Israele contro Al Jazeera, la TV dell’odio palestinese Cronaca di Giovanni Longoni
Testata: Libero Data: 02 aprile 2024 Pagina: 1/14 Autore: Giovanni Longoni Titolo: «Israele proibisce Al Jazeera, l'emittente dell'odio palestinese»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/04/2024, a pag. 1/14, con il titolo "Israele proibisce Al Jazeera, l'emittente dell'odio palestinese", la cronaca di Giovanni Longoni.
Giovanni Longoni.
L’ultima falsità è stata quella sugli stupri che i soldati israeliani avrebbero commesso a Gaza. Al Jazeera, la televisione più seguita in tutti i Paesi arabi, ha dovuto cancellare la pagina web con il servizio e il video, basati sulla testimonianza non verificata di una donna che intendeva con il suo racconto inventato «suscitare fervore» nella nazione impegnata nello scontro con i sionisti. “Sionisti” che, stavolta, dopo decenni di “notizie” del genere, hanno reagito: la Knesset ha approvato la legge che consente al governo di chiudere (temporaneamente) chi, con fake news, attenta alla sicurezza nazionale.
In realtà, la storia degli stupri sulle arabe era piaciuta soprattutto al di fuori del mondo palestinese, in particolare alle Nazioni Unite, a partire dal segretario generale Antonio Guterres. Forse perché sembrava pareggiare i conti con le notizie,reali invece, degli stupri e delle torture commessi dai palestinesi sulle donne ebree? Chissà.
ESTREMISMO
I rapporti tra l’emittente satellitare del Qatar e Israele sono pessimi da sempre. La tv fondata a Doha nel 1996 ha stretti legami con lo Stato qatarino, ne è spesso il megafono però l’emiro lascia effettivamente molta libertà. Che lo staff direttivo usa per portare avanti la sua linea editoriale simpatetica con l’islam politico.
La «legge Al Jazeera», che conferisce al governo di Israele poteri temporanei per impedire alle reti di notizie straniere di operare se si ritiene che stiano danneggiando la sicurezza nazionale, è stata approvata in seconda e terza lettura dalla Knesset. Il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi era felice come una Pasqua: «Non ci sarà libertà di parola per i portavoce di Hamas in Israele. Al Jazeera sarà chiusa nei prossimi giorni». La legge autorizza il ministro delle comunicazioni a ordinare ai «fornitori di contenuti» di cessare la trasmissione del canale in questione; ordinare la chiusura degli uffici israeliani del canale; ordinare la confisca delle attrezzature del canale; e ordinare che il sito web del canale venga messo offline, se il server si trova fisicamente in Israele, o altrimenti bloccare l’accesso al sito web». Misure valide per 45 giorni, ma con la possibilità di essere rinnovate per ulteriori periodi della medesima durata.
IL QUADRO LEGALE
Secondo i termini di legge, qualsiasi ordine di chiusura di un canale di notizie straniero deve essere presentato entro 24 ore per la revisione giudiziaria da parte del presidente di un tribunale distrettuale, che deve quindi decidere entro tre giorni se desidera modificare o abbreviare il periodo dell’ordine. Il provvedimento era stato approvato in prima lettura a febbraio ed è passata in seconda e terza lettura dopo un lungo dibattito nel Comitato per la sicurezza nazionale. Nel 2017 furono Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Bahrein a chiedere ufficialmente a Doha di chiudere la televisione per il ruolo di grancassa delle posizioni della Fratellanza islamica avuto dalla tv nelle primavere arabe. Sarà interessante sapere come lo stop decretato da Bibi verrà giudicato.
La decisione israeliana invece non è piaciuta affatto a Biden, che sul Qatar fa molto affidamento, seguendo in questo l’impostazione dell’amministrazione Obama con Clinton segretario di Stato. «Crediamo nella libertà», ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, «e gli Stati Uniti sostengono il lavoro di fondamentale importanza dei giornalisti di tutto il mondo, compresi quelli che si occupano del conflitto a Gaza». Il presidente «è preoccupato» e «molto preoccupata» è la Jean-Pierre per la notizia che all’ospedale al-Shifa, lo stesso degli stupri inventati, sono stati trovati dei cadaveri.
Insomma lo scontro fra lo Stato ebraico e l’amministrazione democratica si fa ogni giorno che passa più duro.
Mauna domanda è inevitabile a questo punto: se Biden sostiene il lavoro giornalistico in tutto il mondo, a prescindere dalla impostazione ideologica e dalle fake news, allora sta dicendo che ha nostalgia di “Russia Today” e di “Sputnik”, strumenti della propaganda di Putin? O forse ancora una volta non ha capito granchè della realtà?
Noi un’idea ce l’avremmo...
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