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Libero Rassegna Stampa
12.11.2023 A sinistra scoppia la rissa su Gaza
Commento di Pietro Senaldi

Testata: Libero
Data: 12 novembre 2023
Pagina: 9
Autore: Pietro Senaldi
Titolo: «I socialisti europei tentati dall’antisemitismo»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/11/2023, a pag.9, con il titolo 'I socialisti europei tentati dall’antisemitismo' il commento di Pietro Senaldi.

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Pietro Senaldi

Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la  politica di sicurezza
Josep Borrell

«La prospettiva di una vittoria dell’Ucraina sulla Russia non è immediata. Noi europei dobbiamo aiutare Kiev e prendere il posto degli Usa se il loro appoggio diminuirà. La maggior sicurezza che possiamo dare alla nazione invasa è farla entrare nell’Unione Europea». È il messaggio che Josep Borrell ha inviato al Congresso del partito socialista europeo. L’alto rappresentante della Ue ha toccato anche l’argomento Gaza, per dire «no a un’occupazione israeliana della Striscia e a qualsiasi soluzione per quel territorio separata dal resto della questione palestinese». Sì invece ad affidare il potere a un’autorità palestinese provvisoria, all’esclusione di Hamas e a un maggior coinvolgimento degli altri Paesi arabi e anche dell’Europa. Per Israele invece, bastone e carota: monito a «rispettare il diritto umanitario e non minimizzare le vittime civili» però anche solidarietà e appoggio (ma di che genere?) per l’attacco terroristico subito il 7 ottobre. 

PACIFISTI PER LA GUERRA Parole ambigue, cascate su un’assise che ha visto la sinistra continentale, riunita a Malaga, ancora una volta divisa. Il padrone di casa, Pedro Sanchez, ha tentato di far approvare una mozione di condanna di Israele ma si è scontrato con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, quello che ha chiarito da tempo che la Germania, per le sue colpe storiche, ha il dovere di essere dalla parte dello Stato ebraico. Ne è uscita una soluzione di compromesso, un brodino, acido però pur sempre preferibile alla purga che la maggior parte del mondo “progressista” europeo- le virgolette ormai sul tema sono d’obbligo - voleva somministrare al governo Netanyahu. Circola una brutta aria per gli ebrei in Occidente. Un vento di anti-semitismo che spira da sinistra. Se ne avvertono potenti refoli anche in Italia, dove ieri il Pd è sceso in piazza per la pace, ma c’erano solo kefiah e bandiere palestinesi, non kippah e vessilli di Israele. Non si trattava di una manifestazione per la pace ma per Gaza, quindi per Hamas che la governa e in ultima analisi per la guerra, visto che sono stati i terroristi islamici a iniziarla, invadendo Israele. Comunque, molto meglio quello che si è visto a Roma, dove Conte ha raggiunto la Schlein, quasi che la sinistra riesca a unirsi solo nell’avversione per Israele e nella legittimazione dei tagliagole, di quanto accaduto a Londra, dove trecentomila musulmani sono stati stipendiati e convocati da tutto il Paese per inneggiare ai terroristi, o a New York e Los Angeles, teatro di scontri tra polizia e manifestanti antisemiti. Mentre a Parigi il presidente Macron e la gauche francese hanno fatto sapere che diserteranno la manifestazione odierna a favore di Israele. Forse presenzierà Marine Le Pen, unica nel caso a difendere i valori occidentali e la democrazia ebraica. Nel caso, brava madame, mossa eccellente. Ci sarebbe però una cosa ancora più concreta da fare per proteggere lo Stato ebraico e, inavvertitamente, altrimenti non lo avrebbe fatto, l’ha posta sul piatto proprio Borrell. Se l’Ucraina aggredita si salva accogliendola nella Ue, perché non fare altrettanto con Israele, baluardo dell’Occidente nel Mediterraneo dell’Est e Stato accerchiato da nemici che hanno come obiettivo dichiarato la sua cancellazione? Anche così si difendono i due Stati, come Bruxelles dice di voler fare. Era una vecchia idea, tra gli altri, di Silvio Berlusconi, che in politica estera ci vedeva piuttosto lungo ed era convinto che la pace si facesse aprendo l’ombrello, anziché chiudendolo per tirarlo in testa al prossimo. 

LA PROPOSTA DI BORRELL Israele nella Ue, adesso lo è solo per le partite di calcio per dire qual è la scala delle priorità dell’Occidente e la conseguente ragione del suo inevitabile declino - sarebbe uno scudo politico fondamentale. Farebbe chiarezza con il mondo arabo: chi attacca Gerusalemme attacca noi. Sarebbe coerente con le famose radici giudaico-cristiane su cui l’Europa si vanta di basarsi. Ci consentirebbe di avere un minimo di influenza sulle vicende medio-orientali, dopo che il conflitto attuale ha provato per l’ennesima volta che l’Unione è senza voce e che la sua afonia la sta rapidamente precipitando da gigante di cartone a nano di vetro. Ci regalerebbe anche quel famoso esercito che ci manca e senza il quale non contiamo nulla. Sarebbe soprattutto la più nobile, simbolica ed efficace risposta all’antisemitismo che sta pericolosamente rialzando la testa in tutti gli Stati del nostro Continente. Una lezione all’estremismo islamico, il cui obiettivo ormai neppure più celato è dare scacco all’Occidente nel suo cuore, l’Europa, approfittando della sua mollezza culturale. La proposta di far entrare Israele nella Ue metterebbe infine spalle al muro il mondo progressista: i socialisti europei rispettano Israele, lo ritengono davvero una democrazia, o lo odiano e ne auspicano la cancellazione, proprio come vorrebbe Hamas? Sì o no, niente scuse, vietato trincerarsi dietro al pretesto del rispetto del mondo arabo, perché non merita rispetto chi progetta di eliminare lo Stato ebraico, o alla paura di reazioni, perché è il timore che ci rende vulnerabili agli occhi degli estremisti islamici e pertanto aumenta le possibilità di essere colpiti. E poi, visto che tutti si dicono per i due Stati, ogni obiezione è facilmente superabile: dentro la Ue sia Israele, sia la futura Palestina. Così vediamo davvero se il mondo arabo poi la vuole sul serio, la nazione palestinese: accogliendola nell’Unione, ne garantiremmo l’integrità e l’incolumità anche rispetto ai blitz dell’esercito israeliano nonché l’indipendenza dalle teocrazie islamiche che hanno sempre usato il suo popolo come un’arma contro l’Occidente e dalle loro squadracce di terroristi.

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