, tutte le proposte per il rilascio dei rapiti sono state respinte da Hamas». È la reazione alle accuse del capo di Hamas, Ismail Haniyeh, che, dopo un incontro col presidente turco Erdogan, ha imputato agli ebrei il fallimento dei negoziati: «Ogni bozza presentata da Hamas dimostra che Egitto, Qatar, Turchia, Russia, Onu e Stati Uniti, sono i garanti dell’accordo, ma ogni volta gli israeliani rifiutano di includere Turchia e Russia come garanti». Ieri il generale Herzl Halevi, capo di stato maggiore dell’esercito ebraico, ha approvato i piani di battaglia del Gruppo Sud, guidato dal generale Yaron Finkelman, visitando il comando di Beersheba. È forse l’anticipo dell’offensiva su Rafah, per cui Israele conterà sul contributo americano. Dei 26,4 miliardi di dollari stanziati dagli Stati Uniti, 5,2 miliardi saranno destinati a ricostituire le scorte di sofisticati missili da difesa aerea come l’Iron Dome. Ben 3,5 miliardi andranno per l’acquisto di altre armi avanzate e un miliardo per finanziarne la produzione, oltre a 4,4 miliardi per altre voci. Infine, 9,2 miliardi sono per aiuti umanitari destinati a Gaza e alla Cisgiordania, elargiti via canali diversi dall’Unrwa, accusata di intrecci con Hamas. Proprio ieri è stata trovata presso l'ospedale Nasser di Khan Yunis una fossa comune con decine di cadaveri, secondo il portavoce della Protezione civile della Striscia di Gaza, Mahmoud Bassal, «uccisi dalle truppe israeliane». Aggiunge: «La scoperta di 50 martiri è dovuta a scavi nell'area dell'ospedale. Gli scavi continuano, ci sono altri corpi, attendiamo la fine delle operazioni per attribuire nomi e identità». Sul fronte iraniano, foto satellitari mostrano che l'attacco di droni di tre notti fa su Isfahan ha danneggiato postazioni di di missili antiaerei S-300 d'origine russa. La guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha ringraziato le forze armate per le ondate di missili e droni del 13 aprile su Israele, invitandole a «perseguire l'innovazione militare e apprendere le tattiche del nemico». Ai post con cui il ministro degli Esteri ebraico Israel Katz presenta la Torre Eiffel di Parigi o il Colosseo di Roma come possibili bersagli dei missili di Teheran, il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani risponde rigettando gli allarmismi: «Non credo a ipotesi di attacco all’Occidente da parte dell’Iran, che pure commette errori gravi. Dare droni alla Russia e dare droni e armi a Hezbollah non va bene. Dobbiamo evitare di creare il panico».
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