Testata: Libero Data: 26 marzo 2024 Pagina: 18 Autore: Mirko Molteni Titolo: «Sgambetto Biden a Israele: passa la richiesta di tregua»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 26/03/2024, a pag. 18 con il titolo "Sgambetto Biden a Israele: passa la richiesta di tregua" la cronaca di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
Scende il gelo fra Israele e l'amministrazione americana del presidente Joe Biden, dopo il rifiuto, ieri, degli States di ricorrere al veto per bloccare la risoluzione ONU che chiede un cessate il fuoco duraturo e la liberazione degli ostaggi, ma basandosi sulla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza senza nominare i crimini con cui il 7 ottobre Hamas ha causato il conflitto. Grazie all'astensione americana, la risoluzione è stata approvata da 14 dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. E' la prima volta, da quando in ottobre è iniziata la nuova guerra Israele-Hamas, che Washington rompe la prassi dei veti e si astiene. Per tre volte nei mesi scorsi, l'ambasciatrice americana al Palazzo di Vetro, Linda Thomas-Greenfield, aveva bloccato simili iniziative.
LA SVOLTA DI JOE
Ma ora incombono la campagna elettorale USA, la necessità per Biden di tener conto dell'elettorato d'origine araba e, non ultima, la crescente frizione tra Washington e Tel Aviv a proposito dell'offensiva terrestre israeliana su Rafah.
In più ha pesato il veder riconosciuta l'opera mediatrice degli USA. Il testo, proposto dai 10 membri elettivi del Consiglio, cioè Algeria, Ecuador, Guyana, Giappone, Malta, Mozambico, Corea del Sud, Sierra Leone, Slovenia e Svizzera, includeva nella sua bozza la richiesta di “cessate il fuoco permanente e sostenibile”, quasi una “fine della guerra” come la chiede Hamas, e su desiderio USA è stato modificato in “cessate il fuoco duraturo e sostenibile”. Già nel preambolo, la risoluzione riconosce “gli sforzi diplomatici in corso da parte di Egitto, Qatar e Stati Uniti, volti alla cessazione delle ostilità, alla liberazione degli ostaggi e ad aumentare gli aiuti umanitari”. Fra i passaggi più importanti: “Chiede un immediato cessate il fuoco per il mese del Ramadan rispettato da tutte le parti e che conduca a un cessate il fuoco duraturo e sostenibile, nonché l'immediato e incondizionato rilascio di tutti gli ostaggi”. E, in quanto ai civili di Gaza: “Enfatizza il bisogno urgente di espandere il flusso di assistenza umanitaria”. Subito ha reagito l'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan: “Il fatto che la risoluzione approvata dal Consiglio di sicurezza Onu non condanni l'attacco di Hamas del 7 ottobre è una vergogna. Hamas ha iniziato la guerra, da questo testo sembra che la guerra sia iniziata da sola”.
E in effetti Hamas ha ben accolto la risoluzione: “Salutiamo la decisione ONU e siamo disponibili a uno scambio di prigionieri”. Da Israele, il premier Benjamin Netanyahu ha annullato per ritorsione la imminente visita in America di due suoi alti collaboratori, Ron Dermer e Tzachi Hanegbi, proprio mentre a Washington già si trova il ministro della Difesa Yoav Gallant, per conferire col capo del Pentagono Lloyd Austin e il segretario di Stato Anthony Blinken.
Netanyahu spera nelle presidenziali USA e nel ritorno di Donald Trump, a cui un tempo era vicino. Ieri Trump, intervistato dal giornale ebraico Israel ha-Yom, ha giustificato la controffensiva dopo i massacri perpetrati da Hamas nei kibbutz: “Io avrei agito nello stesso modo. Solo un pazzo o un idiota non avrebbe risposto al 7 ottobre come ha fatto Israele”. Ammettendo che in America la causa israeliana ha perso consensi negli ultimi anni, ha consigliato allo stato ebraico: “Israele deve migliorare molto le sue pubbliche relazioni, perché attualmente esse sono in rovina. Israele ha sbagliato a far circolare foto e immagini di bombe che piovono negli edifici di Gaza”.
ASPETTANDO DONALD
In attesa che, dopo l'eventuale rielezione di Donald, Israele torni a contare su una maggior sintonia con la Casa Bianca, sul campo vengono dichiarati “uccisi 170 terroristi di Hamas” solo attorno all'assediato ospedale Al Shifa. Dove la Brigata Nahal ha anche scoperto un deposito di mortai mentre cecchini di Hamas sparavano addosso ai militari dal reparto maternità.
Nel quartiere Al Amal di Khan Yunis, i commandos Maglan ed Egoz hanno sgominato nuclei nemici e preso i loro arsenali. Per la prima volta da 2 mesi, Ashdod è stata di nuovo bersagliata da 8 razzi palestinesi, mentre il servizio Shin Bet ha annunciato di aver sgominato una rete clandestina iraniana dell'Unità 4000 dei pasdaran che intendeva “introdurre armamento sofisticato in Cisgiordania”. Sul fronte degli aiuti, l'ente militare ebraico COGAT ha sancito l'arrivo a Gaza Nord di un convoglio di 22 camion di cibo, medicine e attrezzature.
Riguardo allo sbarco di rifornimenti sulla costa, poiché la costruzione di un molo è prevista dalla US Navy, si recherà oggi in Israele il comandante della 5° Flotta americana, viceammiraglio George Wikoff, che incontrerà il capo della marina israeliana, viceammiraglio David Saar Salama, testimoniando che, frizioni a parte, americani e israeliani seguitano a parlarsi.
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