Noi sempre con Kiev, la sinistra no Intervista di Elisa Calessi
Testata: Libero Data: 23 febbraio 2024 Pagina: 5 Autore: Elisa Calessi Titolo: «Noi sempre con Kiev, la sinistra no»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 23/02/2024, a pag.5 con il titolo "Noi sempre con Kiev, la sinistra no", l'intervista di Elisa Calessi a Giovanbattista Fazzolari.
«Navalny è morto perché è stato incarcerato come oppositore politico dal regime di Putin. Se fosse stato un uomo libero, non sarebbe morto». Matteo Salvini, però, ha qualche dubbio... «Il premier è Meloni». E l’Ucraina? Anche su questo fronte c’è qualche crepa. «Credo non ci sia un solo ucraino che si auguri che ci sia un governo M5S-Pd sinistra perché vorrebbe dire, il giorno dopo, interrompere il sostegno all’Ucraina».
Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, mano destra e sinistra della premier Giorgia Meloni, depositario dei dossier più delicati, nonostante sia un po’ infastidito per il fuori programma (lo fermiamo a margine della presentazione della medaglia creata in omaggio alla resistenza ucraina), si ferma a rispondere e con estrema nettezza. La prima domanda riguarda le parole di Matteo Salvini a commento della morte del principale oppositore russo. Parole molto prudenti rispetto alla responsabilità di Putin. Fazzolari non cerca di sfuggire, per salvare il quieto vivere della maggioranza. Anzi. «Navalny», scandisce a Libero e ad altri due cronisti, «è morto perché stava in cella di isolamento dove, anche per le leggi russe, uno può rimanere solo pochi giorni.
Invece è rimasto svariati anni e in condizioni disumane. Se è morto, è per colpa del regime di Putin. Dopo di che come è morto, è una questione di lana caprina». Ma quindi la Lega sbaglia, si fissa su una questione di lana caprina? «Il punto è che il governo di centrodestra assicura il sostegno all’Ucraina, un governo di centrosinistra non lo avrebbe assicurato. Questo è l’unico dato che interessa al popolo ucraino. Se domani avessimo un governo guidato da Pd M5S e Sinistra, immediatamente verrebbe meno il sostegno al popolo ucraino».
Gli chiediamo se è vero che l’esercito ucraino si sta ritirando da molte zone perché mancano munizioni.
Fazzolari annuisce. «È verissimo. Verissimo». Ma se non ci sono, la colpa è nostra, dell’Europa. O no? «C’è una responsabilità non solo dell’Europa, ma di tutto l’Occidente nel non aver dato il sostegno necessario al popolo ucraino. L'ho detto anche in passato. Purtroppo, non ne vado fiero, ma non è l’Italia che, sotto questo aspetto, può fare la differenza. Il sostegno complessivo dell'Occidente è fondamentale. Da troppo tempo l’Occidente, per quello che riguarda la propria capacità difensiva, dipende dagli Stati Uniti. E quindi chi può fare la differenza in Ucraina è la fornitura americana. Ci auguriamo che si sblocchino il prima possibile e che arrivino armamenti». Ammette, poi, che c’è una «stanchezza non solo italiana, ma di tutta l’opinione pubblica occidentale» rispetto al conflitto ucraino. La gente, spiega, «ha difficoltà a capire quanto sia vicina la guerra ucraina». Ma il sostegno del governo italiano è fermo. «L’Italia ha confermato con l'ultimo pacchetto di aiuti il sostegno anche militare all’Ucraina. Non c’è un solo ucraino che si augurerebbe un governo di centrosinistra». Nemmeno un governo con Salvini premier, lo provoca un giornalista. Fazzolari risponde: «Oggi c’è un governo di centrodestra con Meloni premier. E grazie al premier Meloni c’è l’invio di armi e di aiuti. E questo lo garantisce il governo di centrodestra, non certo uno guidato da Schlein e Conte».
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