Ostaggi e assassini palestinesi Cronaca di Mirko Molteni
Testata: Libero Data: 25 marzo 2024 Pagina: 11 Autore: Mirko Molteni Titolo: «Sì di Israele al piano Usa: 800 killer per 40 ostaggi»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 25/03/2024, a pag. 11 con il titolo "Sì di Israele al piano Usa: 800 killer per 40 ostaggi" l'analisi di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
C’è una luce di speranza per gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. Indiscrezioni dal Jerusalem Post e dalla tv N12 hanno accreditato che la delegazione israeliana presente a Doha, in Qatar, per trattare i dettagli della tregua con la mediazione degli stessi qatarioti, nonché di egiziani e americani, avrebbe accettato il piano già delineato dagli Stati Uniti per lo scambio fra 40 dei 130 ostaggi israeliani prigionieri nella Striscia di Gaza, donne, bambini e anziani, e detenuti palestinesi reclusi nelle galere ebraiche, per una tregua di 6 settimane. Una fonte israeliana ha anticipato il positivo risultato, spiegando che il passo successivo sarebbe stato il nodo del ritorno degli sfollati nel Nord della Striscia.
I colloqui sembravano quindi aver preso una buona piega, dopo che per giorni, a capo delle delegazioni USA e israeliana a Doha c'erano stati il capo della CIA William Burns e i direttori del Mossad, David Barnea, e dello Shin Bet, Ronen Bar. I vertici dei servizi segreti avevano lasciato il Qatar sabato, ma i loro subalterni hanno continuano a lavorare in loco.
La risposta di Hamas è stata negativa. Stando alla tv saudita Al Arabiya, fonti palestinesi hanno fatto sapere di essere «insoddisfatte». Dicono i portavoce di Hamas: «Israele non ha fatto riferimento al cessate il fuoco e al ritiro delle forze da Gaza». Hamas seguita a pretendere non sei settimane di tregua, ma la fine del conflitto che, per ironia fu essa stessa a scatenare il 7 ottobre 2023. Pesa anche il rifiuto israeliano, comprensibile visto il macello di civili israeliani verificatosi in ottobre, di rinunciare al corridoio di sicurezza creato dalle sue truppe nel centro dalla Striscia, che migliora la sorveglianza. La delegazione israeliana a Doha è stata autorizzata dal governo a trattare sugli sfollati, ma sui paletti di sicurezza, lo stato ebraico non cede. In serata l’israeliana Channel 12 ha rivelato che Gerusalemme aveva rilanciato: libertà per 800 terroristi, fra cui 100 assassini, dalle carceri dello Stato ebraico in cambio di 40 ostaggi.
GALLANT DA AUSTIN
Intanto, la guerra prosegue e gli Stati Uniti cercano di far desistere Benjamin Netanyahu dall'attuare la già pianificata offensiva terrestre su Rafah, ai confini con l'Egitto. Per parlarne, è partito ieri per l'America il ministro della Difesa Yoav Gallant, che ha in programma di incontrare il collega Lloyd Austin, capo del Pentagono, il segretario di Stato Anthony Blinken e il consigliere alla Sicurezza Nazionale Jake Sullivan. Gallant ha affermato di voler «illustrare il vantaggio di Israele e le modalità per sconfiggere Hamas e riportare a casa gli ostaggi».
I maggiori combattimenti restano quelli di Khan Yunis, nel sud della Striscia, dove la 98° Divisione e i nuclei dello Shin Bet hanno avviato una nuova avanzata nel rione Al Amal, «sulla base di informazioni di intelligence sull'uso di Hamas di infrastrutture civili». Con l'appoggio dell'aviazione, che ha compiuto 40 incursioni sulla zona, le truppe sono avanzate bonificando edifici e tunnel, poi scavando un fossato di circonvallazione, quasi come Cesare ad Alesia, attorno all'area dell'ospedale Al Amal, ritenuto nuovo covo di miliziani. Vicino a Khan Yunis, ad Al Qarara, la 7° Brigata Corazzata e la Brigata Fanteria Kfir hanno ucciso vari miliziani e distrutto i loro depositi di armi grazie al fuoco di carri armati Merkava e di elicotteri Apache.
Facendo un bilancio di una settimana di operazioni all'ospedale di Al Shifa, l'esercito ebraico ha fatto sapere che «su 800 sospettati fermati, 480 sono confermati membri di Hamas». Nel centro della Striscia, la Brigata Nahal ha invece occupato una fabbrica clandestina di droni. I caduti israeliani nell'invasione di Gaza sono saliti a 252 con la morte sul campo del 21enne Lior Raviv.
HEZBOLLAH
Sul fronte del Libano, dove Israele tiene testa ai filoiraniani Hezbollah, l'aviazione ebraica ha risposto a nuovi missili sulla Galilea centrando in profondità, 100 km oltre il confine, una fabbrica di armi, probabilmente a partecipazione iraniana, situata a Baalbek, molto vicino alla Siria.
Hezbollah ha inoltre denunciato l'uccisione in un attacco israeliano, di due suoi miliziani su un veicolo a Souairi, il che porta a 246 i caduti del movimento filoiraniano da ottobre a oggi.
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