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Libero Rassegna Stampa
10.04.2024 Israele: se l’Iran ci attacca, noi lo attaccheremo
Cronaca di Matteo Legnani

Testata: Libero
Data: 10 aprile 2024
Pagina: 17
Autore: Matteo Legnani
Titolo: «Guerra a Hamas, Israele avverte tutti: Se l'Iran ci attacca, noi attaccheremo loro»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/04/2024, a pag.17, con il titolo "Guerra a Hamas, Israele avverte tutti: Se l'Iran ci attacca, noi attaccheremo loro" la cronaca di Matteo Legnani.

Iran e Palestina, il regime degli ayatollah è il maggior istigatore del terrorismo di Hamas. Ora minaccia di attaccare Israele. Ma la risposta militare israeliana è pronta, come ha affermato il ministro degli Esteri Israel Katz

Israele è pronto alla guerra con l’Iran. Lo ha detto, durante una visita ufficiale a Roma, il ministro degli Esteri di Gerusalemme, Israel Katz. L’esponente del Likud (lo stesso partito del premier Benjamin Netanyahu) ha spiegato che «se l’Iran ci attaccherà direttamente, noi attaccheremo l’Iran. E se saranno le milizie alleate dell’Iran a farlo, come rappresaglia per la distruzione del consolato a Damasco, attaccheremo anche loro» ha avvertito Katz, rispondendo alle minacce di un attacco su suolo israeliano pervenute nei giorni scorsi da ambienti vicini a Teheran.
Guerra su tutti i fronti, dunque, se sarà necessario. Perché, ha spiegato ancora il ministro, «il nostro ritiro da Khan Younis è avvenuto perché il lavoro lì era finito.
Ma questo non significa che, in un futuro prossimo, non entreremo a Rafah. Se troveremo un accordo per la liberazione di tutti gli ostaggi che sono ancora in mano a Hamas, ci sarà un temporaneo cessate il fuoco e le nostre forze armate non entreranno a Rafah. Ma lo faranno comunque in futuro, a tempo debito, e Hamas non si illuda che non accadrà».
Katz ha poi messo in guardia Europa e Stati Uniti sul pericolo rappresentato dall'Iran: «A noi è chiaro che l'Iran sia la testa del serpente. Da Decenni, ormai, finanzia il terrorismo in questa regione del Medio oriente, e non ha mai smesso di farlo. Oggi c'è l’Iran dietro Hezbollah che ci lancia missili dal Libano e dietro gli Houthi che attaccano Eilat da sud. Ma l'occidente fa finta di niente. Fa finta di non sapere che Teheran ha fornito a Hezbollah 150mila missili per distruggerci. E non fa quello che dovrebbe fare con sanzioni e pressioni politiche e militari per impedire che Teheran si doti dell'arma atomica».
Un altro fronte delicato sarà quello del dopo-guerra a Gaza. Il rappresentante del governo di Benjamin Netanyahu ha ribadito che «Israele non intende restare nella Striscia dopo che le operazioni militari saranno terminate. Sarà la comunità internazionale a prendersi la responsabilità della Striscia, una volta sconfitta Hamas. Ma chiunque verrà ad amministrare Gaza deve lasciare a Israele la possibilità di intervenire sul tema della sicurezza, lasciarci entrare nel caso dovessimo vedere nuove organizzazioni terroristiche prendere piede nella Striscia».
Quanto all’ipotesi dei due Stati, Katz ha affermato che «nessun leader politico in Israele, non solo Netanyahu, oggi sostiene quell’ipotesi. Dopo il 7 ottobre la nostra opinione pubblica non vuole più che la sicurezza dello Stato ebraico dipenda dai palestinesi. Neanche Hamas ha mai voluto due Stati, punta a creare il califfato islamico».
L’unica strada percorribile, secondo Israele, è «il negoziato diretto con i palestinesi, con chi è al potere, per trovare un modo per convivere. Lo stiamo già facendo in Cisgiordania, ad esempio, dove collaboriamo sulla sicurezza con l’Autorità nazionale palestinese, anch’essa spaventata dai terroristi».

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