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La Repubblica Rassegna Stampa
27.12.2023 Navalny in Siberia, raccontato come se fosse in vacanza.
Commento di Riccardo Ricci

Testata: La Repubblica
Data: 27 dicembre 2023
Pagina: 16
Autore: Riccardo Ricci
Titolo: «Navalny nell’ex gulag al Circolo polare artico: Sono un Babbo Natale»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 27/12/2023, a pag. 16, con il titolo "Navalny nell’ex gulag al Circolo polare artico: 'Sono un Babbo Natale'" il commento di Riccardo Ricci.

Non conosciamo il giornalista Riccardo Ricci, ci chiediamo però se sia opportuno non aggiungere qualche commento serio alle parole di Navalny. La Siberia, che non viene neanche nominata, con una frase "Circolo polare artico" che ha un significato esclusivamente geografico: sembra quasi che Navalny sia in vacanza. Stupisce leggerlo su Repubblica

Navalny
Nella mappa, dove si trova la prigione di Navalny
MOSCA — Sul canale Telegram dell’oppositore russo Aleksej Navalny è apparso il primo messaggio ai sostenitori da quando, a inizio dicembre, si erano perse le sue tracce nella colonia penale n. 6 della regione di Vladimir, a Est di Mosca. Dopo un trasferimento durato venti giorni, durante i quali parenti e comunità internazionale - preoccupati hanno a più riprese chiesto alle autorità di riferire dove si trovasse l’oppositore russo, Navalny stesso è riuscito a comunicare con il mondo, sfruttando la prima visita dei legali di due giorni fa. Al termine di un tortuoso percorso attraverso mezzo Paese - ha spiegato - è stato portato a Kharp, nella colonia penale n.3 della regione di Yamalo-Nenets, nel Nord degli Urali oltre i confini del Circolo polare artico. «Sono il vostro nuovo Ded Moroz», il Babbo Natale russo, ha ironizzato Navalny, e poi ha descritto la divisa del carcerato nelle regioni polari: «Ho un cappotto e un cappello con il paraorecchie, presto mi daranno degli stivali di feltro e in venti giorni di trasferimento mi sono fatto crescere la barba».
«È il posto più isolato del mondo », ha spiegato Leonid Volkov, uno di più stretti collaboratori del dissidente. Mentre gli Stati Uniti si sono detti «profondamente preoccupati per le condizioni di detenzione » del prigioniero. Lo scorso agosto Navalny era stato condannato ad altri 19 anni di carcere per «estremismo », sentenza che si aggiungeva a quella precedente di 11 anni. Nel dispositivo era previsto che il politico venisse trasferito proprio in un carcere di massima sicurezza.
La sua nuova cella ha una finestra che affaccia sulla cinta muraria della prigione, dalla quale filtra per poche ore il bagliore del giorno che interrompe brevemente la notte polare. Il cortile per l’ora d’aria non è molto differente dalla cella, «leggermente più grande, con la neve sul pavimento».
«Il trasporto è avvenuto con tali precauzioni e lungo un percorso così strano che non mi aspettavo di essere trovato fino a metà gennaio», ha osservato il blogger, arrestato nel gennaio 2021 dopo che un annoprima era sopravvissuto a un avvelenamento. Nelle 2 settimane tra il momento in cui è stato depennato dal registro della colonia penale n. 6 di Vladimir al suo arrivo a Kharp la sera del 23 dicembre, il convoglio è passato per Mosca, Cheljabinsk, Ekaterinburg, Kirov e Vorkut.
La colonia speciale n.3, comunemente chiamata Lupo Polare, è un istituto correttivo «a regime speciale ». Vale a dire che ospita criminali recidivi o particolarmente pericolosi, ergastolani o condannati alla pena di morte, che in Russia è stata sospesa da una moratoria. Nella cittadina di Kharp c’è anche un secondo carcere speciale, la colonia 18, detta Gufo Polare, dove sono detenuti terroristi e alcuni dei più famigerati serial killer del Paese.
Le condizioni di detenzione nelle due colonie, secondo l’attivista per i diritti umani Vera Goncharova, non sono molto diverse tra loro: «Le più grandi difficoltà riguardano l’accesso dell’avvocato e il massimo isolamento». La prigione non è neanche integrata nel sistema unico di posta elettronica del Servizio carcerario.
Per raggiungere la cittadina e incontrare Navalny, gli avvocati dovranno d’ora in poi affrontare un volo di oltre tre ore da Mosca alla vicina Salechard e guidare sul ghiaccio per una cinquantina di chilometri, attraversando il fiume Ob, oppure affrontare un viaggio in treno di tre giorni.
La colonia fu costituita per ordine del Ministero degli Interni sovietico nell’agosto 1961 sulla base degli edifici messi fuori servizio di un Gulag. Il cantiere del campo di detenzione in epoca staliniana era impegnato nella costruzione, mai portata a termine, della Ferrovia transpolare. Dopo la ristrutturazione, dal 1967, è stata destinata ad accogliere detenuti pericolosi. Nella stessa colonia ha scontato parte della sua pena il cofondatore e presidente del cda di Menatep Group, Platon Lebedev, condannato con Mikhail Khodorkovsky nel caso Yukos. In un’intervista rilasciata nel 2006 a Novaja Gazeta l’imprenditore ha descritto le alienanti condizioni di vita dei detenuti del Lupo Polare, isolati dal mondo e costretti a fare i conti con le insidie della tundra: «In inverno, a meno quaranta, si può tirare le cuoia in dieci minuti e in estate zanzare e moscerini ti mangiano viso, collo e braccia, non c’è nemmeno bisogno di inventare alcuna tortura speciale».La nuova dimora di Navalny dunque si trova nel Circolo polare artico. «Probabilmente sarete interessati alla questione dei regali – ha scherzato l’attivista – ma io sono, in fin dei conti, un Babbo Natale a regime speciale, quindi riceverà regali solo chi si è comportato molto male».
 
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