Fatah giustifica il 7 Ottobre
Da Israele.net
Alcuni degli israeliani rapiti
Jibril Rajoub, Segretario generale del Comitato Centrale di Fatah, domenica ha giustificato il massacro perpetrato da Hamas in Israele il 7 ottobre definendolo un atto “nel contesto della guerra difensiva che il nostro popolo sta conducendo”. In un discorso pronunciato a un incontro con i giornalisti in Kuwait, Rajoub ha affermato che Israele è responsabile d’aver causato il 7 ottobre, la peggiore carneficina di ebrei in un solo giorno dopo la Shoà, per via di quella che ha definito la sua “aggressione a tutte le terre palestinesi”. L’alto esponente del movimento capeggiato da Abu Mazen (il presidente palestinese che nel 2008 rigettò l’offerta di uno stato palestinese indipendente accanto a Israele avanzata da Gerusalemme) ha poi sostenuto che l’assalto di Hamas è servito a “contrastare l’obiettivo della destra israeliana di integrare Israele nella regione senza risolvere la questione palestinese”, un riferimento agli Accordi di Abramo che Israele ha sottoscritto negli ultimi anni con diversi paesi arabi e ai colloqui in corso per normalizzare le relazioni con altri paesi del Medio Oriente, come l’Arabia Saudita. “Il progetto israeliano – ha detto Rajoub – ha obiettivi dichiarati e occulti, che vengono capiti solo da coloro che si trovano in conflitto con esso o che hanno effettuato ricerche approfondite sulla questione”. Rajoub, che è anche a capo della Federcalcio palestinese, ha aggiunto che “Hamas fa parte del nostro tessuto politico e sociale e della nostra lotta, e il suo coinvolgimento è importante”, per poiu ribadire la consueta formula secondo cui l’unico legittimo rappresentante del popolo palestinese è l’Autorità Palestinese. Lo scorso 7 ottobre Hamas ha lanciato un devastante attacco all’interno di Israele con oltre 3.000 terroristi che hanno sfondato il confine dalla striscia di Gaza e si sono scatenati nelle comunità civili del sud di Israele massacrando tutti coloro che trovavano. Gli aggressori hanno trucidato più di 1.200 persone, in grandissima maggioranza civili, massacrando intere famiglie, in alcuni casi bruciandole vive nelle loro case. I terroristi hanno violentato e torturato le vittime, bambini compresi, mutilandone diversi. Alcuni bambini sono stati decapitati. Almeno 360 persone sono state uccise durante un festival musicale all’aperto. Nell’attacco, avvenuto sotto la copertura di migliaia di razzi lanciati contro Israele, i terroristi hanno anche rapito e deportato a Gaza circa 240 persone di ogni età e condizione. I rappresentanti dell’Autorità Palestinese si sono finora rifiutati di condannare la carneficina perpetrata da Hamas il 7 ottobre, mentre diversi quadri intermedi di Fatah l’hanno espressamente celebrata. Il 21 ottobre, il primo ministro dell’Autorità Palestinese, Mohammad Shtayyeh, parlando con Becky Anderson della CNN si è esplicitamente rifiutato di condannare i crimini contro l’umanità, e ha chiuso la questione dicendo: “Quello che è stato ieri, è ieri”. Intanto le Brigate Martiri di al-Aqsa, gruppo terroristico affiliato a Fatah, si sono vantante che d’aver partecipato insieme a Hamas al massacro del 7 ottobre effettuando attacchi “dietro le linee nemiche”, cioè in Israele. “Le Brigate al-Aqsa – dichiarava il 9 ottobre il portavoce del gruppo terroristico – hanno effettuato diverse operazioni dietro le linee nemiche come parte della battaglia Alluvione di Al-Aqsa [attacco del 7 ottobre], che ha rappresentato una svolta nella storia della nostra lotta contro l’occupante e, sia lode ad Allah, abbiamo ucciso e fatto prigionieri dei soldati [sic] dell’occupazione”. Nei video di propaganda distribuiti sui social network, le Brigate al-Aqsa di Fatah affermano d’aver preso in ostaggio almeno un “sionista”. Nel filmato si vede un civile coperto di sangue che viene deportato a Gaza da un terrorista armato che indossa una bandana di Fatah.
(Da: Times of Israel, jns.org, 26.11.23)