La televisione israeliana ha mostrato delle immagini riprese il 7 ottobre sia dalle telecamere di sorveglianza dei kibbutz devastati dall'attentato del 7 ottobre, sia da quelle dei terroristi di Hamas che hanno registrato e diffuso le atrocità commesse. Si vede la piccola Avigail, tre anni, correre terrorizzata fuori dalla casa dove sua madre era appena stata uccisa. Suo padre, che si precipita verso di lei, viene colpito da una pallottola e crolla a terra con la bambina. Avigail è salva, ma vaga per le strade finché non incontra una vicina che la prende tra le braccia - e che pochi istanti dopo sarà sequestrata da dei terroristi che la trascinano brutalmente verso Gaza con la piccola orfana e i propri bambini. Saranno tenute in cattività per cinquantuno giorni. Poi Avigail ritrova suo fratello e sua sorella, che erano riusciti ad eludere i terroristi nascondendosi in un armadio per dodici lunghe ore. Quando gli invasori se ne andarono, portando con sé delle donne e dei bambini, compreso un neonato di nove mesi, lasciarono dietro di sé dozzine di cadaveri selvaggiamente mutilati e talvolta carbonizzati. Nascosti nei rifugi, i sopravvissuti - compresi i bambini che avevano visto i loro padri, le loro madri assassinati, le loro case distrutte - rimarranno segnati per tutta la vita da un'esplosione di bestialità che solo un odio viscerale può provocare. Una bestialità di cui gli ostaggi continuano ad essere vittime. E’ proprio in questo momento che il segretario generale internazionale di Medici Senza Frontiere, Christopher Lockyear, ha scelto di rilasciare la seguente dichiarazione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU: “Il capo di Medici Senza Frontiere (MSF), giovedì ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che le équipe mediche nella Striscia di Gaza hanno inventato un nuovo acronimo: WCNSF – bambino ferito, nessuna famiglia sopravvissuta… Si verificano ripetuti spostamenti, una paura costante e il vedere i membri di una stessa famiglia, letteralmente smembrati davanti ai loro occhi.” Lockyear si è detto costernato dalla politica degli Stati Uniti, che hanno ripetutamente utilizzato il loro diritto di veto per impedire al Consiglio di esigere un cessate il fuoco umanitario immediato per poter rispondere alle necessità della popolazione. Lockyear non ha menzionato gli ostaggi. Ha beneficiato del sostegno della Cina, il cui ambasciatore presso l'ONU, Zhang Jun, ha dichiarato al Consiglio di sentirsi “inorridito” dal briefing di Lockyear, prima di aggiungere: “Noi speriamo che la tragica immagine che lui ci ha dipinto di Gaza, possa toccare la coscienza di un certo membro di questo Consiglio”, un’allusione appena velata agli Stati Uniti. Come avete capito, questa preoccupazione non riguarda i piccoli israeliani, anche se sono deliberatamente presi di mira da bestie feroci.
Al direttore di Medici Senza Frontiere questo non interessa. Lui pensa solo ai piccoli palestinesi, vittime collaterali della strategia adottata da Hamas che consiste nell'utilizzare la popolazione di Gaza come scudo umano. Questi bambini non sono stati deliberatamente feriti o presi di mira.
Ci chiediamo chi “li ha letteralmente smembrati davanti ai loro occhi.” Non si tratta forse di una bomba nel contesto di una guerra la cui responsabilità ricade su Hamas e su lui solo?