Testata: Libero Data: 14 febbraio 2024 Pagina: 4 Autore: Elisa Calessi Titolo: «Schlein telefona a Meloni. Accordo sul cessate il fuoco»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/02/2024, a pag.4 con il titolo "Schlein telefona a Meloni. Accordo sul cessate il fuoco", la cronaca di Elisa Calessi.
La domanda che ci si faceva in Transatlantico, dopo che la Camera, grazie all’intesa tra Giorgia e Elly, aveva approvato per la prima volta l’impegno del governo per un “cessate il fuoco umanitario” in Medio Oriente - contenuto nella mozione del Pd, approvata con 128 voti a favore - era: è stata Schlein che ha portato il governo sulle sue posizioni o Meloni era già su questa linea (vedi l’uscita qualche ora prima di Antonio Tajani, forse suggerita anche da un cambio di passo dell’amministrazione Usa) e quindi ha accettato di far passare la mozione del Pd (su cui si è astenuta)? Comunque la si pensi, il dato oggettivo è che il Parlamento, per la prima volta, ha approvato un documento in cui si chiede non una semplice de-escalation, non un impegno per una soluzione diplomatica, ma un “cessate il fuoco”, sia pure “umanitario” e condizionato alla liberazione degli ostaggi fatti da Hamas. Si è arrivati al traguardo con vari cavilli di tattica parlamentare che ognuno può leggere pro domo sua (si è votato per parti separate, il governo ha voluto riformulare il testo del Pd, mettendo prima la frase sulla liberazione degli ostaggi, poi quella sul cessate il fuoco, la maggioranza si è astenuta sulla mozione del Pd), ma, alla fine, il dato è chiaro: asse tra le due leader, isolamento di Giuseppe Conte. A sera, infatti, a “rosicare” era il M5S. Non a caso, dopo decine di dichiarazioni dei deputati dem esultanti per l’impegno del Parlamento a un cessate il fuoco, Riccardo Ricciardi, M5S, che in Aula aveva tuonato contro Israele, minimizzava: «Leggo titoli roboanti sull’impegno assunto dal governo, però la maggioranza non ha espresso voto favorevole, preferendo invece l’astensione». Altro che successo. «Ancora una volta il governo glissa e nasconde la testa sotto la sabbia: nulla è cambiato». Parole dette a nuora (il governo) perché suocera (Pd) intenda. Ma la suocera questa volta non insegue. E si gode la fuga. Non a caso, poco prima del voto che avrebbe sancito l’intesa Giorgia-Elly, quando in Transatlantico ci si chiedeva se le altre opposizioni (M5S, Avs, Azione, Iv) avrebbero comunque votato la mozione del Pd, anche nella riformulazione chiesta dal governo, nella cerchia di Schlein si rispondeva con un’alzata di spalle: facessero come vogliono.
Al risultato si è arrivati con due telefonate tra la premier e la segretaria del Pd. La prima, più veloce, intorno alle 14. La seconda un’ora dopo. Ha chiamato Schlein. Nel merito, il cambio di passo era stato anticipato da Tajani che aveva definito «a questo punto sproporzionata» la «reazione di Israele» perché «ci sono troppe vittime che non hanno nulla a che fare con Hamas». Parole non a caso riprese in Aula da Schlein: «È bene che il governo dica che la risposta di Israele è sproporzionata, è un giudizio che diamo da tempo anche noi». E riprese dal cardinale Parolin, che aveva espresso «sdegno per il genocidio in corso». Dopo il voto, Schlein non ha nascosto la soddisfazione: «Siamo felici. È un passo importante. Avevamo presentato questa mozione proprio per scuotere il dibattito nel Paese e per ottenere un avanzamento nelle posizioni del Parlamento. E questo oggi è arrivato». Quanto alla telefonata con la sua avversaria, ha risposto di averla chiamata per chiedere «un’iniziativa diplomatica e politica più forte e incisiva del governo italiano». Quanto all’esito reale, «vedremo. A noi non interessano i derby interni ma contribuire come Italia alla fine di questo conflitto e a un’iniziativa più forte dell’Ue per una conferenza di pace».
Per il resto, sono passate le mozioni della maggioranza e parte di quelle di Azione e Italia Viva. Bocciate quelle del M5S e di Alleanza Verdi e Sinistra. Meloni non ha commentato. Per FdI ha parlato Fabio Rampelli. A sera, è intervenuto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, assicurando che «non siamo mai stati in disaccordo con Israele. L’azione del 7 ottobre di Hamas nasce dall’antisemitismo. Hanno filmato la ferocia. L’obiettivo era quello di cercare una reazione di Israele, tale da metterla in difficoltà. Vogliono isolare Israele dall’Occidente per annientarla». E alle celebrazioni del 75esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e Israele, si è fatto sentire l’ambasciatore d’Israele in Italia, Alon Bar: «Questo è un momento di prova per noi. Non siamo certamente dei santi. Abbiamo fatto, e purtroppo probabilmente faremo, anche degli errori. Ma questo è anche un momento di prova per i nostri amici, dei Paesi amici. L’ora in cui vediamo chi ci sta accanto. Chi è davvero impegnato per la sicurezza di Israele e non si limita a usare questo slogan nei giorni di calma, tanto per togliersi l’obbligo».
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