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La Repubblica Rassegna Stampa
24.02.2024 Il ricatto di Putin alla madre di Navalny
Cronaca di Rosalba Castelletti

Testata: La Repubblica
Data: 24 febbraio 2024
Pagina: 12
Autore: Rosalba Castelletti
Titolo: «Il ricatto alla madre di Navalny “Segretezza o sepolto nel gulag”»

Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 24/02/2024, a pag.12, l'analisi di Rosalba Castelletti dal titolo "Il ricatto alla madre di Navalny. Segretezza o sepolto nel gulag"

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Rosalba Castelletti


Lyudmila Ivanovna Navalnaya, madre di Navalny. Il regime di Putin non ha pietà neppure per i parenti delle persone che uccide, e la ricatta.

MOSCA — Il crudele ricatto si è trasformato in ultimatum: tre ore per accettare una sepoltura «in segreto, senza una cerimonia d’addio», altrimenti il corpo di Aleksej Navalny sarà sepolto nella colonia penale Ik-3 di Kharp, là dove è morto il 16 febbraio. «Vogliono portarmi al margine di un cimitero, davanti a una tomba appena scavata e dirmi: “Qui giace suo figlio”. Io però non lo accetto», aveva raccontato la madre Lyudmila Ivanovna Navalnaya in un videomessaggio diffuso giovedì. Le autorità erano arrivate a minacciare: «Il tempo lavora contro di lei, i cadaveri si depongono». Ieri lo spietato aut aut . Lyudmila lo ha respinto, senza aspettare lo scadere del tempo. Continua a chiedere che il corpo le venga consegnato, come prevederebbe la legge, oggi, due giorni dopo aver siglato, nonostante i dubbi, il certificato di morte “per cause naturali”. Ha fatto causa contro gli investigatori anche per “violazione del corpo del defunto”. «Secondo i canoni ortodossi, è consuetudine seppellire il corpo del defunto il terzo giorno. A oggi sono trascorsi otto giorni dalla morte di Navalny, ma il corpo non è stato sepolto», si legge nelladenuncia diffusa da Ivan Zdhanov, a capo della Fondazione anti-corruzione, che ha anche messo in palio 50mila euro di ricompensa per chiunque fornirà «informazioni preziose e complete» su com’è morto l’oppositore. È l’inizio di quella che sarà una lunga battaglia legale. Ma nella Russia di Vladimir Putin è inutile appellarsi alle leggi, sia a quelle scritte dagli uomini, sia a quelle «non scritte degli Dei» invocate da Antigone. Navalny è un moderno Polinice: il nemico del popolo che per ordine del nuovo Creonte non merita degna sepoltura. L’obiettivo delle autorità non è tanto scongiurare un’autopsia indipendente, ma impedire un funerale pubblico che potrebbe trasformarsi in un’azione di protesta a meno di un mese dalle presidenziali russe e negare al nemico che Putin non hamai nominato, né da vivo né da morto, una sepoltura da martire che potrebbe diventare meta di pellegrinaggio e teatro di simboliche manifestazioni di dissenso. Come i memoriali spontanei che continuano ad apparire nelle città russe e a essere prontamente smantellati. Vani gli appelli che si stanno moltiplicando nelle ultime ore. «Restituite il corpo di suo figlio a Lyudmila Ivanovna e basta. È imbarazzante per un Paese che si considera ancora cristiano», ha detto il giornalista Dmitrij Muratov, premio Nobel per la pace 2021. Stessa ipocrisia denunciata da Nadia Tolokonnikova, la Pussy Riot incarcerata per due anni insieme a Masha Aljokhina per aver protestato nel 2012 all’interno della Cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca: «Siamo state incarcerate con l’accusa di aver calpestato i valori tradizionali. Ma nessuno calpesta i valori tradizionali russi più di lei, Putin». «Se avete ancora qualche traccia di umanità, smettetela di insultare sua madre e restituitele il corpo del figlio», ha implorato Evgenia, la moglie dell’oppositore Vladimir Kara-Murza che sta scontando 25 anni di carcere per tradimento ed è già sopravvissuto a due presunti avvelenamenti. Molti ora temono per la sua vita e quella degli altri prigionieri politici russi. Ilja Jashin dal carcere dove sconta 8 anni e mezzo per “fake news sull’esercito”, teme per se stesso: «Sono dietro le sbarre, la mia vita è nelle mani di Putin». Eppure ieri ha lanciato un appello a Onu, Usa e Ue perché venga rilasciato Kara Murza «prima che sia troppo tardi». Bill Browder, che insieme a Kara- Murza ha promosso in Occidente il Magnitskij Act per sanzionare i russi responsabili di abusi dei diritti umani, ha chiesto ai Paesi occidentali di scambiare le spie russe nelle loro carceri con i detenuti politici nel Gulag russo. «Se Putin è pronto a uccidere Navalny — ha detto al Financial Times — è pronto a uccidere chiunque».

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