Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 28/12/2023, a pag.1, con il titolo "Il no di Roma a Bibi", l'analisi di Giulia Pompili.
Giulia Pompili
Benni Kashriel
E’ stato perfino il Quirinale, nella figura di chi dovrà accettare formalmente le credenziali del nuovo ambasciatore di Israele in Italia, cioè il capo dello stato Sergio Mattarella, a dire di no. E pure il ministro degli Esteri Antonio Tajani l’ha fatto presente esplicitamente durante una recente conversazione con il suo omologo israeliano Eli Cohen: Benny Kashriel, che è stato per 31 anni il sindaco dell’insediamento israeliano di Ma’ale Adummim, a est di Gerusalemme, non sarà il prossimo ambasciatore di Israele in Italia. Non se ne parla, dicono fonti informate al Foglio. La questione, anticipata ieri dai giornali israeliani, è particolarmente delicata, perché il governo Meloni è uno degli alleati più saldi di Israele in Europa, ma in questo caso il primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto una proposta considerata “irricevibile”. Kashriel è una figura controversa, e il sondaggio sul suo gradimento da parte dei funzionari israeliani in Italia va avanti da mesi, ancora prima del massacro del 7 ottobre di Hamas contro Israele e dell’inizio dei bombardamenti su Gaza. La risposta dell’esecutivo italiano è sempre stata negativa, ma di recente la comunicazione è diventata più limpida, cristallina. Si tratta di una fase ancora preliminare del rituale diplomatico per l’accreditamento di un ambasciatore – è consuetudine che il paese ospitato prima faccia un sondaggio sulla figura del potenziale rappresentante tra le autorità del paese ospitato, e solo dopo si invia la lettera di accreditamento – e quindi un rifiuto non è tecnicamente considerato uno sgarbo diplomatico. Oltretutto le motivazioni sollevate dall’Italia sono condivise da tutto lo spettro istituzionale: l’ipotesi di Kashriel ambasciatore ha spaccato la comunità ebraica italiana sin dai primi momenti in cui è stato fatto il suo nome, e rischia di aggravare le tensioni. Secondo una fonte informata sulla procedura, che preferisce rimanere anonima per la delicatezza della vicenda, il governo italiano è preoccupato anche della fase due della guerra, quella in cui Israele dovrà “ricostruire rapporti solidi con uno dei suoi migliori alleati ma anche con la società civile italiana”. E questo ruolo, il cui compito è per definizione in capo al nuovo ambasciatore che in teoria dovrebbe insediarsi a Roma nella prossima estate, è difficile vederlo in una figura come quella di Kashriel, considerato uno poco avvezzo alla diplomazia. C’è poi una questione che riguarda la politica interna israeliana: secondo l’accordo per la formazione del nuovo governo di un anno fa, il 31 dicembre dovrebbe scadere l’incarico da ministro degli Esteri di Eli Cohen, e a sostituirlo dovrebbe essere Israel Katz – dal governo italiano, sperano che quest’ultimo possa sbloccare l’impasse diplomatica. Già da qualche settimana, però, si parla di un rinvio dell’avvicendamento per via dello stato di guerra.
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