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Il Giornale Rassegna Stampa
29.11.2023 Ma i palestinesi stanno solo preparando altro terrore
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 29 novembre 2023
Pagina: 1
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Ma i palestinesi stanno solo preparando altro terrore»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 29/11/2023 l'analisi di Fiamma Nirenstein con il titolo "Ma i palestinesi stanno solo preparando altro terrore".

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Fiamma Nirenstein

È stata la sua cara mamma che quando uno dei detenuti per terrorismo delle carceri palestinesi appena liberato nello scambio con i bambini e le mamme israeliani, tutto drappeggiato nella bandiera verde degli assassini, Omar Artsan, è corso fra le sue braccia, ha subito gridato commossa lo slogan: “Coll’anima, col sangue, ti esalteremo Hamas”. Un altro grido di donna scandiva in coro: "Non siamo qui a festeggiare, ma per giurare lealtà a Hamas”. Non solo l’autorità palestinese di Abu Mazen ma anche Est Gerusalemme si ammanta del verde di Hamas. Non si vede nessuna Autonomia Palestinese moderata che possa rappresentare quel punto di riferimento per un eventuale futuro pacificato che Biden suggerisce ogni giorno: i terroristi liberati esprimono con la piazza dell’Autorità nazionale palestinese entusiasta la solita condanna a morte dello Stato d’Israele, la determinazione a uccidere gli ebrei.
È dal 1948, fondazione dello Stato d’Israele, dal ritorno degli Ebrei alla loro terra, che per cinque volte i palestinesi prima di Arafat e poi di Abu Mazen hanno scelto la guerra, il terrore, l’attacco genocida, hanno consegnato ai bambini il messaggio che gli ebrei sono figli di di scimmie e maiali, nelle scuole appendono cartine della Palestina che disegnano tutto lo Stato d’Israele, hanno disegnato simboli fatti di spade, fucili, hanno ripetuto che gli ebrei non hanno a che fare nulla con Gerusalemme! coprono i media di menzogne e inneggiano alla strage. Il risultato lo dà l’Arab World Research and Development, AWRAD: ed è l’enorme supporte dei palestinesi per il terrorismo, il rifiuto della pace. Il 75 per cento approva il massacro del 7 ottobre, l’85,9 rifiuta la coesistenza con Israele, il 71,1 vuole restaurare la “storica Palestina” mai esistita, quindi, vuole la terra “from the river to the sea”.
 Palestinesi e Hamas oggi sono quasi una cosa sola, e non perché Israele abbia rifiutato accordi di pace. Adesso Blinken è di nuovo in arrivo: il vecchio sogno dei due stati per due popoli balena continuamente nei discorsi degli americani e di chiunque voglia disegnare un futuro: Gaza invece che da Hamas dovrebbe, col supporto di sponsor arabi e occidentali, essere governata, dopo la guerra, da Fatah.
È Abu Mazen, agli occhi di Biden, che nei panni di una potenza moderata sceglierebbe la coesistenza e, chissà, forse anche la democrazia. Purtroppo lo schema è irreale: non solo l’odio aggredisce bambini, giovani, donne dalla scuola allo schermo tv ai discorsi di un rais corrotto e debole che nega la Shoah, accusa gli ebrei di dissacrare Al Aqsa coi loro “piedi sudici”, finanzia il terrorismo a milioni, e alla fine viene emarginato dalla sanguinaria capacità di Hamas.

 La società palestinese in questi giorni, tramite gli scambi accoglie centinaia di giovani e di donne che proprio come accadde quando Sinwar fu rilasciato nello scambio per Gilad Shalit, diventeranno altrettanti militanti e forse leader del terrorismo. Fra i terroristi liberati ci sono anche parecchi arabi israeliani, rilasciati a Gerusalemme. E mentre il sentimento degli israeliani è tutto volto al ritorno degli ostaggi, e il Paese intero trepido sospende la guerra di sopravvivenza per permetterne il rientro, Sinwar di fatto compie con gli scambi una sua guerra di conquista fino al West Bank, facendone la prossima roccaforte di Hamas. Blinken, in arrivo in Israele, deve pensare un suggerimento migliore per il futuro di Gaza e anche del West Bank.  

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