Putin minaccia l’Occidente Analisi di Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 01 marzo 2024 Pagina: 15 Autore: Carlo Nicolato Titolo: «Putin in assetto di guerra: distruggeremo la civiltà»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 27/02/2024, pag. 17, con il titolo "Putin in assetto di guerra: distruggeremo la civiltà", l'analisi di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
È un Putin in versione minacciosa e catastrofica quello di ieri alla Duma. Il presidente russo ha balenato «conseguenze tragiche» per i Paesi della Nato, ha parlato senza mezzi termini di «conflitto con armi nucleari« e di «annientamento della civiltà».
Di fronte a una platea silenziosa, colorando qua e là di riferimenti storici il suo discorso, un vezzo che si concede sempre, Putin ha avuto gioco facile nel cercare consenso tra i suoi.
Le elezioni per il suo quinto scontato mandato presidenziale si terranno tra nemmeno un mese e il discorso sullo stato della nazione di ieri è stato l’occasione perfetta per mostrare i muscoli in chiave elettorale e al contempo in quella strategico-internazionale. «Hanno iniziato a parlare della possibilità di inviare contingenti militari della Nato in Ucraina», ha detto subito Putin aggiungendo che l’Occidente deve capire «che disponiamo anche di armi in grado di colpire obiettivi sul loro territorio» e che «tutto ciò minaccia davvero un conflitto con l’uso delle armi nucleari e la distruzione della civiltà».
SFIDA A MACRON
La questione dei militari Nato in Ucraina sembrava chiusa, viste le reazioni negative della totalità dei membri all’apertura di Macron, ma ieri sul tema è tornata la premier estone Kaia Kallas insistendo che i leader europei non dovrebbero escludere tale eventualità a priori. «Evidentemente non lo capiscono», ha proseguito il presidente russo dando un’involontaria risposta alla estone.
«Ricordiamo loro il destino di coloro che un tempo inviavano contingenti nel territorio del nostro Paese», ha puntualizzato sul tema, rievocando la fallimentare campagna napoleonica e quella nazista, «ma ora le conseguenze per i potenziali interventisti saranno molto più tragiche».
Sullo stesso tono ha proseguito sostenendo che «“l’Occidente sta cercando di trascinarci in una corsa agli armamenti per logorarci, per ripetere l’acrobazia fatta con l'ex Unione Sovietica negli anni Ottanta». Dire che Mosca voglia attaccare l’Europa è una «sciocchezza» ha ripetuto, «pensano che questo sia una specie di gioco. Sono accecati dal loro stesso complesso di superiorità», ma in ogni caso «anche noi abbiamo armi capaci di raggiungere i vostri territori».
Come per ogni dittatore che si rispetti Putin ha quindi passato in rassegna le potentissime armi che stanno per scendere sul campo, ma anche quelle, che lo faranno, forse, in futuro. «I primi missili balistici pesanti Sarmat prodotti in serie sono stati consegnati alle Forze Armate. Presto li mostreremo in servizio di combattimento nelle zone in cui saranno schierati», mentre «i test del missile da crociera a gittata illimitata Burevestnik e del veicolo sottomarino senza pilota Poseidon sono prossimi al completamento». Ma che «la Russia stia pianificando di schierare armi nucleari nello spazio» anche quella è una fesseria: «Tali bufale, e non c'è altro modo per descriverle, sono un trucco volto a trascinarci in trattative alle loro condizioni, vantaggiose esclusivamente per gli Stati Uniti».
La Russia in realtà è pronta a dialogare con Washington sul controllo degli armamenti ma, ha aggiunto Vladimir, le forze nucleari russe sono pronte per l'uso.
Poi, commentando i successi russi sul campo di battaglia in Ucraina, ha assicurato che «i membri delle forze armate non si ritireranno, non falliranno, non tradiranno», e che la «denazificazione» sarà completata.
RETORICA DI REGIME
Lo Zar ha trovato anche il modo di esaltare l’economia del suo Paese definita la «quinta» e in procinto di diventare la «quarta» grazie soprattutto a quella che lui definisce «una nuova architettura finanziaria globale su basi tecnologiche all'avanguardia e priva di interferenze politiche» che la Russia sta implementando insieme a «Paesi amici». «Noi continueremo a creare corridoi di approvvigionamento efficienti e sicuri», ha aggiunto, «tanto più che l'Occidente porta discredito sulle proprie valute e sul sistema bancario». Il ritorno alla retorica del nucleare è stato accolto con un certo scetticismo alla Nato e in tutto l’Occidente, letto anche come un segno di debolezza più che una dimostrazione di forza. Secondo il portavoce dell’Unione Europea Peter Stano, il discorso è pieno di «minacce inaccettabili» ma va letto «nel contesto delle imminenti elezioni presidenziali».
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