Ma la NATO si deciderà a aiutare l’Ucraina? Intervista di Federico Fubini
Testata: Corriere della Sera Data: 22 aprile 2024 Pagina: 12 Autore: Federico Fubini Titolo: «Il manager dell’elettricità: «Le bombe hanno distrutto l’80% della produzione»»
Riprendiamo dal Corriere della Sera di oggi, 22/04/2024, a pag. 12, con il titolo "Il manager dell’elettricità: «Le bombe hanno distrutto l’80% della produzione»" l'intervista di Federico Fubini a Maxim Timchenko, amministratore delegato della compagnia elettrica ucraina Dtek.
Federico Fubini
Dietro l’autocontrollo il manager Maxim Timchenko nasconde a stento l’indignazione. Da amministratore delegato di Dtek, il campione ucraino dell’energia elettrica, la sua furia è rivolta alla Russia. Ma non sarebbe sorprendente se provasse frustrazione verso i governi occidentali che stanno lasciando il suo Paese privo di sufficienti difese antiaeree.
Le vostre infrastrutture elettriche sono tornate sotto attacco. Con quanti danni?
«Nelle ultime settimane sono state bombardate cinque delle nostre sei centrali. La sesta è vicina al confine russo e viene attaccata ogni giorno. Abbiamo perso fra il 70% e l’80% della capacità di produzione elettrica. Attualmente stiamo cercando di ricostituirla per quanto possibile, il piano è di recuperarne gran parte entro l’inverno. Sempre che non arrivino altri attacchi».
In termini finanziari, di cosa avete bisogno?
«Per ricostituire parte di quanto distrutto, servono 230 milioni di dollari in mezzi e strumenti solo per affrontare il prossimo inverno. Ma certo i danni complessivi valgono svariate centinaia di milioni di dollari: non abbiamo ancora il quadro esatto».
Quanta parte della popolazione ucraina è oggi senza elettricità?
«Riceviamo un aiuto dai Paesi europei, che ci permettono di importare energia, dunque gran parte della popolazione è ancora coperta. Ma i bombardamenti hanno provocato danni anche ai sistemi di trasmissione e per questo le regioni confinanti con la Russia stanno soffrendo. Hanno enormi problemi, perché è difficile far arrivare la corrente dove necessario».
Qual è l’aiuto più urgente che vi serve?
«È assolutamente prioritario rafforzare i nostri sistemi di difesa aerea, in questo abbiamo bisogno di supporto dagli Stati Uniti e dall’Europa. In caso contrario, tutto ciò che faremo per restaurare la capacità di produzione e trasmissione è destinato a essere vanificato. Senza difese aree gli impianti ricostruiti saranno distrutti a ciclo continuo».
Le infrastrutture colpite nelle ultime settimane erano state già riparate dopo attacchi precedenti?
«In due casi sì. Le avevamo ricostituite l’inverno scorso e ora sono di nuovo distrutte. La differenza è che prima i russi colpivano solo i sistemi di trasmissione, invece da gennaio hanno iniziato a prendere di mira anche le centrali di generazione».
Dunque senza le difese aree che gli Stati Uniti ora dovrebbero poter inviare, si rischia un ciclo continuo di distruzioni, ricostruzioni e nuove distruzioni?
«Assolutamente sì. E dopo ogni bombardamento non riusciamo mai a riportare un impianto al 100% della capacità di prima. Ogni attacco riduce l’affidabilità delle infrastrutture, fino a che a un certo punto dovremo considerarle definitivamente perdute».
La rete e le centrali elettriche sono obiettivi civili. Perché secondo lei i russi continuano a colpirle?
«È quello che fanno i terroristi: cercano di portare quanta sofferenza possono, alla cieca. Non si trova un’altra spiegazione per dei comportamenti terroristici. Il Tribunale penale internazionale dell’Aia indaga questi attacchi come crimini di guerra».
I russi dicono che sono la risposta agli attacchi alle loro raffinerie sul loro territorio da parte degli ucraini.
«E cosa spiega i loro bombardamenti alla nostra rete elettrica di due mesi fa, di sei mesi fa, di due anni fa? Lo fanno quasi dall’inizio della guerra, non ci sono giustificazioni che tengano».
La Russia ha intensificato gli attacchi, dopo l’attentato dell’Isis al Crocus di Mosca? Loro dicono che dietro ci sia l’Ucraina.
«I russi arrivano a tali estremi che si rendono ridicoli. È persino difficile commentare ciò che dicono. Sono totalmente privi di credibilità, nessuno gli dà ascolto».
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