Il burattinaio di Teharan e il mercanteggiamento degli ostaggi Commento di Michelle Mazel
Testata: Informazione Corretta Data: 31 marzo 2024 Pagina: 1 Autore: Michelle Mazel Titolo: «Il burattinaio di Teharan e il mercanteggiamento degli ostaggi»
Guardatelo, comodamente seduto nella sua poltrona, tutto sorridente. L'Ayatollah Khamenei, Guida Suprema e massima autorità religiosa dell'Iran, si sfrega le mani dopo una settimana particolarmente positiva. I nemici di ieri e forse di domani servono ciecamente i suoi desideri. È lui a tirare le fila di una straordinaria coalizione sunnita. Il leader di Hamas, Ismail Hanniyeh, ha lasciato con urgenza la sua lussuosa residenza a Doha per venire a ricevere, ancora una volta, le sue istruzioni. Lui appartiene all'Islam sunnita e al movimento dei Fratelli Musulmani, mentre Khamenei è a capo dell'Islam sciita. Nel corso dei secoli, queste due correnti originate dallo stesso libro sacro, hanno combattuto battaglie sanguinose. Oggi l’uno e l’altro sognano un grande califfato islamico a propria immagine. Lo statuto di Hamas pone come obiettivo primario la distruzione di Israele e l'instaurazione di un califfato sunnita al suo posto; l’Iran sta lavorando per creare una mezzaluna sciita che comprenda l’intero Medio Oriente – compresa la Striscia di Gaza, Israele e la Giordania. Allora perché questa alleanza innaturale? Perché, al di là dei dissensi religiosi, i due uomini sono animati dallo stesso odio verso Israele, scusate, verso l’entità sionista. A lungo termine si ritroveranno nemici, ma per ora si uniscono per eliminare Israele. Il pogrom del 7 ottobre è stato pianificato ed eseguito di concerto; o meglio, l’Iran avrebbe contribuito bloccando le comunicazioni. I terroristi di Hamas hanno massacrato più di mille civili indifesi in un solo giorno e se ne sono andati trionfalmente portandosi dietro 253 ostaggi: uomini, donne e bambini, il più piccolo un neonato di nove mesi. Simultaneamente, migliaia di missili erano stati sganciati contro lo Stato ebraico, che allora ha lanciato una grande offensiva per liberare gli ostaggi e per assicurarsi che Hamas non potesse mai più minacciare la sua popolazione.
La Turchia, altra potenza sunnita che sogna la rinascita dell’Impero Ottomano, sostiene Hamas per convinzione religiosa e accoglie molti dei suoi leader – senza preoccuparsi dell’impatto della sua posizione sui turisti israeliani che affluiscono ogni anno, quasi settecentomila nel 2022 – negli hotel a cinque stelle “tutto compreso” dell’Anatolia. È un fedele alleato del Qatar, sede del potente canale televisivo Al Jazeera, organo semi-ufficiale dell'islam sunnita. Ma l’Iran mobilita anche i suoi partner sciiti, gli Hezbollah, pronti a sacrificare il Libano per soddisfare il loro capo, e gli Houthi dello Yemen, che gli Ayatollah sostengono pienamente nella loro lotta spietata contro la grande potenza sunnita che è l’Arabia Saudita.
E gli ostaggi, direte? L'Iran non se ne cura. La continuazione della guerra riempie di gioia gli Ayatollah. Secondo i media iraniani, durante il loro incontro, la Guida Suprema ha elogiato Hanniyeh per aver galvanizzato il sostegno mondiale in favore dei palestinesi e contro Israele, esprimendo soddisfazione per il fatto che la propaganda del gruppo ha surclassato i tentativi di Israele di ottenere un sostegno internazionale. Infatti, i rapporti tra lo Stato ebraico – il Piccolo Satana come viene soprannominato a Teheran – e il suo principale sostenitore, il Grande Satana americano, stanno attraversando una crisi senza precedenti.
Nel frattempo, chi si preoccupa del programma nucleare che continua a svilupparsi in Iran?