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La Repubblica Rassegna Stampa
28.02.2024 Soldati per Kiev? No di Berlino, Madrid, Roma
Analisi di Anais Ginori

Testata: La Repubblica
Data: 28 febbraio 2024
Pagina: 12
Autore: Anais Ginori
Titolo: «Ipotesi truppe occidentali a Kiev, Ma la Nato gela l’azzardo di Macron»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/02/2024, a pag. 12, con il titolo "Ipotesi truppe occidentali a Kiev, Ma la Nato gela l’azzardo di Macron", l'analisi di Anais Ginori.

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Anais Ginori
Conferenza sull'Ucraina a Parigi: Macron non esclude invio truppe  occidentali | Euronews
Emmanuel Macron propone l'invio di truppe europee in Ucraina. No secco di Ue, Usa e Nato

PARIGI — Emmanuel Macron cambia passo sulla guerra in Ucraina, alza l’asticella del confronto con la Russia, non più solo nei toni ma anche nel sostegno operativo a Kiev. Il leader francese apre a un’ipotesi rimasta finora una linea rossa invalicabile: l’invio di truppe occidentali per aiutare l’esercito ucraino. Lo stesso Macron ha ammesso che non c’è ancora un consenso su questo scenario, ma ha voluto ribadire che «in prospettiva, nulla deve essere escluso». La bocciatura più pesante viene dalla Casa Bianca. «Il presidente Biden è stato chiaro sul fatto che gli Stati Uniti non invieranno truppe a combattere in Ucraina», spiega la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, Adrienne Watson. Biden ritiene che la «strada verso la vittoria» sia che il Congresso approvi gli aiuti militari bloccati «in modo che le truppe ucraine abbiano le armi e le munizioni di cui hanno bisognoper difendersi» dall’invasione russa, ha aggiunto. E se da Kiev le parole di Macron sono apprezzate come un «segnale positivo », il Cremlino ha subito allertato su una nuova escalation. Secondo il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, un conflitto militare diretto tra la Nato e la Russia sarebbe «inevitabile » se soldati di Paesi occidentali dovessero essere inviati in Ucraina. Reazioni contrarie arrivano da diversi Paesi rappresentati al vertice che si è svolto all’Eliseo, come Spagna,Polonia, Svezia. Il sostegno a Kiev «non prevede la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o della Nato», sottolinea in una nota Palazzo Chigi. Giorgia Meloni non era presente alla riunione e neanche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha mandato il viceministro Edmondo Cirielli. Tajani ha raccomandato «grande cautela» perché «non dobbiamo sembrare in guerra con la Russia». Ma la spaccatura più forte è nell’asse tra Parigi e Berlino. Dalla Germania arriva un chiaro nein .Berlino non manderà truppe della Bundeswehr in Ucraina. Olaf Scholz aveva respinto l’idea di una coalizione dei volenterosi che garantisca un impegno boots on the ground , come viene chiamato in gergo. E dopo il summit il cancelliere tedesco ha chiuso a qualsiasi discussione: «Non ci saranno truppe sul terreno, nessun soldato inviato né da Stati europei né da Stati della Nato sul suolo ucraino». Èun nuovo schiaffo della Germania alla Francia, dopo che Macron ha fatto ironie sulla posizione a lungo riluttante di Berlino. Da settimane Scholz e Macron litigano dietro le quinte sugli aiuti all’Ucraina, anche a Bruxelles dove i tedeschi premono per ridurre la propria quota nei fondi europei per Kiev sostenendo di essere già il maggiore contribuente in Europa al livello bilaterale. Mentre la Francia, irritata per gli acquisti degli F35 americani da parte della Germania, insiste perché l’Ue compri armi dall’industria del continente. L’Eliseo ha precisato ieri che l’ipotetico invio di truppe in Ucraina, deciso su base bilaterale, sarebbe legato ad azioni identificate come prioritarie per gli europei: coproduzione di armi in Ucraina, sminamento, pattugliamento di frontiere. «Alcune di queste azioni potrebbero richiedere una presenza sul territorio ucraino, senza superare la soglia della belligeranza », ha aggiunto Stéphane Séjourné, capo della diplomazia francese. Quindi nessun soldato destinato a combattere direttamente contro i russi. La mossa di Macron si spiega con una doppia chiave. Sul piano interno, in vista delle europee, è un modo di ravvivare le ambiguità di Marine Le Pen rispetto a Mosca, come si è visto già ieri nel dibattito in parlamento in cui il premier Gabriel Attal ha accusato la leader della destra di aver portato in Francia le «truppe russe». Sul piano europeo, l’ostentazione muscolare della Francia serve a ribattere a chi insiste sul più massiccio piano di aiuti della Germania a Kiev, ma è anche un posizionamento strategico nell’Ue: occupare il vuoto degli Usa che Macron vede profilarsi con la campagna per la Casa Bianca, ancora prima di un’eventuale vittoria di Trump. Una scommessa che comporta non pochi rischi, a giudicare dalle prime reazioni degli alleati.

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