Ateneo di Pisa, covo di palestinesi con la kefiah Commento di Pietro Senaldi
Testata: Libero Data: 06 marzo 2024 Pagina: 5 Autore: Pietro Senaldi Titolo: «Gli studenti coccolati dal Pd onorano la terrorista morta»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 06/03/2024, a pag.5, con il titolo "Gli studenti coccolati dal Pd onorano la terrorista morta" il commento di Pietro Senaldi.
Pietro Senaldi
Che cosa sta succedendo a Pisa, la città dei liceali manganellati, la città dove le forze dell’ordine non avevano autorizzato la manifestazione in favore di Gaza e contro Israele? Perché i giovani toscani nati 25 anni dopo l’assassinio di Aldo Moro celebrano Barbara Balzerani, colonna delle Brigate Rosse, membro del commando che colpì in via Fani, pluriomicida nonché tra i rapitori del generale della Nato James Lee Dozier? «Comunista rivoluzionaria, non si è mai dissociata dalla storia sua e di chi come lei ha voluto e tentato l’assalto al cielo.
Che la terra ti sia lieve»: questo il ricordo che l’organizzazione giovanile comunista Cambiare Rotta, trai protagonisti degli scontri di Pisa, fa della terrorista rossa, dipinta come un’eroina, una sognatrice, una martire della battaglia per conquistare il sol dell’avvenire.
Saranno giovani, ma la pensano come i loro nonni cattivi e legittimano a temere che ci sia un filo rosso che non si è mai spezzato. Pisa, va ricordato, è la città dove, si dice, cinquant’anni fa Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani, i due leader di Lotta Continua, avrebbero deciso, in un bar centrale di via Garibaldi, l’esecuzione del commissario Luigi Calabresi. Anche allora dopo una manifestazione conclusasi con scontri violenti con la polizia.
OBIETTIVI SENSIBILI
È probabile che questi estimatori fuori tempo massimo dei crimini delle Brigate Rosse siano solo degli ignorantelli, molti dei quali hanno appreso dell’esistenza della Balzerani nel momento della sua morte, però guai a sottovalutare. Forse sono meno innocui di quanto la sinistra, nella fretta di mettere all’angolo le forze dell’ordine e con esse il governo, ha voluto far credere. Gli errori della polizia sono indiscutibili ma è possibile che, se qualcuno non li avesse fermati, davvero ci sarebbe stato l’assalto alla sinagoga e alla luce dell’esaltazione della compagna Luna non pare più così peregrina la decisione di non autorizzare la manifestazione.
Pisa è anche la città nella quale il Partito Comunista negli anni Settanta, quando ancora in parte riteneva i brigatisti «compagni che sbagliano», mandava la sua futura classe dirigente a studiare e c’è chi, tra gli ex universitari della città toscana, una volta diventato grande e potente si è fatto fotografare sottobraccio ad Hezbollah e ha continuato fino all’altro ieri a difendere Hamas. Chissà come mai, per coloro che non perdono occasione per chiedere al governo di dichiararsi antifascista e che hanno adottato gli studenti toscani maltrattati dalla polizia, è così difficile dare una lezione di storia a questi ragazzi. Spiegare che i brigatisti non erano solo dei giovani che volevano realizzare con metodi sbagliati e sanguinari una società giusta ma che erano il braccio armato di una delle peggiori ideologie che sia mai apparsa sulla terra, quella marxista-comunista. In aggiunta potrebbero spiegare che sfilare per Gaza oggi significa anche sostenere Hamas, che usa i civili palestinesi come scudi umani funzionali alla sua strategia di isolare Israele nel mondo prima, per dopo arrivare alla sua cancellazione dalle cartine geografiche.
Inutile illudersi. Perché Pisa è anche la città dove il rettore, per celebrare l’inaugurazione del seicento-ottantesimo anno di lezioni, invita appositamente e dà il microfono a uno studente palestinese in kefiah il quale, come prevedibile, coglie l’occasione per lanciarsi in un attacco di Israele. «Il nostro popolo non ha più diritti», tuona il giovane, senza una parola sul massacro del 7 ottobre.
IL VERO PROBLEMA
Si aggiunga che in questi giorni nell’ateneo toscano si sta tenendo un convegno dal titolo “Il genere di Achille”, per interrogarsi se l’eroe di Omero fosse un trans e discettare sulla questione queer nell’Iliade, e che presto ne inizierà un altro su “Falli lunari, oratori pelosi e dei incinti - Le ansie di genere di Lucano di Samostata”. Se ne deduce che il problema a Pisa, oggi come cinquant’anni fa, più che i poliziotti, sono i cattivi maestri.
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