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Informazione Corretta Rassegna Stampa
15.03.2024 Rispettiamo il Ramadan come loro hanno rispettato Yom Kippur
Diario di guerra di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 15 marzo 2024
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Rispettiamo il Ramadan come loro hanno rispettato Yom Kippur»

Rispettiamo il ramadan come loro hanno rispettato Yom Kippur
Diario di guerra di Deborah Fait

Guerra dello Yom Kippur 1973. Nel giorno più sacro per l'ebraismo, gli eserciti di Siria ed Egitto attaccarono Israele. Ora invece chiedono a Israele di rispettare il mese sacro musulmano del Ramadan.

“Cessate il fuoco. Rispettate il ramadan” grida da New York Guterres. Gli fanno eco Biden da Washington e Borrell da Ginevra. Quanta commovente delicatezza per le festività dei loro amici gazawi, peccato che tanta bontà d’animo non sia corrisposta, anzi peccato, per dirla in parole povere, che i  palestinesi se ne freghino delle ricorrenze religiose o laiche altrui. Ricorreva l’anno 2020, era la vigilia di Natale, a Berlino, quando un grosso camion piombò in mezzo al mercatino natalizio. Fu strage, 12 morti e 48 feriti. Nemmeno la festività più importante dei cattolici aveva fermato gli assassini. Quando riguarda Israele ancora meno, anzi aspettano proprio le festività ebraiche approfittando della distrazione della popolazione per attaccarci mortalmente.

1973. Guerra dello Yom Kippur. Un attacco vigliacco degli eserciti arabi nel giorno più sacro dell’ebraismo.

4 marzo 1996. Purim, festa ebraica che ricorda la liberazione del popolo ebraico dal re di Persia Assuero, grazie alla regina Esther. Vi fu un vero massacro al centro commerciale Dizengoff di Tel Aviv, decine di morti e più di 100 feriti.  

28 marzo 2002. Pesah (la Pasqua ebraica), un kamikaze entrò al Park Hotel di Netanya dove era in corso il seder (cena di Pesach), prima sventagliò col mitra i commensali, poi si fece esplodere. 30 morti tra cui una signora di più di 90 anni, sopravvissuta alla Shoah ma non alla crudeltà palestinese.   

7 Ottobre 2023, Sheminì atzeret, festa dei bambini che segna la fine di Sukkot. Pogrom in 27 kibbuzim del sud di Israele. 1500 morti, 260 ostaggi portati a Gaza.

Questi sono solo gli attentati più tragici e sanguinosi ma ce ne sono stati molti altri, soprattutto a Purim.

Ogni volta che cade una festività ebraica l’esercito è all’erta, a volte purtroppo inutilmente. A causa di tutti gli attentati fatti dagli anni 80/90 fino ad oggi, all’interno di Israele, si decise di costruire una rete divisiva, per alcuni tratti più pericolosi la rete diventa muro. Il mondo, sempre in silenzio quando siamo attaccati e ammazzati, ci ha condannato e demonizzato per anni per quello che vilmente chiamano “muro della vergogna”e non è ancora finita. (nessun commento è mai stato fatto per il triplice muro preceduto da filo spinato che divide l’Egitto dalla Striscia di Gaza.)

Attualmente vi sono ancora 134 ostaggi in mano ai mostri palestinesi e i tre campioni dell’ipocrisia di cui sopra, ci chiedono di rispettare il ramadan dopo tutto il male che ci hanno fatto, dopo tutti i loro attentati terroristici in barba alle nostre feste? Certo, lo rispetteremo come loro hanno rispettato il nostro Yom Kippur nel 1973.

Le atrocità commesse da Hamas sono quanto di più bestiale si possa immaginare eppure questo dannato mondo, vede solo la guerra a Gaza che è la logica conseguenza del loro vile attacco. Gli accademici di tutto il mondo, che vogliono boicottare Israele e sono avvelenati di odio, non hanno avuto nessuna reazione di fronte ai massacri in Siria di siriani contro siriani, massacri fatti col gas per ammazzarne tanti di più. Gli studenti, bardati con la kefiah della morte, che manifestano come tanti ossessi, non hanno nemmeno sollevato un soprarcciglio di fronte al massacro dei kurdi per mano di Saddam Hussein e dei turchi e scommetto che non sanno nemmeno chi sono gli armeni e dove abitano. Non lo sanno neanche dei palestinesi ma la cosa importante è che questi ultimi abbiano un nemico che si chiama Israele, il maledetto paese degli ebrei.

Un’ennesima prova del grande amore degli italiani per i terroristi l’abbiamo avuta con l’arresto di tre pericolosi individui palestinesi che stavano organizzando attentati. Israele ha chiesto l’estradizione di uno di loro perché ricercato anche da Gerusalemme e i giudici hanno detto di no. La Boldrini e la sua cricca di inginocchiatori sono partiti subito all’attacco per difendere i tre dall’essere condannati troppo severamente in quel paesaccio cattivo di Israele. Detto, fatto. Ecco la notizia dell’ANSA: “Nessuna estradizione in Israele per Anan Yaeesh, il 37 enne palestinese attualmente in carcere aTerni con l'accusa di terrorismo. Lo ha deciso la Corte d'Appello dell'Aquila per il rischio che l'uomo "qualora estradato nello stato di Israele possa essere sottoposto a trattamenti crudeli, disumani o degradanti, o comunque ad atti che configurano la violazione dei diritti umani". Per i giudici inoltre "non si configurano le condizioni per una sentenza favorevole all'estradizione" in quanto il detenuto "è sottoposto a procedimento penale per gli stessi fatti oggetto della richiesta di estradizione nell'ambito di un procedimento promosso dalla Procura dell'Aquila". (ANSA).

Credo che le parole inqualificabili, offensive e ingiuste di questi giudici politicizzati debbano essere sanzionate severamente da Israele, accusato di “trattamenti crudeli, disumani o degradanti”dei prigionieri. Personalmente posso dire che nelle carceri italiane, secondo la cronaca, i prigionieri si tolgono la vita ogni giorno, forse perché stanno bene in 20 in celle da due? in Israele entrano che sono pari ai neanderthal ed escono, sempre neanderthal, ma con un diploma. È successo a tanti, tra i più famosi: Yayah Sinwar e Samir Kuntar che, per chi non ricordasse, spaccò la testa di una bambina ebrea prendendola per le gambe e sfracellandola contro una roccia, dopo averle ammazzato il papà sotto gli occhi. Allora, tutti e tre i terroristi resteranno in Italia, saranno liberi a breve pronti a dedicarsi ai loro attentati preferiti.

Comunque, per tornare al ramadan appena incominciato, voglio essere gentile e augurare ai palestinesi esattamente le stesse cose che loro augurano a Israele.

Deborah Fait
Deborah Fait


takinut3@gmail.com

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