L’ ottobre del 2023 ha visto nascere un ciclo di violenza che ha avuto un impatto duro e duraturo sui bambini di entrambi i lati del confine, riconosciuto a livello internazionale, che separa la Striscia di Gaza dallo Stato ebraico.
Tutto è iniziato il 7 ottobre. Hamas ha commesso una serie di atrocità di una ferocia inaudita contro città e kibbutz in Israele, provocando centinaia di vittime, tra cui neonati, lattanti e bambini molto piccoli. Ne ha rapito degli altri da utilizzare come ostaggi. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha affermato con agghiacciante cinismo che l'organizzazione terroristica “non ha agito nel vuoto”, lasciando intendere che poteva avere qualche giustificazione, motivata dall'“occupazione”. Oggi, questo stesso Segretario Generale ritiene Israele responsabile della sorte dei bambini palestinesi, che vivono nel terrore dei bombardamenti e che soffrono la fame e il freddo. Si dimentica però di sottolineare che, da un lato, Israele “non ha agito nel vuoto”, essendo motivato dalle atrocità di cui sopra e dalla volontà di liberare gli ostaggi detenuti in condizioni disumane, e che, dall'altro, è Hamas che sta affamando i bambini di Gaza, accaparrandosi gran parte degli aiuti alimentari loro destinati. Va detto che non è certo la prima volta che il mondo ignora con estrema indifferenza ciò che sta accadendo ai piccoli israeliani e più specificamente ai neonati. Chi si ricorda ancora della Guerra del Golfo e dei missili lanciati da Saddam Hussein sullo Stato ebraico? È stato tanto tempo fa! Precisamente nel gennaio del 1991, l’operazione Tempesta nel Deserto. Gli Stati Uniti avevano guidato una coalizione contro il dittatore iracheno che sei mesi prima aveva invaso e annesso il vicino Kuwait. La Siria e l'Arabia Saudita si erano degnate di accettare di partecipare, ma ad una condizione: che lo Stato ebraico non intervenisse in alcun modo, nonostante le molteplici minacce di Saddam nei suoi confronti. Già prima dell’invasione il governo iracheno aveva annunciato che in caso di guerra, avrebbe lanciato i suoi missili contro lo Stato ebraico. Dato il timore che questi missili potessero trasportare armi chimiche o biologiche, gli israeliani avevano ricevuto kit di protezione, comprese maschere antigas e siringhe di atropina. Ad ogni famiglia era stato chiesto di preparare una stanza sigillata nella propria casa dove avrebbero soggiornato durante un attacco missilistico. “Soprattutto”, aveva ripetuto la Casa Bianca agli israeliani, “ scordatevi operazioni preventive e nemmeno di ritorsioni.” Mentre la popolazione di Gaza, della Giudea e della Samaria dimostrava a gran voce il proprio sostegno a Saddam Hussein e alla guerra, e saliva sui tetti per applaudire il lancio dei missili, gli israeliani, con la rabbia nel cuore, dovevano tapparsi nelle loro case in caso di attacco, mentre quando eranoall’esterno, dovevano indossare il kit di protezione in ogni circostanza. È stato necessario progettare dei kit speciali per i bambini piccoli; ce n'era persino uno per i neonati! Si trattava di incubatori ad aria filtrata, appositamente progettati per la guerra batteriologica e chimica. Il mondo, che all’epoca non era particolarmente commosso, si è affrettato a dimenticare questo episodio.