Vince il PD: il terrorista resta in Italia Cronaca di Lorenzo Mottola
Testata: Libero Data: 14 marzo 2024 Pagina: 1/13 Autore: Lorenzo Mottola Titolo: «Vince il PD: il terrorista resta in Italia»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/03/2024, a pag. 1/13 con il titolo "Vince il PD: il terrorista resta in Italia ", la cronaca di Lorenzo Mottola.
Lorenzo Mottola
Bisogna riconoscerlo, almeno un risultato il famigerato Campo Largo l’ha ottenuto. Peccato solo che l’obiettivo – salvare uno stragista palestinese dalle galere israeliane - sia quantomeno discutibile.
Parliamo ancora del caso di Anan Yaeesh, presunto pizzaiolo arrestato lo scorso 27 gennaio in Abruzzo. Dopo le veementi proteste dell’asse Pd-M5s-Avs, la corte d’Appello dell’Aquila ieri mattina ha detto no all’estradizione del 37enne militante della Brigata Tulkarem, all’interno della quale si è distinto nella seconda intifada e in successivi scontri a fuoco con l'esercito israeliano. Fuggito in Italia sotto copertura – lavorava in un ristorante – l’uomo è stato rintracciato dai servizi di Gerusalemme che, oltre ad aver segnalato la sua presenza, ne hanno domandato l’arresto e l’estradizione alla polizia italiana.
Una richiesta esaudita solo nella prima parte. Contro l’estradizione, come dicevamo, s’è mobilitata la coalizione giallo-rossa, con la solita Laura Boldrini alla testa di un gruppo di deputati che, senza neanche conoscere le motivazioni dello Stato ebraico, hanno preteso che Yaeesh non si muovesse dall’Italia. Nei giorni scorsi infine sono state chiarite dalla polizia italiana le ragioni della richiesta di arresto: Anan stava progettando attentati, voleva compiere delle stragi piazzando autobombe negli insediamenti israeliani. Ci sono varie intercettazioni che lo provano.
Per i giudici aquilani, tuttavia, Yaeesh non si deve muovere dal carcere di Terni.
Queste le motivazioni diffuse ieri: «Vi è motivo di ritenere che Anan, qualora estradato nello Stato di Israele, possa essere sottoposto a trattamenti crudeli, disumani, o comunque ad atti che configurano la violazione di uno dei diritti umani della persona, evincendosi tale rischio dalle relazioni, presentati dalla difesa, di organizzazioni non governative ritenute affidabili sul piano internazionale».
Verrebbe da dire, da quale pulpito proviene la predica, visto che l’Italia – oltre a marciare a un regime di oltre 6 suicidi al mese nelle sue carceri – vanta elenchi infiniti di denunce da parte delle Ong per la gestione delle galere.
La sentenza fa riferimento «a condizioni di detenzione nelle carceri israeliane oltremodo penose per i cittadini palestinesi, caratterizzate da sovraffollamento». Ora, se davvero è questo il problema, è difficile non ricordare che l’Italia può “vantare” punte di sovraffollamento del 232,10% a San Vittore a Milano, del 204,95% a Canton Mombello a Brescia e del 204,44% a Lodi.
Riguardo alle “organizzazioni non governative ritenute affidabili” c’è poi da dire che i giudici citano Amnesty International, che con Israele ha rapporti a dir poco conflittuali. Per fare un esempio, parliamo dell’associazione che ha lanciato la campagna perla liberazione della giovane militante palestinese Ahed Tamimi, recentemente riarrestata per aver dichiarato sui social di voler “bere il sangue degli ebrei”. Anche a voler prendere per oro colato le parole di Amnesty, comunque, si può ricordare che la stessa associazione in passato ha espresso giudizi tutt’altro che teneri sulle carceri italiane. Tra le altre cose, si è spesa a lungo anche per togliere dal 41-bis Alfredo Cospito, anarchico condannato a nove anni per la gambizzazioni di un dirigente dell’Ansaldo. E fatalmente l’avvocato di Cospito è lo stesso di Yaeesh. Non a caso per entrambi si è mosso il Partito Democratico, che sembra provare un’attrazione irrefrenabile per questo genere di cause. L’ideologia oltre la logica.
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