100mila prof francesi in balia di jihadisti Cronaca di Mauro Zanon
Testata: Libero Data: 09 marzo 2024 Pagina: 6 Autore: Mauro Zanon Titolo: «Quei 100mila prof francesi in balia di jihadisti in erba»
Riprendiamo LIBERO di oggi, 09/03/2024, pag. 6, con il titolo "Quei 100mila prof francesi in balia di jihadisti in erba". La cronaca di Mauro Zanon
Mauro Zanon
Oggi, in Francia, fare l’insegnante è un mestiere pericoloso che nel migliore dei casi può condannarti a un quotidiano di insulti, minacce e umiliazioni, e nel peggiore può costarti la vita. Il rapporto della commissione d’inchiesta lanciata dopo l’omicidio del professore di storia e geografia Samuel Paty, decapitato da un jihadista ceceno per aver mostrato in classe le vignette di Charlie Hebdo su Maometto, mostra una «scuola della Repubblica in pericolo», secondo le parole dei due correlatori, i senatori François -Noël Buffet (Les Républicains) e Laurent Lafon (Union Centriste). I risultati, resi pubblici durante una conferenza stampa tenutasi mercoledì, sono il frutto di diversi mesi di indagini, quarantacinque audizioni e numerosi viaggi. I due senatori deplorano un «aumento della violenza» nelle scuole private e statali, sottolineando una «discrepanza tra le cifre fornite dal ministero dell’Istruzione e la realtà sul campo». «Il modo in cui vengono presentate le cifre è una minimizzazione della realtà», ha dichiarato Laurent Lafon. Le cifre sono spaventose: quasi 100mila insegnanti francesi sono minacciati ogni anno dai loro allievi, e nella maggior parte dei casi si tratta di minacce provenienti da studenti o genitori di cultura e confessione musulmane. L’islam radicale tra i banchi delle scuole francesi «si sta banalizzando», allertano i due senatori: sta diventando uno spaventoso leitmotiv. Nel corso delle loro audizioni, Buffet e Lafont hanno notato la diffusione di una minaccia tra gli studenti: «faire une Paty», ossia sgozzare, decapitare il proprio insegnante, come il prof del collège du Bois d’Aulne nell’ottobre 2020. «Ho incontrato un insegnante alla fine della giornata (che era felicissimo di dire) “oggi non mi hanno fatto un Paty”», ha detto Buffet durante la conferenza. «Questa è la situazione attuale. Non bisogna ignorare l’aumento delle rivendicazioni identitarie e comunitariste, così come la manifestazione dell’islam radicale e di alcune nuove forme di spiritualità», ha aggiunto il senatore gollista, sottolineando che sono incoraggiate dall’«effetto di amplificazione dei social network, (le cui) voci sono sfruttate da gruppi di pressione».
INSULTI MISOGINI
Buffet ha spiegato che è «l’intera comunità educativa a essere coinvolta nel clima di violenza», citando molteplici «forme di pressione e aggressione», che vanno dagli insulti misogini all’aggressione fisica. Sia nelle scienze naturali che nella storia, molti insegnanti scelgono l’autocensura di fronte alle contestazioni di genitori e alunni, in gran parte musulmani. «Scelgono di non affrontare certe opere, certi argomenti», testimonia il senatore. Prima delle gite scolastiche programmate, «alcuni genitori telefonano per sapere (cosa verrà detto), cosa ci sarà sul palco, se ci saranno nudità». Lo scorso dicembre, nella scuola media Jacques -Cartier di Issou, cittadina a quaranta chilometri da Parigi, alcuni studenti musulmani «si sono sentiti offesi e scioccati» dopo che la loro insegnante ha mostrato un dipinto del Diciassettesimo secolo, “Diana e Atteone” di Giuseppe Cesari, che raffigura il passaggio delle Metamorfosi di Ovidio nel quale Atteone sorprende Diana e le sue ninfe senza vestiti mentre si lavano alla sorgente. La prof è stata minacciata e accusata di islamofobia e razzismo, tanto da costringere l’allora ministro dell’Istruzione Gabriel Attal, oggi primo ministro, ad annunciare «un provvedimento disciplinare contro gli studenti responsabili». Il problema, però, è che fatti del genere accadono quasi ogni settimana in Francia. Lo scorso 28 febbraio, il preside del liceo Maurice Ra vel, nel Ventesimo arrondissement di Parigi, ha chiesto a tre studentesse di togliersi il velo nel cortile scolastico nel rispetto delle regole di laicità della Repubblica: è stato minacciato di mor te e sui social network gli si augurava di fare la stessa fine di Samuel Paty.
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