Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/02/2024, a pag.9 con il titolo "I giudici fermano altri 12 violenti del centro sociale amico del Pd", il commento di Francesco Storace.
Francesco Storace
Scontri durante il corteo del Primo maggio 2022. Tredici agenti rimasero feriti. Ieri la Digos ha notificato dodici misure cautelari a membri del centro sociale Askatasuna.
La tempistica non è la dote più importante del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Dopo l’inopportuna scelta di regalare al centro sociale Askatasuna lo stabile che occupa da un trentennio nel nome dell’estremismo rosso e lo sganassone ricevuto dalla maggioranza dei sindacati di polizia che hanno rifiutato il suo invito a confrontarsi sul tema a decisione già presa, arriva un’altra tegola.
La Digos ieri mattina alle 7 ha bussato alle porte di Askatasuna per notificare dodici misure cautelari, obblighi di dimora e fogli di via. Il giudice ha “salvato” altri nove aderenti al centro sociale.
Gli attivisti sono accusati di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e lancio di oggetti in relazione agli scontri scoppiati durante il corteo del Primo maggio 2022 nel capoluogo piemontese.
Coincidenza decisamente sfortunata vuole che proprio in questi giorni il sindaco Lo Russo abbia presentato un contestatissimo progetto di cogestione, approvato da una delibera di giunta, che porterà di fatto alla legalizzazione di Askatasuna.
I denunciati in totale sono 25, tra questi ci sono i capi storici del centro sociale di corso Regina Margherita 47. Titolare dell'inchiesta è il pm Davide Pretti.
Quattro delle dodici misure cautelari sono state notificate ad attivisti dell’Askatasuna già condannati per l’assalto all'Unione industriali del febbraio 2022.
Le indagini della Digos hanno portato all’identificazione delle persone che, alla testa dello “spezzone sociale”, il Primo Maggio 2022 si scontrarono con le forze dell'ordine in via Roma, nel centro di Torino, nel tentativo di superare i cordoni di sicurezza, per raggiungere piazza San Carlo e contestare gli interventi dei sindacati e delle istituzioni.
Durante i disordini, le forze dell’ordine furono colpite con bastoni e con un lancio di bottiglie. Tredici agenti restarono feriti. Anche per questo i sindacati di polizia non ci stanno. E si registra una presa di posizione di peso sulla questione che interessa tanto al sindaco di Torino: «Sulla vicenda Askatasuna mi schiero a difesa della posizione dei sindacati di Polizia e degli operatori di sicurezza.
Legittimare, legalizzare o peggio ancora premiare chi in questi anni si è macchiato di atti di violenza e aggressioni nei confronti delle forze di polizia, è inaccettabile» dice il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni. «Gli operatori delle forze di polizia sono baluardi di legalità fondamentali per la tenuta sociale del Paese. Tra un centro sociale abusivo e i tutori della sicurezza e dell’ordine pubblico il Paese sta dalla parte delle nostre donne e dei nostri uomini in divisa, autentico orgoglio nazionale».
Lo Russo non ci sente e insiste: «Il nostro è un percorso che prescinde dalle azioni di contrasto messe in campo dalla magistratura e ribadisco la totale e ferma condanna di qualunque atto violento e l'esigenza di perseguire chi ha commesso reati». Il che vuol dire tutto e niente. Resta il fatto che quanto deciso dall’amministrazione comune è «uno schiaffo ai cittadini e alle forze dell’ordine». Il giudizio è del centrodestra torinese che ieri ha manifestato unitariamente in piazza. «Meno okkupazioni più occupati», «No legalizzazione Askatasuna». Con questi due striscioni e sventolando le proprie bandiere, il centrodestra torinese e piemontese, dai consiglieri ai parlamentari, è infatti sceso in piazza ieri pomeriggio, per un presidio sotto il Comune contro la delibera di giunta sul percorso di coprogettazione per Askatasuna. A parlare a nome dei manifestanti sono stati i portavoce locali Fabio Tassone, segretario cittadino della Lega, il coordinatore cittadino di Fdi Maurizio Pedrini e il coordinatore cittadino di Forza Italia, Marco Fontana.
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante