Riprendiamo da LIBERO del 06/03/2024, a pag. 10, con il titolo "I giallorossi continuano la sceneggiata a Gaza" la cronaca di Daniele Dell'Orco.
Daniele Dell'Orco
Bonelli e Fratoianni, parte della delegazione di sinistra andata a Gaza. Loro due non solo hanno dimostrato simpatie per le dittature palestinesi, ma non hanno neppure votato a favore della partecipazione dell'Italia alla missione Aspides per fermare i terroristi Houti. Non perdono occasione di manifestare simpatia per i movimenti islamo-terroristi.
Si sono arenati ieri al Cairo i tentativi di mediare un cessate-il-fuoco tra Hamas e Israele prima di domenica, il giorno dell’inizio del mese sacro musulmano del Ramadan. Bassem Naim, un alto funzionario della milizia palestinese, ha informato Reuters che, dopo due giorni di negoziati, il gruppo non aveva ancora ricevuto risposta da parte di Tel Aviv alla proposta presentata dai mediatori di Hamas vista l’assenza di rappresentanti israeliani.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che Israele si impegnerà a mantenere la libertà di culto peri musulmani nel complesso della moschea di Al-Aqsa sul Monte del Tempio di Gerusalemme durante il Ramadan, ma ha mantenuto il silenzio assoluto sui dettagli dei negoziati. Tra le condizioni poste da Israele c’è sempre, fin dall’inizio, la fornitura da parte di Hamas di un elenco di ostaggi - anziani, malati e donne - che dovranno essere rilasciati per primi nell’ambito di un accordo di tregua della durata iniziale di sei settimane. Da Hamas, però, sostengono di non avere informazioni precise sul numero di ostaggi ancora in vita e della lista non c’è ancora nessuna traccia. Al centro delle richieste palestinesi ci sono il permesso per gli sfollati di ritornare alle loro case nel nord della Striscia e la necessità di consentire l’ingresso di aiuti umanitari su larga scala nell’enclave.
Mentre Israele da una decina di giorni ha preso in carico la distribuzione degli aiuti verso la parte settentrionale di Gaza (una di queste forniture è terminata col caos dell’assalto ai convogli), oggi termina il viaggio dei 15 parlamentari dell’opposizione, rappresentanti di Pd, 5Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, che domenica scorsa hanno raggiunto il valico di Rafah, tra l'Egitto e la Striscia di Gaza.
Un’iniziativa promossa dall'Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI) a cui hanno aderito sostanzialmente i membri dell’Intergruppo parlamentare “per la Pace tra Israele e la Palestina”. L’obiettivo ufficiale sarebbe quello di sollecitare un “cessate il fuoco” immediato e definitivo, senza specificare bene su quali basi visto che a poche decine di chilometri le diplomazie, che da mesi lavorano giorno e notte, non riescono a trovare una quadra. In chiave ben più politica la missione ha invece una triplice utilità: attaccare il governo Meloni, tirare la volata alle realtà che lavorano in campo umanitario, racimolare qualche consenso in più in vista delle elezioni europee.
Del resto, basta vedere la rosa di nomi: Stefania Ascari, Carmela Auriemma, Angelo Bonelli, Ouidad Bakkali Laura Boldrini, Dario Carotenuto, Sara Ferrari, Nicola Fratoianni, Valentina Ghio, Francesco Mari, Andrea Orlando, Rachele Scarpa, Arturo Scotto, Alessandro Zan. Profili ben noti agli italiani soprattutto per le loro battaglie ideologiche. Si tratta degli stessi che criticano «l’assenza di azioni concrete da parte del governo» dopo l’approvazione di una mozione, sostenuta dalle opposizioni ma passata grazie all’astensione della maggioranza dopo un fitto colloquio Meloni-Schlein, che impegnava l’esecutivo ad adottare tutte le misure possibili per chiedere un cessate-il-fuoco. Cosa che l’esecutivo non può fare in modo diverso rispetto a quanto sta facendo, ovverosia collaborando con gli alleati per aiutare le parti a raggiungere un punto di incontro.
Che si tratti solo di demagogia lo dimostra il fatto che sulla politica estera, quando si inizia a parlare di fatti concreti, la sinistra si spacca come sempre. È accaduto anche sul voto in Parlamento sulle missioni internazionali, con i grillini e il Pd che hanno ricomposto le spaccature solo in extremis e con Bonelli e Fratoianni che a differenza di tutti gli altri non hanno votato a favore della partecipazione dell'Italia alla missione Aspides.
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