I centri sociali assaltano la volante Cronaca di Alessandro Dell'Orto
Testata: Libero Data: 29 febbraio 2024 Pagina: 5 Autore: Alessandro Dell'Orto Titolo: «I centri sociali assaltano la volante»
Riprendiamo da LIBERO del 29/02/2024, a pag. 5, con il titolo "I centri sociali assaltano la volante" la cronaca di Alessandro Dell'Orto
Calci, pugni, sputi, insulti, minacce e una volante della polizia circondata. E poi assalita. L’ultima vergognosa follia di anarchici e autonomi dei centri sociali (più di una cinquantina di persone) va in scena a metà pomeriggio nel pieno centro di Torino, proprio davanti alla questura. Il pretesto per andare all’assalto è il tentativo di liberare un delinquente straniero: un uomo di origini marocchine che doveva essere accompagnato a un centro di rimpatrio per essere estradato dopo che due sere fa era stato fermato alla periferia della città ed era stato denunciato per avere imbrattato - con scritte ingiuriose nei confronti della polizia le pareti di un sottopasso. A suo carico anche 13 condanne passate in giudicato.
L’aggressione alle divise, pianificata attraverso il passaparola, avviene in due fasi. La prima all’Asl di via Farinelli, nel quartiere di Mirafiori sud, dove il marocchino viene portato inizialmente (l’irruzione di una decina di antagonisti viene fermata in tempo), e poi davanti alla questura. Dove, all’arrivo della volante con a bordo lo straniero, si scatena il caos. Prima cori e offese, poi l’aggressione all’auto con calci e pugni e il tentativo di aprire le portiere per “liberare” l’arrestato.
DOPPIO ATTACCO
L’offensiva, malgrado i momenti di tensione e il trambusto, viene bloccata evitando conseguenze drammatiche: il risultato è di quattro antagonisti fermati dalla polizia e l’uomo trasferito negli uffici. Tutto finito? Macché. La follia e la violenza di anarchici e autonomi dei centri sociali semplicemente si trasferisce: protestando («Siamo qui perché non accettiamo la violenza di Stato e le deportazioni», uno degli slogan dei manifestanti), in corteo, gli antagonisti si spostano verso Porta Susa danneggiando alcune auto in sosta, frantumando vetri e spaventando i passeggeri, per poi tornare davanti alla questura.
Un pomeriggio di guerriglia, quello di Torino, che non fa altro che acuire il clima di nervosismo e preoccupazione, già alto dopo i fatti e le polemiche di Pisa e Firenze, con le contestate cariche da parte della polizia nei confronti degli studenti che manifestavano per la Palestina.
«L’assalto al volante della Questura di Torino rende evidente ciò che noi denunciamo da tempo: fin quando una certa parte politica continuerà a incoraggiare la contrapposizione tra Forze dell’Ordine e cittadini continueremo ad assistere a un’escalation di violenza inaudita. Ormai siamo alla “caccia al poliziotto” e lo slogan “più sbirri morti” lanciato dagli antagonisti rischiando di diventare un mantra», ha spiegato in una nota Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. «Le accuse che sono piovute addosso alle Forze dell’Ordine negli ultimi giorni - ha continuato - stanno creando un clima di tensione e di intolleranza mai raggiunto prima d’ora nel nostro Paese. Fin quando le donne e gli uomini in divisa continueranno a essere attaccati da chi dovrebbe rappresentare lo Stato, episodi come questo continueranno a verificarsi e aumenteranno. Oggi (ieri per chi legge ndr), nel corso nella visita al reparto mobile di Firenze e alla Questura di Pisa, abbiamo appreso che i figli di alcuni dei nostri colleghi stanno ricevendo continui insulti sui social network e vengono accusati dai compagni di scuola di essere “figli di sbirri manganellatori”. Stiamo assistendo a una vera cultura dell’illegalità. Chiediamo al Presidente Mattarella di condannare questo gesto degli antagonisti e, ancora una volta, di sostenere le Forze dell’Ordine che ogni giorno sono in prima linea per difendere lo Stato e i suoi cittadini». In serata Mattarella ha chiamato il capo della Polizia per essere informato di quanto avvenuto e per esprimere solidarietà agli agenti della pattuglia aggredita. Il presidente ha ribadito fiducia e vicinanza alla Polizia.
Subito dopo ha chiamato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
ACCUSE E RABBIA
Nelle ore precedenti, accuse e rabbia tra i sindacati, parole di condanna dalla politica. «Sono sdegnato per la gravissima aggressione a un mezzo della Polizia nel centro di Torino», così Piantedosi. «Questo inaccettabile atto di violenza è sintomatico del clima di veleno e sospetto a cui sono sottoposti in questi giorni le Forze dell’ordine e in particolare la Polizia, a cui va la mia solidarietà e vicinanza. Come ministro dell’Interno ha concluso - mi prodigherò in ogni sede per affermare la dignità e l’onore di lavoratori e servitori dello Stato che quotidianamente, anche mettendo a rischio la loro incolumità, concorrono ad affermare i valori di libertà e democrazia nel nostro Paese».
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