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Libero Rassegna Stampa
21.03.2024 Nelle medie spuntano i libri comunisti (responsabili gli insegnanti comunisti)
Analisi di Francesco Specchia

Testata: Libero
Data: 21 marzo 2024
Pagina: 6
Autore: Francesco Specchia
Titolo: «'Il comunismo russo ha portato anche la pace'»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 21/03/2024, a pag.6 con il titolo "Il comunismo russo ha portato anche la pace", l'analisi di Francesco Specchia


Francesco Specchia

Libri di testo con mappa palesemente ispirate dalla propaganda di Putin, in cui l'Ucraina appare dentro alla "regione russa". Gli esempi di sprecano e l'ambasciata ucraina protesta. Ma il problema è che non solo i libri sono ispirati da decenni al comunismo russo, ma anche gli insegnanti che li spiegano sono spesso e volentieri comunisti che aderiscono alla narrazione di Putin

I filologi sono terribilmente incerti: si tratta di maskirovka, dell’arte bellica dell’inganno; o di aktivnye meroprijatija, di azioni di influenza e destabilizzazione politica e psicologica usate dal Kgb?
Gli insegnanti, i genitori e i politici invece, sono atterriti. C’è una ragione.
Come la prendereste voi se nel libro di storia di vostro figlio, alle medie, trovaste frase del tipo: «In Europa orientale il crollo dei regimi comunisti, che sostenevano la pacifica convivenza tra le etnie, ha favorito la rinascita dei nazionalismi». Oppure: «Nel 2014, dopo aver chiesto l’intervento delle truppe di Mosca, la Crimea, abitata in maggioranza da russi, si è autoproclamata indipendente con un referendum ed è stata annessa alla Russia». Aggiungeteci intere altre pagine sulla storia vista e raccontata dalla parte di Putin e includete molte mappe con i confini dell’Ucraina e di baltici nella “regione russa”; e otterrete una totale quanto sotterranea manipolazione dei sussidiari scolastici. Non moscoviti, ma italiani. La notizia è che un dossier dell’Istituto Gino Germani indica in 12 testi su 13 eventi e confini riportati secondo la narrazione russa. Lo scopre un servizio dovizioso dell’Adn Kronos, che per esempio riporta nel libro Vivi la geografia (Zanichelli), testuale: «Dal 1991, dopo un periodo di pace, in Europa sono scoppiate altre guerre sanguinose, in particolare in Europa orientale. Qui il crollo dei regimi comunisti, che sostenevano la pacifica convivenza tra le etnie, ha favorito la rinascita di nazionalismi, cioè movimenti politici fondati sull’identità culturale, economica e religiosa di una nazione». Convivenza pacifica fra etnie. Con Putin.
Una tesi innovativa.
E ancora: «Dopo aver chiesto l’intervento delle truppe di Mosca, la Crimea, abitata in maggioranza da russi, si è autoproclamata indipendente con un referendum ed è stata annessa alla Russia». Dunque, non sarebbe Mosca che invia le sue forze speciali (senza uniformi ufficiali) a occupare illegalmente li territorio sovrano di un altro Stato -territorio mai rivendicato negli anni che seguirono la fine dell’Urss -ma un popolo che “chiede” l’intervento delle truppe di Mosca. Gli esempi continuano negli altri volumi: mappe –appunto-in cui “la regione russa” include i confini di Ucraina e paesi baltici (nel 2018!), cancellando ogni identità che non sia quella di Mosca; i russofoni d’Ucraina che diventano “russi” (e dunque perché mai dovrebbero far parte di un altro Stato?); la Crimea “ceduta” dall’ex Unione Sovietica all’Ucraina nel 1954 epperò all’epoca l’Ucraina era parte dell’Unione Sovietica stessa; la narrazione forzata su povertà e arretratezza di Kiev; i conflitti etnici -mai esistiti-tra ucraini e russofoni. Insomma una narrazione dell’orgoglioso ritorno dellla “Grande madre Russia”.
Nello spiazzamento generale, ecco sfoderato l’armamentario retorico-bellico del Cremlino alla base dell’aggressione del 24 febbraio 2022.
Il commento rilasciato alla Kronos di Massimiliano Di Pasquale, direttore dell’Osservatorio Ucraina presso l’Istituto Germani fotografa un esempio di “guerra ibrida”. Un ritorno delle tecniche del «partito comunista sovietico per favorire indebolimento e il collasso dell’occidente capitalistico, e l’espansione del sistema comunista.
Discorso ripreso dall’ideologia imperialista di Putin che mischia stalinismo e fascismo con la componente identitaria della Chiesa ortodossa», dice lo studioso “le tecniche sono le stesse: operazioni palesi e occulte di propaganda; reclutamento di agenti di influenza, in politica, media, università, aziende. La storia e la cultura manipolate e somministrate come virus antidemocratico, per ora (per quanto si sa) in due scuole di Roma e Triste.
Una narrazione farcita di vecchio comunismo da Kgb allo stato brado.
Che si verifica proprio sotto un governo di centrodestra. La Zanichelli chiarisce, «non è volontà dell’editore sostenere o giustificare alcun regime», ma non giustifica le frasi. E il ministero dell’Istruzione annuncia verifiche, per appurare «se i contenuti dei manuali di storia e geografia presentino un’impostazione distorta della realtà sin favore della narrazione della Russia putiniana e dell’Urss comunista».
Yaroslav Melnyk, ambascaitore ucraino in Italia protesta. Ma le domande sono: com’è stato (com’è) possibile arrivare così facilmente al plagio dei nostri figli? Soprattutto, al netto dell’impunità storica dell’oltranzismo rosso, chi paga?

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