Il vizio di sinistra: vietare ai ‘nemici’ di parlare in pubblico Commento di Alessandro Gonzato
Testata: Libero Data: 17 marzo 2024 Pagina: 6 Autore: Alessandro Gonzato Titolo: «Il vizio di sinistra di vietare ai ‘nemici’ di parlare in pubblico»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 17/03/2024, a pag. 6, la cronaca di Alessandro Gonzato intitolata: "La Sapienza smentisce la prof. Di Cesare".
Alessandro Gonzato
Compagni, che ipocrisia. Prima, quando «il dissenso» colpiva «le destre», era sempre «legittimo», dalla protesta contro il libro del ministro Eugenia Roccella, a quella contro il direttore editoriale di Libero Daniele Capezzone, fino a Papa Ratzinger, boicottato perfino lui. Ora, dopo che venerdì Sergio Mattarella ha criticato il sabotaggio dell’intervento all’università Federico II del direttore di Repubblica - «L’intolleranza sia abolita dagli atenei (...) L’Università è incompatibile con chi pretende di imporre le proprie idee...»- dopo che è intervenuto Mattarella a seguito della manifestazione contro Maurizio Molinari, dicevamo, la sinistra d’improvviso ha cominciato a difendere la libertà d’opinione.
Sono le 16.49, le agenzie riportano la «solidarietà del Quirinale», e Dem e colleghi diffondono comunicati a profusione.
Parte Elly Schlein: «È grave che in un luogo del confronto pubblico e del sapere si impedisca lo svolgimento di un’iniziativa pubblica». È pubblico anche il doppiopesismo della segretaria del Pd, e lo ricordiamo tra poco. Intanto ecco Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana: «È sbagliato impedire un dibattito in un ateneo». Lia Quartapelle, deputata dem, tuona che «l’aria che tira è un’aria oscurantista». I 5Stelle si accodano: «Non è accettabile alcun tipo di censura violenta delle libere opinioni, tanto più all’interno di luoghi di libertà». Ah si? Riavvolgiamo il nastro.
Salone del Libro di Torino, maggio 2023. Il ministro Roccella presenta il libro “Una famiglia radicale”. Attiviste di «Sono come quelli che negano l’Olocausto. Chi contesta la Resistenza nega la verità» Giorgio Bocca critica i «democratici» che difendono la libertà di pensiero di Pansa (2006) “Non una di meno” e altri gruppi femministi la interrompono, contestano. Il ministro prova a dialogare. Loro, le “anti-fasciste”, attaccano il governo. E la Schlein? «Il governo ha un problema surreale con ogni forma di dissenso», dice, «è surreale che ministri e deputati si siano messi ad attaccare Nicola Lagioia», allora direttore del Salone. Lagioia temeva che il governo avesse una «virata autoritaria». Per Roberto Saviano «la contestazione alla ministra» è «quanto di più sano possa avvenire in una democrazia». La Stampa intervista lo psicanalista Massimo Recalcati: «Meloni insensibile alla tutela di una minoranza come le famiglie omogenitoriali». Sul Domani l’analisi della filosofa Giorgia Serughetti: «La sacrosanta contestazione alla ministra Roccella». La sinistra censura un ministro e gli intellettuali attaccano la premier. La solidarietà di Fratoianni alla Roccella? Non pervenuta. Altro episodio...
La Sapienza, contestazione a Daniele Capezzone, ottobre 2022. I gruppi “antagonisti” tentano di impedire il convegno a cui il direttore editoriale di Libero è stato invitato dai giovani di Azione Universitaria (gruppo di destra). La polizia è costretta in assetto anti-sommossa. Il governo «delle destre» si è appena insediato. La vicepresidente dem Chiara Gribaudo non si scaglia contro i teppisti rossi, figuriamoci, ma contro la premier: «Pessimo battesimo per questo governo». La polizia ha osato opporsi ai violenti. Anche Giuseppe Conte, alla Camera, attacca «i manganelli».
Reggio Emilia, contro Giampaolo Pansa, ottobre 2006. Durante la presentazione del libro “La grande bugia” una dozzina di “antifascisti” del collettivo romano fanno irruzione. Giorgio Bocca commenta così: «Ma che razza di democrazia è questa, dove ci sono democratici che prendono le parti di Pansa? Sono come quelli che negano l’Olocausto». Dal profano al sacro...
“No a Benedetto XVI all’Università”, novembre 2007. Papa Ratzinger deve rinunciare all’inaugurazione dell’anno accademico alla Sapienza. La rivolta parte dalla protesta di un docente sul Manifesto. Poi la lettera al rettore sottoscritta da altri 700 tra professori e scienziati. I firmatari non condividono alcune posizioni del Papa. La Santa Sede, per evitare disordini, è costretta al dietrofront. Censura? Macché, anzi, sentite Emma Bonino: «L’unico che ha la parola, mattina e sera, è il Papa, con i suoi seguaci, e la morale cattolica».
Dopo il boicottaggio al Papa, quelle quotidiane al libro del generale Vannacci, da Nord a Sud (Udine, Verona, Chieti...
tra pochi giorni a Vicenza), non fanno neanche più notizia.
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