Anche i politici che abusano della Shoah dovrebbero essere sanzionati Commento di Ben Cohen
Testata: Informazione Corretta Data: 25 febbraio 2024 Pagina: 1 Autore: Ben Cohen Titolo: «Anche i politici che abusano della Shoah dovrebbero essere sanzionati»
Anche i politici che abusano della Shoah dobrebbero essere sanzionati Analisi di Ben Cohen
Il governo israeliano aveva assolutamente ragione quando, la scorsa settimana, ha deciso di annunciare che il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva – noto in tutto il mondo come “Lula” – è persona non gradita nello Stato ebraico, per aver ignobilmente paragonato la guerra difensiva di Israele a Gaza allo sterminio nazista di 6 milioni di ebrei. Allo stesso modo, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha commesso un grave errore nell’aver avuto un incontro con Lula a Brasilia, solo pochi giorni dopo le sue dichiarazioni offensive. Il punto chiave da tenere ben presente riguardo ai commenti di Lula è che non c'era alcuna ambiguità; a suo avviso, le azioni di Israele a Gaza sono una copia carbone della Shoah inflitta dai nazisti. “Ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza non è una guerra, è un genocidio,” ha dichiarato Lula a margine di un vertice dell'Unione Africana nella capitale etiope, Addis Abeba. “Non è una guerra di militari contro militari. È una guerra tra un esercito altamente preparato e donne e bambini.” Ci fu un solo parallelo storico appropriato per la situazione attuale, ha continuato: “Quando Hitler decise di uccidere gli ebrei.” Francamente, sembra offensivo dover respingere una simile provocazione. E’ un insulto ed è umiliante dover spiegare che l’obiettivo di distruggere la “cospirazione ebraica internazionale” è stato al centro dell’ideologia nazista; che prima che iniziasse lo sterminio, la Germania nazista aveva dato inizio al degrado legale degli ebrei, conferendo loro uno status subumano con le Leggi di Norimberga del 1935; che i nazisti costruirono un'intera rete di campi di concentramento e di sterminio dedicati, principalmente, alla riduzione in schiavitù e all'omicidio degli ebrei provenienti da tutta l'Europa occupata; che i nazisti erano così ossessionati dall’assassinio di ogni ebreo sotto il loro controllo che di fatto accelerarono le uccisioni anche quando divenne chiaro che per loro la guerra era già persa.
Qui non c’è paragone con Gaza. In effetti, ci sono pochissimi eventi storici che potrebbero ottenere un qualsiasi tipo di paragone con la Shoah – il genocidio del Ruanda del 1994 potrebbe essere uno, per esempio – ma assolutamente nessuno che giustifichi l’esatta analogia tracciata da Lula. Ciononostante, Blinken ha proseguito con l'incontro con Lula, pienamente consapevole di quanto era stato detto. Infatti, al portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller era stato chiesto un parere sui commenti di Lula, prima che Blinken partisse per l'America Latina. “E’ ovvio che noi non siamo d’accordo con questi commenti”, ha risposto. “Siamo stati molto chiari nel dire che non crediamo che a Gaza sia avvenuto un genocidio. Noi vogliamo che il conflitto finisca non appena possibile.” Tutto molto bene, ma il governo degli Stati Uniti dovrebbe fare molto di più che limitarsi a dissentire. Dovrebbe condannare. Dovrebbe sottolineare che abusare della Shoah come ha fatto Lula, è moralmente ripugnante quanto negare la Shoah insieme e probabilmente più insidioso, poiché dileggia la storica condizione di vittime degli ebrei considerandoli non diversi dai loro assassini. Forse Blinken ha detto con forza a Lula che ciò che aveva detto era sbagliato; non lo sapremo mai, poiché non è stato pubblicato alcun resoconto della loro discussione. Ciò che ci è stato detto dal consigliere di Lula, Celso Amorim, è che Blinken ha aperto quella parte del loro scambio di considerazioni ricordando che il suo patrigno, Samuel Pisar, era sopravvissuto alla Shoah. Ancora una volta, possiamo solo fare congetture, ma forse, per offrire un’interpretazione ancora più generosa, Blinken pensava che Lula avrebbe cambiato la sua comprensione della Shoah se solo avesse avuto una migliore comprensione della sua natura e del suo impatto duraturo sulle successive generazioni di ebrei. Se così fosse, allora sarebbe stato irrimediabilmente ingenuo. Lula è molte cose, non ultimo un truffatore finito in prigione per corruzione prima di essere scagionato per un cavillo, senza che fossero smentite le originali accuse contro di lui. Tuttavia non è un idiota. Conosce la Shoah e ha avuto il privilegio di visitare a Gerusalemme lo Yad Vashem, il memoriale nazionale israeliano della Shoah, durante una visita di Stato in Israele nel 2010. Eppure questa è stata la stessa visita durante la quale ha insultato i suoi ospiti israeliani rifiutandosi di visitare la tomba di Theodor Herzl, il fondatore del moderno movimento sionista. Qualunque cosa abbia appreso allo Yad Vashem, è stato completamente dimenticato o riadattato per i suoi vili commenti mentre era in Etiopia. Se i leader americani e occidentali intendono seriamente contrastare l’antisemitismo, devono farlo prima di tutto tra i loro pari. Proprio come ci aspettiamo che le amministrazioni universitarie sanzionino i professori universitari che abusano dell’Olocausto allo scopo di attaccare Israele, dovremmo chiedere lo stesso ai politici; dopo tutto, Lula non è stato assolutamente il primo colpevole in questo senso. Solo nell’ultimo anno, il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha affermato: “Loro avevano l’abitudine di parlar male di Hitler. Che differenza pensate ci sia con Hitler? Loro ci faranno sentire la mancanza di Hitler. Ciò che sta facendo Netanyahu è forse inferiore a ciò che ha fatto Hitler? Non lo è.”
Nel frattempo, Mahmoud Abbas, Presidente dell’Autorità Palestinese, non perde occasione per invocare l’analogia nazista. Durante una visita in Germania l’anno scorso, ha fatto esattamente questo: mentre era accanto al cancelliere Olaf Scholz in una conferenza stampa, sogghignando nel rispondere alla domanda di un giornalista, ha sostenuto che Israele dal 1947 aveva commesso “50 massacri, 50 olocausti”. Nella migliore delle ipotesi, si ottiene una condanna. Scholz si è poi dichiarato “disgustato” dai commenti di Abbas, ma non ha dichiarato il leader palestinese persona non grata. Allo stesso modo, anche le frecciate ripugnanti di Erdoğan provocano una disapprovazione retorica, ma niente di più. Per di più, anche i leader tentati di fare il paragone potrebbero sentirsi incoraggiati dalla consapevolezza che coloro che lo hanno già fatto la fanno franca! Proprio come un rettore universitario che non può fornire una semplice condanna dell’antisemitismo non merita di essere in carica, un leader politico – eletto o meno – che paragoni Israele alla Germania nazista, non merita di essere trattato come un partner diplomatico. Ormai da anni permettiamo a Lula, Erdoğan, Abbas e quelli come loro di sputare impunemente sulle tombe di 6 milioni di ebrei. Israele, lo Stato costruito con il sangue e la fatica di sopravvissuti, ora ha detto che quel che è troppo è troppo. Se solo restasse un po’ di decenza in questo mondo, altri governi seguiranno il suo esempio.
Ben Cohen, esperto di antisemitismo,
scrive sul Jewish News Syndicate