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Libero Rassegna Stampa
17.03.2024 Patto fra Hamas e Huthi
Analisi di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 17 marzo 2024
Pagina: 14
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Patto fra Hamas e Huthi per accerchiare Israele»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 17/03/2024, a pag. 14 con il titolo "Patto fra Hamas e Huthi per accerchiare Israele" l'analisi di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Gli Houthi sono un'altra emanazione del regime iraniano, nello Yemen. E sono coordinati con Hamas per cercare di strangolare Israele con un blocco navale del Mar Rosso.

Nuova conferma, se ce ne fosse bisogno, dell'asse Hamas-Huthi. Stando a fonti palestinesi sentite dall'agenzia AFP, «settimana scorsa la dirigenza di Hamas, Jihad Islamica e Fronte Popolare Liberazione della Palestina hanno tenuto un importante incontro con delegati del movimento Ansar Allah», cioè i ribelli del clan yemenita Huthi. Il summit, tenuto a Beirut, in Libano, era volto a sviluppare «meccanismi per coordinare le azioni di resistenza per la prossima fase» del conflitto contro Israele, l'annunciata offensiva terrestre israeliana su Rafah. Il movimento Huthi avrà «un ruolo complementare accanto alle fazioni palestinesi».
Sull'incontro fonti Huthi hanno aggiunto che lo scopo è «espandere lo scontro e accerchiare Israele». Promettono di continuare gli attacchi alle navi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, per «sostenere la resistenza palestinese».
Lo fanno, come noto, già da novembre, ma i legami con Hamas razionalizzano i raid in modo più mirato in previsione dell’operazione dell’esercito israeliano a Rafah, di cui venerdì il premier Benjamin Netanyahu ha approvato i piani.

ATTACCHI COORDINATI

Già due giorni fa gli Huthi mostravano subordinazione ad Hamas, su probabile suggerimento dell’Iran, annunciando la consegna ai palestinesi dei marinai della nave Galaxy Leader, catturata dagli yemeniti a novembre.
Ieri il comando americano Centcom ha denunciato il lancio di tre missili balistici antinave effettuato dagli Huthi venerdì sera nel Mar Rosso. Per i militari USA «non ci sono stati feriti, né danni riportati dagli Stati Uniti, dalla coalizione o da navi mercantili».
L’accerchiamento cui Israele è sottoposta da Hamas, dai miliziani Hezbollah e dagli Huthi, che per quanto distanti hanno talvolta inviato missili e droni fino a Eilat e al Negev, hanno fatto dire al capo di Stato Maggiore, generale Herzl Halevi che «siamo impegnati in una guerra multi-fronte, Libano, Siria, Giudea, Samaria, Gaza e altri luoghi più distanti», riferimento implicito, quest'ultimo, al pericolo yemenita.
Mentre Hamas sostiene che i morti a Gaza siano arrivati a 31.553, più 73.546 feriti, dal 7 ottobre a oggi, aumentano gli aiuti umanitari per i civili a Gaza.
Ieri un portavoce del ministero degli Esteri cipriota, Theodoros Gotsis, ha fatto sapere che «è imminente la partenza per Gaza da Larnaca della seconda nave umanitaria, la Jennifer, carica di 240 tonnellate di aiuti». Sul fronte dei rifornimenti aerei paracadutati, da ieri s’è aggiunta la Germania, che ha lanciato su Gaza da un aereo C-130 della Luftwaffe un primo carico di 4 tonnellate, mentre anche le aviazioni di USA e Giordania compivano lanci simili. L'esordio tedesco nel soccorso aereo arrivava mentre il cancelliere Olaf Scholz partiva per una visita di due giorni in Israele e Giordania, anticipando di essere contrario ad azioni militari su Rafah.
Oggi riprenderanno a Doha, in Qatar, i negoziati per una difficile tregua fra Israele e Hamas, con la partecipazione del capo del Mossad, David Barnea, ma la strada resta in salita perché Israele concederebbe 6 settimane, mentre Hamas vorrebbe un cessate il fuoco permanente.
Intanto, secondo il Wall Street Journal, gli israeliani stanno ampliando da 300 a 800 metri l'ampiezza della fascia di sicurezza che corre tutt'intorno al confine della Striscia di Gaza. Aerei israeliani hanno bombardato posizioni di Hezbollah in Libano, a Tayr Harfa e a Labbouneh.

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