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Libero Rassegna Stampa
13.04.2024 Iran: ecco come vuole assalire Israele. Missili e 100 droni pronti
Analisi di Daniele Dell'Orco

Testata: Libero
Data: 13 aprile 2024
Pagina: 15
Autore: Daniele Dell'Orco
Titolo: «Iran: missili e 100 droni per Israele»

Riprendiamo da LIBERO del 13/04/2024, a pag. 15, con il titolo "Iran: missili e 100 droni per Israele" cronaca di Daniele Dell'Orco.

Daniele Dell'Orco
Daniele Dell'Orco

Missili iraniani. Nell'eventuale attacco a Israele, che potrebbe iniziare anche nelle prossime ore (così minaccia il regime degli ayatollah da giorni) sarebbero i protagonisti della guerra, assieme ai droni. Ma «Sappiamo come rispondere», ha dichiarato Yoav Gallant, ministro della Difesa.

Da un paio di giorni lo spazio aereo sopra Teheran è chiuso a causa di non meglio precisate “esercitazioni militari”. Ma per una potenza militare specializzata in vettori aerei come l’Iran potrebbe significare poco altro rispetto alla possibilità di un imminente attacco aereo di ritorsione nei confronti di Israele dopo che a Tel Aviv è stato attribuito il raid missilistico contro il consolato iraniano a Damasco (sette morti, tra cui un generale dei pasdaran). Ieri il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha condotto una «valutazione della sicurezza» nel mezzo dei preparativi per l'ormai certo attacco iraniano. Alla riunione sono stati invitati sia il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz sia quello della difesa Yoav Gallant. Il portavoce dell’esercito Daniel Hagari ha confermato che l’Idf «è in alto allarme». Non è ancora certo che l’Iran voglia davvero spingersi fino all'attacco diretto su territorio israeliano ma molti media statunitensi come il Wall Street Journal, che cita fonti, lo danno per assodato entro 24 ore: «Un attacco diretto dell’Iran comporterà una appropriata risposta da parte di Israele - ha detto Gallant, in una conversazione telefonica con il suo omologo Usa Lloyd Austin -. Siamo pronti a difenderci sul territorio e in aria, in stretta cooperazione con i nostri partner. Sappiamo come rispondere», ha sottolineato Gallant.

SCELTE TATTICHE

Un attacco dall’Iran su Israele, forte anche dello studio dell’esperienza russa in Ucraina, potrebbe essere condotto combinando uno sciame di dozzine di droni di vario tipo e decine di missili balistici rivolti contro obiettivi militari all’interno del territorio dello Stato ebraico dopo aver saturato le imponenti difese aeree di Gerusalemme. Ecco perché la portaerei statunitense Eisenhower sta risalendo lungo il Mar Rosso verso Israele, per aumentare la deterrenza visto che è in grado di intercettare missili e droni lanciati dall’Iran. Un attacco di questo tipo sarebbe, però, un atto di guerra a tutti gli effetti. Con tutto ciò che ne conseguirebbe, non da ultimo un legame rinsaldato tra Tel Aviv e Washington che stava invece vacillando nelle ultime settimane di offensiva israeliana a Gaza. Non è affatto escluso, quindi, che Teheran possa scegliere infine un’operazione su scala ridotta, e magari rivolta a bersagli israeliani fuori dal territorio dello Stato ebraico, per evitare una escalation pericolosa. Le diplomazie europee intanto sono al lavoro per placare i bollori iraniani. Ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo iraniano, Hossein Amir-Abdollahian: «Ho rivolto un appello alla moderazione. Tutti gli attori regionali devono dare prova di responsabilità. L’Italia rimane in prima linea, anche come Presidenza G7, per evitare un allargamento del conflitto in Medio Oriente, per abbassare la tensione e per facilitare il dialogo». Amirabdollahian, che nei giorni scorsi con la mediazione di diplomatici del Qatar, degli Emirati e dell'Arabia Saudita ha fatto sapere agli USA di «restare fuori» dallo scontrose non vogliono che le basi americane nella regione diventino bersagli, ha sentito anche il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock, ha definito però quella imminente «una difesa legittima» e una "necessità» allo scopo di «punire l'aggressore».

ATOMICA IN SEI MESI

Francia e Germania hanno invitato i propri cittadini ad astenersi dai viaggi in Iran, Israele, Libano e Territori palestinesi e hanno inoltrato richiesta a coloro che si trovano in Iran di lasciare il Paese. La teocrazia iraniana, nel frattempo, è sempre più vicina all’ingresso nel "club del nucleare". A seguito della visita a febbraio nell’impianto blindato di Fordow, gli ispettori dell’Aiea hanno infatti raccolto segnali allarmanti. Dopo lo stop all'accordo sul nucleare del 2015, l'Iran sta conducendo un’attività definita "frenetica", con apparecchiature appena installate in grado di produrre uranio arricchito a ritmi sempre più elevati e con un’espansione che potrebbe portare presto al raddoppio della produzione. Il combustibile nucleare che ne risulta è una sorta di uranio altamente arricchito, appena al di sotto del livello minimo previsto per scopi militari. Teheran, a oggi, disporrebbe di quantità di questo materiale utili a produrre almeno tre bombe nel giro di poche settimane. . La realizzazione di un ordigno nucleare grezzo potrebbe avvenire in soli sei mesi, mentre superare le sfide legate alla costruzione di una testata nucleare trasportabile tramite un missile richiederebbe più tempo, forse due anni o più. n diplomatico europeo a conoscenza delle discussioni interne del board dell’Aiea ha dichiarato al Washington Post:«Potrebbero arrivare al livello di arricchimento per le armi nucleari semplicemente girando un interruttore».

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