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Libero Rassegna Stampa
10.04.2024 25 Aprile/1 Maggio: già pronta la chiassata
Commento di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 10 aprile 2024
Pagina: 1/11
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «La sinistra punta tutto sulla lotta antifascista»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 10/04/2024, a pag. 1/11, con il titolo "La sinistra punta tutto sulla lotta antifascista", il commento di Daniele Capezzone.

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Come tutti i 25 aprile, le bandiere della Palestina saranno dominanti. La sinistra, anche questa volta, si prepara già alla chiassata, per portare il discorso elettorale sull'antifascismo, metodo facile per mascherare i propri guai interni

Portiamoci avanti con il lavoro, anzi prepariamoci a un giallo politico dall’esito già scritto, o se preferite a un caso da manuale di riflesso pavloviano, con un ben preciso stimolo che innesca la più scontata e prevedibile delle risposte.
Il quesito è: come farà la sinistra a tentare di uscire dai guai in cui si è cacciata? Facciamo un rapido elenco delle sciagure nel campo progressista (ex “largo”): schiaffi e figuracce a Bari; figuracce e schiaffi a Torino (invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia); coalizione ormai inesistente, anzi deflagrata a piccoli pezzi; Pd avvelenato con i Cinquestelle che fanno sciacallaggio; Cinquestelle scatenati contro il Pd (livello “partito di Bibbiano”, per capirci); dirigenti dem nel panico perché hanno capito che Schlein vuole usare la circostanza per un repulisti interno (le temute “purghe” schleiniane: quando si dice dalla tragedia alla farsa...); Conte in modalità avvoltoio ma ancora insoddisfatto dei sondaggi che non registrano miglioramenti significativi.
E potremmo continuare a lungo...

LA FAVOLA

Tutto questo - peraltro - fa letteralmente a brandelli il racconto a colori pastello che veniva spacciato appena quattro settimane fa alla vigilia delle elezioni in Abruzzo, sull’onda del successo di misura già colto in Sardegna grazie ai ben noti autogol del centrodestra. La tesi della sinistra politica (ed editoriale) era che il campo largo avrebbe stravinto, che ci sarebbe stata nientemeno che una “spallata” ai danni del governo, che l’esecutivo sarebbe finito in crisi nera. Insomma, era fatta. E invece - guarda un po’... - neanche un mese dopo a sinistra sono volati gli stracci: e le cronache vi racconteranno, rispetto alla giornata di ieri, perfino la difficoltà di scambiarsi una veloce e gelida stretta di mano tra Conte e Schlein. Pesci in faccia, praticamente: anzi, poissons à la figure, secondo un irresistibile sketch del grande Carlo Dapporto, che usava un francese improbabile per mostrare l’assurdità comica di una situazione.
E allora si torna alla domanda iniziale: come pensano di uscirne?
Elementare, Watson: i lettori di Libero lo sanno già. A sinistra conoscono infatti un solo schema, che pure stavolta verrà ripetuto come da copione: cercheranno di puntare tutto sulla sequenza 25 aprile-1° maggio, per farne una chiassata contro il governo, una chiamata alla lotta antifascista, e insieme per tentare di autocertificare la propria esistenza in vita.
È già tutto scritto, così come sono pronti gli ingredienti da infilare a forza nel solito frullatore: il fascismo che ovviamente non esiste ma è “sempre in agguato”, le “destre pericolose” che avanzano in Italia e in Europa, la minaccia di Trump, i ragazzi nelle università, i manganelli della polizia. Aggiungete a caso tre-quattro cantanti che comiziano a vanvera, un Landini che strilla, un Netanyahu bersaglio fisso, più il solito gruppetto di professori mosche cocchiere.

DOPING ELETTORALE

Tutto questo risolverà i problemi della sinistra? Ovviamente no.
Produrrà un minimo di doping elettorale? Ma figurarsi: non ci casca più nessuno, meno che mai i delusi e gli astenuti di sinistra a cui questo richiamo sarebbe indirizzato. In sostanza, non servirà a niente.
Ma - ecco il punto - è certo che funzionerà da grande anestetico, da potente antidolorifico, e soprattutto da arma di distrazione di massa. Per sette o forse dieci lunghissimi giorni (considerando il pre e il post) parleremo solo di fascismo e antifascismo, e a sinistra potranno per una settimana abbondante coltivare l’illusione a loro più cara: dividere il paese in due come su una lavagna, scrivere da una parte i nomi dei buoni (cioè loro stessi), e dall’altra quelli dei cattivi (cioè tutti gli altri). Si scalderanno e si rassicureranno con la loro coperta di Linus, si autoconsoleranno, e poi potranno tornare alle occupazioni più consuete: litigare selvaggiamente tra loro e perdere tutti insieme.

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