Usa: Johnson abbandona Trump, finalmente! Cronaca di Viviana Mazza
Testata: Corriere della Sera Data: 22 aprile 2024 Pagina: 13 Autore: Viviana Mazza Titolo: «Contro il partito, ma «dal lato giusto della Storia». Adesso Johnson rischia il posto»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/04/2024, a pag.13, con il titolo "Contro il partito, ma «dal lato giusto della Storia». Adesso Johnson rischia il posto" l'analisi di Viviana Mazza.
Viviana Mazza
Quello che ha fatto lo speaker repubblicano della Camera Mike Johnson, ottenendo dopo mesi di stallo l’approvazione dei 95 miliardi di dollari in aiuti all’Ucraina, a Israele e a Taiwan, è qualcosa di ormai raro nell’era «Make America Great Again». Ha sfidato la maggioranza del suo partito. Affidandosi alle informazioni dell’intelligence illustrategli personalmente dal capo della Cia Bill Burns ma anche ai consigli di Mike Pompeo, ex segretario di Stato di Trump che l’ha convinto che Russia, Cina e Iran agiscano in concerto, dopo aver incontrato vari leader europei ma anche cristiani evangelici ucraini preoccupati dall’influenza della chiesa ortodossa di Mosca e dopo aver pregato, Johnson ha cambiato posizione sugli aiuti a Kiev.
«Mi ha detto: voglio essere dal lato giusto della Storia», ha raccontato il repubblicano Michael McCaul, capo della Commissione Affari Esteri. Johnson ha pensato a suo figlio, iscritto all’Accademia Navale. «Preferisco mandare munizioni in Ucraina piuttosto che giovani americani».
C’è chi la chiama una conversione, chi lo definisce un «improbabile Churchill» o un «vero repubblicano reaganiano». «Sta imparando — ha detto l’ex speaker Newt Gingritch —. La Camera non è un campo giochi. Qui si fa la Storia, parliamo della potenziale occupazione russa dell’Ucraina». Ora però il 52enne Johnson rischia di perdere il posto di speaker che ha occupato sei mesi fa quand’era uno sconosciuto deputato della Louisiana, nella caotica ricerca di un successore per il defenestrato Kevin McCarthy.
Il repubblicano ha pensato al figlio cadetto: «Meglio mandare munizioni che uomini»
Johnson aveva contribuito al tentativo fallito di Trump di evitare la ratifica del Congresso della vittoria di Biden alle elezioni. Nel 2022, quando l’appoggio all’Ucraina era ancora relativamente bipartisan, fu uno dei 57 repubblicani che votarono contro 40 miliardi di aiuti. Il 12 aprile Johnson è stato a Mar-a-Lago da Trump, per presentargli in anticipo il suo piano sugli aiuti, lanciando un messaggio alla deputata della Georgia Marjorie Taylor Greene, altra fedelissima di Trump oltranzista contro i fondi a Kiev che ora vuole defenestrare Johnson. Trump disse: «Sto con lo speaker»; ma non ha criticato Greene né le avrebbe chiesto di desistere. Johnson aveva parlato anche con Biden, che gli ha dato il suo appoggio per il piano di far approvare gli aiuti attraverso quattro proposte di legge, che includono fondi per Israele, per l’Indo-Pacifico e la fine del controllo cinese di TikTok.
Risultato: i 61 miliardi per Kiev sono passati, approvati da meno della metà dei repubblicani (112), compatti invece sulle altre misure. Il leader della minoranza democratica Hakeem Jeffries è stato cruciale nel portare il resto dei voti. Ma la ricerca del compromesso è un tabù nell’attuale clima politico. Due deputati oltre a Greene vogliono la testa dello speaker; altri lo invitano a dimettersi. Non è detto che Trump venga in suo soccorso. Fonti vicine all’ex presidente dicono al Daily Beast che non ha intenzione di muovere un dito e ha abbastanza pensieri col processo a New York. Suo figlio Don jr ha definito la legge «spazzatura». Per Steve Bannon, Johnson è «un morto che cammina». I democratici potrebbero salvarlo, ma non è chiaro se possa durare. Johnson spera che i repubblicani considerino controproducente il caos.
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