Sempre pronti a lanciare una nuova campagna contro lo Stato ebraico, i suoi nemici si sono impadroniti di un nuovo cavallo di battaglia: il destino dei terroristi di Hamas imprigionati. Vediamo. Nelle carceri israeliane “sentivamo sempre urlare”: così riferisce l'inviato speciale di Le Figaro,Cyrille Louis. Innanzitutto una precisazione: dice che coloro che stannourlando sarebbero“palestinesi di Gaza catturati dall’esercito israeliano.” Cyrille Louis non dirà di più e non spiegherà ai suoi lettori che questi sono gli assassini sanguinari che, il 7 ottobre, hanno ucciso, violentato, torturato centinaia di uomini, donne e bambini; che ne hanno presi in ostaggio altri, compresi dei neonati, di cui tuttora non si conosce il destino. Ma leggiamo alcuni brani scelti di questo testo edificante. “Bassem, un insegnante di 24 anni il cui nome è stato cambiato su sua richiesta, dice: non ci era permesso parlare, i nostri pasti erano limitati a un pezzo di pane”. Bassem parla di sessioni quotidiane di “tortura”, periodi di sonno limitati a una o due ore. “Un giorno ” , racconta, “mi hanno legato al muro e poi hanno cominciato a colpirmi sui testicoli. E tutto questo è solo una piccola parte di quello che mi hanno fatto…” State tranquilli, questo calvario per fortuna non è durato: “Incarcerato per due settimane in un campo militare che diceva di non essere riuscito a localizzare, il giovane è stato poi riportato dall’esercito al valico di Kerem Shalom.” Veniamo infine alla virtuosa indignazione dell'inviato speciale di Le Figaro: “Nonostante le insistenti richieste delle ONG specializzate nella difesa dei diritti umani, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) non ha ancora avuto accesso alle basi militari in cui vengono interrogati, spesso per diverse settimane, dopo essere stati arrestati.”
Intanto a Gaza ci sono ancora 135 ostaggi. Alcuni sono morti, ma Hamas conserva gelosamente i loro resti come merce di scambio. In che stato sono gli altri? Sappiamo, dalle testimonianze degli ostaggi liberati, che soffrivano la fame, il freddo ed erano soggetti al sadismo dei loro carnefici. Le donne, e talvolta gli uomini, subiscono abusi sessuali. I loro cari vivono in un’angoscia quotidiana. Hamas si è impegnato in una spaventosa guerra psicologica. Non è ancora chiaro cosa sia successo ai fratellini Bibas: il più giovane, Kfir, che aveva nove mesi quando fu catturato, ha “festeggiato” il suo primo compleanno nelle gallerie di Gaza. Quanto alle ONG specializzate nella difesa dei diritti umani, nonostante le loro insistenti richieste, ammesso che ne abbiano avanzate, non sono ancora riuscite a visitarli. Hamas si era impegnato, nell'ambito del precedente accordo, a permettere ad un rappresentante della Croce Rossa di visitare gli ostaggi. Non lo ha fatto. Stiamo sempreaspettando le proteste del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Si dice che il Ministro degli Esteri britannico avrebbe inviato un ultimatum al governo israeliano, minacciando di prendere provvedimenti, se i rappresentanti di detta organizzazione non avessero avuto pieno accesso ai prigionieri che hanno partecipato al massacro del 7 ottobre, senza dubbio molto più degni di interesse.